The Blood of Dawnwalker è il primo progetto di Rebel Wolves, uno studio fondato da ex sviluppatori di CD Projekt Red. Un dettaglio che, inevitabilmente, ha acceso fin da subito i paragoni con The Witcher 3. Confronti che il team non sembra voler evitare: anzi, la squadra si è mostrata da subito piuttosto trasparente nel rivendicare la propria eredità creativa. Tuttavia, Dawnwalker non è un “nuovo Witcher con i vampiri”, ma un tentativo dichiarato di spostare quell’approccio narrativo verso territori più cupi e sperimentali.
Un’ambientazione storica, non fantasy
La prima grande differenza rispetto a The Witcher e a gran parte dell’high fantasy classico è l’ambientazione. The Blood of Dawnwalker è ambientato nell’Europa del XIV secolo, in una regione chiamata Vale Sangora. Sebbene il luogo sia fittizio, è collocato nei reali Monti Carpazi, tra Europa orientale e meridionale, e trae forte ispirazione dal folklore e dalla cultura rumena.
Vale Sangora è sotto il controllo di una classe dominante di vampiri guidata da Brencis, che ha imposto alla popolazione una vera e propria “tassa di sangue”. Un dominio brutale, che alimenta il malcontento umano e fa da sfondo a un conflitto politico e sociale più che puramente epico.
Il protagonista è Coen, un contadino afflitto da avvelenamento da argento. Nel trailer cinematografico vediamo lui e la sorella Lunka in fuga da un governo locale che sta sterminando i sospetti malati di peste bubbonica. Lunka è infetta e, quando i due vengono catturati, tutto sembra perduto. È a questo punto che intervengono i vampiri di Brencis, che massacrano i carnefici e salvano la ragazza.
Il gesto, però, non è altruistico. Brencis usa la guarigione di Lunka come leva, prendendo in ostaggio la famiglia di Coen. Il tentativo di trasformare il protagonista in un vampiro fallisce, dando vita a qualcosa di rarissimo: un Dawnwalker, umano di giorno e vampiro di notte. Coen avrà 30 giorni per salvare la propria famiglia dal dominio vampirico. Il tempo, qui, non è solo un elemento narrativo, ma una vera risorsa di gioco.
Un sandbox narrativo guidato dalle scelte
Dal punto di vista strutturale (mondo aperto, missioni ramificate, dialoghi con scelte e narrazione non lineare) il paragone con The Witcher resta valido. Ma The Blood of Dawnwalker introduce una variabile centrale: la dualità del protagonista.
Il ciclo giorno/notte non è estetico, ma influisce profondamente su gameplay e narrazione. Di giorno, Coen può muoversi come un umano: entrare in luoghi sacri, parlare con sacerdoti, utilizzare magie specifiche. Di notte, in forma vampirica, può scalare edifici, muoversi sui tetti, spiare rituali segreti e affrontare nemici potentissimi, con approcci completamente diversi alla stessa missione.
Rebel Wolves definisce questa struttura un “narrative sandbox”: le conseguenze delle azioni del giocatore dipendono non solo dalle scelte di dialogo, ma anche dal momento della giornata, dalle relazioni con gli NPC e dall’ordine con cui si affrontano le quest. Il limite temporale della storia principale funziona più come nei Persona: il tempo avanza in base alle attività svolte, non come un conto alla rovescia costante.
Combattimento tra Witcher, Sekiro e Kingdom Come
Anche il sistema di combattimento riflette questa filosofia ibrida. The Blood of Dawnwalker mescola elementi di The Witcher 3 (spade e magie), Sekiro (difesa che diventa attacco, importanza delle parate) e Kingdom Come: Deliverance (combattimento direzionale e più “terreno”).
Il giocatore deve scegliere la direzione di attacco e difesa, gestire la stamina degli avversari e sfruttare le parate per aprire finestre offensive decisive. Ancora una volta, la forma di Coen cambia tutto: da umano usa incantesimi e maledizioni, da vampiro artigli, agilità sovrumana e abilità di mobilità avanzata, senza rinunciare completamente alle armi.
In forma vampirica, Coen accede a poteri di movimento come Shadow Step, una sorta di teletrasporto a corto raggio, e Plane Shift, che gli permette di camminare su muri e soffitti. Tutto questo è legato a un sistema di fame: per mantenere i poteri, il protagonista dovrà nutrirsi di umani, animali o altre creature, aggiungendo un ulteriore livello di gestione morale e meccanica.
Quindi…quando?
Rebel Wolves non ha ancora annunciato una data ufficiale, ma l’uscita è prevista per il 2026. In un panorama in cui i grandi giochi sui vampiri sono rari e spesso deludenti, The Blood of Dawnwalker si propone come un progetto ambizioso: meno power fantasy, più tensione narrativa, scelte difficili e un mondo che reagisce davvero al giocatore.
Se manterrà le promesse, potrebbe diventare non solo l’erede spirituale di The Witcher, ma qualcosa di diverso e, forse, ancora più oscuro.
“In un panorama in cui i grandi giochi sui vampiri sono rari e spesso deludenti” ogni riferimento a persone/cose/ Vampire Bloodlines 2 è puramente casuale