Ubisoft ha annunciato il rinvio della pubblicazione dei risultati finanziari relativi al primo semestre dell’anno fiscale 2025-26, richiedendo contestualmente la sospensione temporanea delle contrattazioni delle proprie azioni e obbligazioni su Euronext.
La decisione, comunicata ufficialmente dalla società francese, mira a evitare possibili fluttuazioni anomale del titolo in seguito all’annuncio del ritardo:
Ubisoft ha richiesto a Euronext di sospendere le negoziazioni delle proprie azioni (FR0000054470) e delle proprie obbligazioni (FR001400DV38, FR001400MA32 e FR0014000087) a partire dall’apertura del mercato del 14 novembre 2025, fino alla pubblicazione dei risultati del primo semestre 2025-26, prevista nei prossimi giorni.
Il rinvio rappresenta un evento inusuale per la compagnia e ha immediatamente alimentato speculazioni sul motivo della decisione. Gli analisti ipotizzano che alla base possano esserci semplici questioni contabili o legali da chiarire prima della diffusione dei dati, ma non si escludono trattative in corso o criticità interne più significative.
Un presunto memo interno, trapelato grazie a Tom Henderson, offrirebbe qualche dettaglio in più. Nel documento, il Chief Financial Officer Frederick Duguet spiega che il ritardo è legato alla necessità di completare alcune procedure di chiusura contabile:
Ci stiamo prendendo un po’ più di tempo per finalizzare la chiusura del semestre e, di conseguenza, pubblicheremo i risultati nei prossimi giorni anziché stasera. A causa delle normative legali, non possiamo condividere ulteriori informazioni. Per limitare le speculazioni e la volatilità del mercato durante questo breve ritardo, abbiamo chiesto a Euronext di sospendere le negoziazioni fino all’annuncio dei risultati.
Il CFO ha inoltre invitato investitori e media a seguire la conferenza che si terrà sul sito ufficiale della compagnia subito dopo la pubblicazione dei dati, promettendo maggiore trasparenza una volta completata la revisione.
In un contesto di forte esposizione mediatica, la scelta di sospendere le contrattazioni appare dunque come una misura prudenziale, volta a evitare che l’incertezza si traduca in reazioni negative sul mercato.
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