Negli ultimi mesi Xbox è finita al centro delle polemiche per alcune pratiche considerate poco trasparenti e penalizzanti per i consumatori. Il colosso americano del gaming ha aumentato il prezzo dell’abbonamento Xbox Game Pass del 50%, dopo aver già ritoccato al rialzo, per due volte in un solo anno, il prezzo delle console Xbox Series.
Parallelamente, Microsoft continua a spingere verso un ecosistema sempre più svincolato dall’hardware, rendendo i propri titoli giocabili ovunque. Una strategia che, tuttavia, solleva timori crescenti nella community, soprattutto a causa di alcune campagne pubblicitarie giudicate particolarmente anti-consumatore.
Un caso emblematico arriva da Silent Hill f, nuovo capitolo della celebre saga horror. Come segnalato da un utente su Reddit, Xbox ha promosso il gioco specificando chiaramente che l’acquisto darà diritto unicamente a una licenza d’uso, e non alla proprietà effettiva del titolo.
Si tratta, tecnicamente, di una condizione sempre esistita nel mercato videoludico digitale. Tuttavia, nessuna azienda aveva mai scelto di sottolinearla apertamente nella promozione di un titolo AAA, tantomeno sulla propria piattaforma. L’annuncio è stato definito “bizzarro” e ha alimentato il malcontento tra i giocatori.
Alcuni commenti sottolineano che, se questa realtà fosse stata comunicata con maggiore trasparenza in passato, il pubblico avrebbe forse reagito diversamente alla progressiva scomparsa dei supporti fisici. Altri utenti si sono detti indignati per uno scenario in cui non è più possibile possedere davvero ciò che si acquista.
Non sono mancate, infine, le voci a difesa di Xbox, secondo cui l’azienda starebbe semplicemente informando correttamente i consumatori. Tuttavia, il dibattito solleva una domanda di fondo: ha ancora senso un modello di mercato in cui il diritto di proprietà sul prodotto acquistato è praticamente inesistente?
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