Home Videogiochi Ma voi vi ricordate Scalebound? Rinfreschiamoci la memoria

Ma voi vi ricordate Scalebound? Rinfreschiamoci la memoria

Negli ultimi giorni, incredibilmente, si è tornati a parlare di Scalebound. Lo ricordate, vero? Era quel curioso titolo action di Platinum Games per Xbox One, una delle esclusive di punta per Microsoft quando ancora l’azienda seguiva le mosse della concorrenza e non aveva in mente di lanciare un giorno il rivoluzionario Xbox Game Pass. Un gioco che catturò su di esso l’attenzione di molti giocatori – chi scrive, in primis, ossia colui che acquistò una Xbox One proprio in previsione di giocare un giorno Scalebound.

Sì, giocarlo, un giorno. Giorno che però non è mai arrivato. Nel 2017, esattamente sei anni fa, Microsoft cancellò lo sviluppo di Scalebound, lasciando Platinum Games a bocca asciutta e spostando le sue attenzioni verso altro – ovviamente il Game Pass, a discapito dei grandi progetti esclusivi, salvo poi lanciarsi in imponenti acquisizioni per ampliare le proprie possibilità. Smarrimento, stupore, sgomento: questi erano i sentimenti di quei giocatori che erano rimasti rapiti dalle prime sequenze di Scalebound, e che ora (a quell’epoca, ovviamente) si ritrovavano di fronte a una notizia che nessuno avrebbe voluto sentire.

Da alcuni giorni, dicevamo, il nome di Scalebound è tornato a farsi vivo nelle cronache videoludiche. In realtà, più volte nel corso degli anni il gioco ha fatto capolino qua e là tra le indiscrezioni più o meno probabili (nel 2019 una clamorosa voce di corridoio affermava che Scalebound fosse stato resuscitato da Nintendo per fare un’esclusiva Switch… quattro anni dopo, siamo ancora qui a sperarci), e anche quest’ultimo rumor non fa differenza, se non per il fatto che coinvole di nuovo Microsoft: il gigante di Redmond sarebbe in trattative con Platinum per riavviare il progetto. Vero? Falso? E chi può dirlo. Platinum Games ci ha abituato a colpi di scena, vedasi quel Bayonetta 3 che nessuno pensava sarebbe più arrivato, e Xbox ha in effetti bisogno di grandi nomi per il suo servizio. Ma questo, a dire il vero, è solo l’ultimo capitolo di quella travagliata storia che è stata la nascita, crescita e prematura morte di Scalebound, che vogliamo ripercorrere insieme a voi.

Lontano nel tempo

scalebound

La presentazione di Scalebound risale all’E3 2014. Sono passati meno di dieci anni, eppure quella Microsoft (anzi, quel reparto Xbox) che presentò Scalebound non ha praticamente nulla a che vedere con l’azienda dei giorni nostri, molto più concentrata sulla sua crescita e sulla creazione di una vasta community. Insomma, penso che ricordiamo tutti molto bene il disastro che fu la presentazione di Xbox One nel 2013 tra giochi usati, always online, servizi TV e altro. La società ebbe modo di correggere il tiro successivamente, anche se il destino di Xbox One restò indelebilmente segnato da scelte poco chiare o sbagliate, che lasciarono la strada spianata a Sony con la sua PS4. Tra i tentativi di rifarsi un nome, c’era appunto Scalebound, esclusiva third party che sarebbe giunta solo su Xbox One. Sì, solo su console, neppure PC. Come dicevamo, erano tempi molto diversi.

Anche se Scalebound è stato presentato ufficialmente nel 2014, le prime idee di Platinum Games risalgono addirittura al 2007. Chiaramente in quel momento lo studio nipponico non aveva in mente il vero e proprio concept finale del gioco, ma una prima bozza che riguardava il mondo di gioco e le dinamiche era sul tavolo come una delle possibilità da esplorare. All’epoca, tuttavia, i dirigenti di Platinum scelsero di mettere in sviluppo Bayonetta, lasciando Scalebound nel cassetto dei desideri per un secondo momento. Il gioco resterà in realtà a lungo in questo limbo, con la software house che dopo Bayonetta lavorerà a Vanquish, Metal Gear Rising: Revengeance e The Wonderful 101, ma finalmente, quando lo studio raggiunge una certa tranquillità avendo ultimato tutti questi progetti, ecco che arriva l’occasione per realizzare questo sogno: i soldi di Microsoft.

Nel 2013 Redmond e i vertici di Platinum raggiungono un importante accordo commerciale relativo a Scalebound, che permette al gioco di entrare nella fase di sviluppo vero e proprio. Microsoft ottiene la proprietà del marchio di Scalebound, con l’intenzione di farne un’esclusiva di punta della sua Xbox One (e piattaforme future, ovviamente), mentre Platinum Games riceve supporto, finanziamenti e, ovviamente, una sana dose di serenità, cosa rara nel mondo dello sviluppo di videogiochi.

Con questi nuovi mezzi a disposizione, che includono ovviamente anche le performance della console, Kamiya e i suoi mettono sul tavolo tutte le idee precedentemente fissate per Scalebound, scegliendo con attenzione quali tenere, quali modificare e quali invece rimuovere. Del resto, sono passati già sei anni da quando per la prima volta Platinum ha abbozzato il gioco, e i gusti del mercato e dei giocatori sono cambiati. È così ad esempio che vengono abbandonati i dinosauri, presenti nella bozza iniziale, e viene invece introdotto un drago come compagno di viaggio del giocatore che poteva fungere da mezzo di trasporto e non solo, attaccando direttamente i nemici. Scalebound diventa così un gioco di ruolo avventuroso in terza persona, con un ampio mondo visitabile a cavallo del proprio drago e le immancabili, classiche dinamiche di combattimento di Platinum fuse con la creatura.

Il drago, di nome Thuban, avrebbe ad esempio potuto essere personalizzato non solo nell’aspetto ma anche nel set di mosse da usare durante il combattimento. Il protagonista, Drew, agiva in totale libertà con la sua vasta gamma di armi, indirizzando gli attacchi di Thuban verso un determinato obiettivo o prendendone il controllo attraverso la modalità Dragon Link, con il malus però di diventare un facile bersaglio. Il legame quasi simbiotico tra Drew e Thuban era inoltre importante per la curiosa “mutazione” che il protagonista aveva: Drew era infatti dotato di un braccio ricoperto di pelle di drago, che consentiva lui di scasionare i nemici per cercare punti deboli, curare Thuban e compiere nuovi attacchi sprigionando una misteriosa energia. Non sarebbero poi mancate nuove armi da scoprire nel corso della storia, ambientata nel mondo di Draconis, oltre ad altri elementi classici dei GDR action.

Negli anni, Scalebound si mostrò in diverse occasioni, facendo risaltare soprattutto quanto Drew e Thuban creassero un binomio innovativo che forniva possibilità inedite al gameplay. I giocatori di tutto il mondo, vedendo cosa Scalebound aveva da offrire, erano davvero in visibilio, e in molti pensavano che questa attesa IP sarebbe stata il fiore all’occhiello di Xbox One consentendole di recuperare il terreno perduto sulla rivale. In più, ogni nuova notizia era una sorpresa. All’E3 2015 Microsoft e Platinum rivelarono che, sebbene il focus principale fosse rivolto a una storia single player, Scalebound avrebbe avuto anche una componente multigiocatore cooperativa, nella quale fino a quattro giocatori potevano combattere fianco a fianco. In quell’occasione, l’uscita del gioco venne fissata al 2016, salvo poi rinviarla al 2017 poco tempo dopo. Poco male, pensavamo tutti. Pensavamo male.

“Biascica, chiudi tutto”

9 gennaio 2017. Su internet si rincorrono voci preoccupanti intorno al nome di Scalebound, voci corroborate addirittura da Kotaku che, chiedendo un chiarimento ai diretti interessati, non ricevette risposta. Era solo questione di ore: lo stesso giorno, poche ore dopo il report di cui sopra, Platinum Games e Microsoft confermano ufficialmente a Eurogamer che lo sviluppo di Scalebound era stato cancellato, lasciando così a bocca aperta giocatori e addetti ai lavori. All’epoca, una spiegazione ufficiale in merito a questa inaspettata e brutale cancellazione non venne fornita, ma emersero diatribe tra Microsoft e Platinum a causa dei lunghi tempi di sviluppo che si prospettavano per Scalebound. Nella nostra notizia relativa alla cancellazione del gioco, riportavamo:

I lavori su Scalebound, a detta dei referenti di Eurogamer, sono peggiorati dopo la GamesCom di Colonia, l’ultima apparizione in pubblico del gioco. Platinum Games ha cercato di accelerare i tempi, ma anche alcuni anziani sviluppatori del team sono stati costretti ad abbandonare a causa di un eccessivo stress sul posto di lavoro. Il rapporto tra Microsoft e il team di Osaka si è incrinato, e da qui la conseguente decisione di abbandonare lo sviluppo.

Secondo le prime ricostruzioni dunque, Microsoft premeva per avere Scalebound il prima possibile, e non era più disposta a ulteriori rinvii da parte del team di Platinum che invece necessitava di maggior tempo per costruire un titolo così ambizioso. Con sorpresa di tutti, il gioco viene quindi cancellato, una notizia devastante per la community Xbox se si pensa che arrivava meno di un anno dopo un’altra illustre cancellazione, quella di Fable Legends, che portò anche alla chiusura di Lionhead Studios.

All’epoca la questione non venne approfondita da Microsoft e Platinum, che si limitarono alle classiche frasi di circostanza – “Ci dispiace”, “Siamo stati bene”, “Proseguiamo verso altre strade”, e così via. In tutto questo i giocatori Xbox erano ovviamente delusi, specie dopo che Sony, all’E3 2016, aveva sganciato alcune clamorose bombe per PS4 come God of War, Death Stranding e Days Gone. Il silenzio intorno a Scalebound regnerà sovrano fino al 2019 quando Atsushi Inaba, oggi CEO di Platinum, dichiarò che la colpa della cancellazione di Scalebound non era da attribuire allo studio o a Microsoft ma a entrambe le parti, poiché lo sviluppo non stava funzionando come publisher e developer speravano.

La questione venne ripresa anche da Hideki Kamiya nel 2020, il quale, nel corso di un’intervista, parlò miracolosamente di Scalebound. Il progetto era ripartito? No, certo che no. Kamiya spiegò più nel dettaglio cosa era andato storto durante lo sviluppo del gioco, a quanto pare fin troppo ambizioso per le possibilità di Platinum Games in quel momento. Kamiya spiegò infatti che negli anni di Scalebound lo studio non aveva alcuna esperienza per creare un gioco con funzionalità specifiche incentrate sulla componente multigiocatore online (oddio, non che oggi Platinum abbia maturato tutta questa esperienza, come dimostra il loro ultimo gigantesco fallimento), e questo aveva portato a uno sviluppo che sembrava non intravedere una fine. Questa ossessiva ricerca della perfezione, causata anche dalle elevatissime aspettative dei giocatori, stava portando a crunch e danni alla salute mentale degli sviluppatori, e oltre a questo Kamiya rivela che il motore scelto per Scalebound, l’Unreal Engine 4, aveva inaspettatamente creato più di un grattacapo al team di sviluppo. Per tutti questi motivi, con una Microsoft che stava inoltre guardando verso altri lidi, l’unica soluzione per Platinum fu quella di abbandonare il progetto.

Nonostante tutto questo, Platinum non ha mai abbandonato il sogno di poter ultimare, un giorno, Scalebound. Chiaramente però i desideri dello studio si scontrano con gli accordi esistenti: Scalebound è un’IP di Xbox, e fino a quando Phil Spencer, o chi per lui, non deciderà che il progetto può ripartire, nulla potrà essere fatto. Ma questo, forse, è solo il sogno di Platinum Games, così come di tanti giocatori, me compreso, che rimasero estasiati di fronte alla bellezza di Scalebound. Indubbiamente, uno dei più grandi rimpianti dell’ultimo decennio.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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