Home Videogiochi Recensioni Lost Records: Bloom & Rage (Tape 2: “Rage”) | Recensione

Lost Records: Bloom & Rage (Tape 2: “Rage”) | Recensione

La prima parte di Lost Records: Bloom & Rage, non ci aveva del tutto convinti: d’altra parte, si trattava di una storia a metà. Ora che abbiamo giocato tutta la nuova avventura DON’T NOD, possiamo invece tirare le somme sull’esperienza complessiva.

Scopriamo insieme se la storia di Swann, Kat, Autumn e Nora è davvero la degna erede di Life is Strange… o se invece si tratta di un buco nell’acqua. Anzi, nella foresta, in questo caso.

Non faremo grandi spoiler di trama, quindi potete godervi questa recensione senza timori!

Versione provata: PS5

Ringraziamo Don’t Nod per il codice review.

Leggi anche:

Lost Records: Bloom & Rage, la recensione del Tape 1

Lost Records: il “Tape 2” è più breve e presenta gli stessi problemi tecnici della prima parte

La storia delle quattro protagoniste prosegue esattamente da dove l’avevamo lasciata, continuando con l’alternarsi dei due piani temporali presente-1995. A livello di gameplay, questa seconda parte non aggiunge nulla, anzi, sottrae. Utilizziamo meno la videocamera, e non è nemmeno troppo un male: si tratta di una meccanica noiosa e fine a sé stessa, utile solo a collezionare qualche trofeo in più.

Pur senza correre, siamo arrivati ai titoli di coda in circa 4 ore, quindi la seconda parte è più breve del “Tape 1”, che si prendeva i suoi tempi per introdurre i personaggi e le atmosfere del gioco.

L’intero gameplay si basa sui dialoghi, che confermiamo essere ben scritti e dinamici: dovremo stare attenti a scegliere tra risposte di getto, silenzi ponderati o attese calibrate (a volte, con il passare dei secondi, compaiono nuove possibilità di risposta). In questa seconda parte si fa ampio uso dei dialoghi “sbloccabili” guardandosi intorno e lasciandosi ispirare dall’ambiente: questa meccanica però rallenta il tutto e toglie realisticità al discorso, in quanto il nostro interlocutore aspetta pazientemente che noi esaminiamo i dintorni in cerca di risposte.

Il dialogo resta al centro del gameplay di Lost Records

A livello tecnico, l’impatto visivo resta molto bello, con colori sgargianti ed evocativi. Anche il design dei (pochissimi) personaggi ci convince. Le quattro protagoniste in particolare sono bellissime: ognuna unica, con una sua particolarità, senza tuttavia diventare macchiette stereotipate. Purtroppo però, questo non basta per fare di Lost Records: Bloom & Rage un gioco soddisfacente.

Le stesse imperfezioni tecniche che avevamo riscontrato nel “Tape 1” sono presenti anche nel “Tape 2”, in particolare siamo incappati in una delle protagoniste ferma in posizioni strane per gran parte delle scene finali, il che, capite bene, ha un po’ smorzato l’emozione del momento.

Bloom & Rage è comunque un gioco prettamente narrativo… quindi, ahinoi, dobbiamo parlare di questa storia di amicizia e perdita.

La meccanica della telecamera è un mero pretesto per racimolare collezionabili

Lost Records: una trama che incespica e, alla fine, non riesce a spiccare il volo

La seconda parte di Bloom & Rage non offre particolari rivelazioni, ma tratta con cura e delicatezza argomenti difficili come la malattia, la perdita, il bullismo, la dipendenza affettiva. Questo è un gran punto a favore dell’avventura DON’T NOD, che riesce a rendere determinati dialoghi e scene piuttosto delicate con la giusta realisticità, seppur correndo un po’ troppo, a nostro avviso.

Nonostante questo, è difficile promuovere la storia, che di fatto non decolla mai e sfiora momenti di totale no-sense, pur di dare allo spettatore un minimo di azione. Perché il vero problema di Lost Records: Bloom & Rage è l’essere sostanzialmente privo di veri snodi di trama che facciano avanzare il racconto, fatta eccezione per il finale del “Tape 1”. Per il resto si tratta di puro “slice of life” e di azioni che non sembrano avere reali conseguenze sul finale del gioco e sulla vita delle quattro protagoniste.

Nora, Kat, Swann e Autumn

L’elemento magico-paranormale, che costituiva una parte importante del gameplay e della storia di Life is Strange, qui risulta campato per aria e abbastanza futile, facendoci arrivare alla fine della storia con non pochi punti interrogativi. Cosa rappresenta davvero questo oscuro abisso nel bosco di Velvet Cove? Ognuno dovrà dare la sua interpretazione.

Un personaggio in particolare ci ha fatto davvero storcere il naso: Corey, il fidanzato della sorella di Kat, è il villain dell’intera storia, ed è animato da una cattiveria atavica, ingiustificata e ingiustificabile. Di suo è un bulletto senza cuore, non c’è davvero modo di salvarlo, eppure la giovane fidanzata è intrappolata in una dipendenza affettiva senza senso. In questa storia nessun adulto gioca un ruolo importante, rendendo il microcosmo di Lost Records poco credibile e piatto, soprattutto davanti a certe situazioni estreme (vandalismo, violenza, malattia…).

Purtroppo, nemmeno le scene ambientate nel presente ci hanno convinti per la loro totale staticità (le ragazze stanno sempre ferme in un bar), anche se abbiamo apprezzato i dialoghi che le costituiscono. Non aspettatevi grandi colpi di scena finali, non ce ne sono.

Le scene nel presente non offrono particolare azione

6.5
Riassunto

Lost Records: Bloom & Rage, riprende Life is Strange nelle atmosfere e nella costruzione scenica, tuttavia è anni luce da quel tipo di narrazione. La storia non convince per un cast di personaggi troppo limitato e per una trama povera di eventi. L'elemento paranormale resta poco approfondito e non fa parte del gameplay, che rimane basato unicamente sui dialoghi (nella seconda parte, utilizziamo meno anche la videocamera). In sostanza, un gioco con alcune belle scene, ma abbastanza trascurabile.

Pro
Temi difficili trattati con la giusta delicatezza Le protagoniste hanno un bellissimo design Belle atmosfere e ambientazioni curate
Contro
La trama non decolla mai e risulta poco credibile Difetti tecnici che distruggono l'immersività La videocamera serve solo per i collezionabili
  • Valutazione6.5
Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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