Quando durante il Direct dedicato a Switch 2 Nintendo annunciò il ritorno di Donkey Kong con un titolo in 3D, l’entusiasmo fu immediato (anche se molti si aspettavano Mario come protagonista). Tuttavia, nessuno era davvero preparato alla potenza, alla brillantezza e alla freschezza che Donkey Kong Bananza ha dimostrato fin dai primi minuti di gameplay.
Dopo averlo provato in anteprima in occasione dell’evento di Milano dello scorso 25 aprile per circa venti minuti, possiamo dirlo senza esitazioni: ci troviamo davanti ad uno dei progetti più ambiziosi e sorprendenti della nuova generazione Nintendo.
Un’eredità pesante, ma sulle spalle giuste
Lo sappiamo perfettamente, Donkey Kong non è solo un’icona, è un pezzo di storia videoludica. Riportarlo al centro della scena senza tradirne l’essenza era una sfida non da poco, eppure la casa della grande N sembra aver trovato la formula perfetta. L’approccio scelto per Bananza è infatti quello del semi-open world, quindi una struttura a livelli ampi e liberamente esplorabili, che richiama da vicino il design di capolavori come Super Mario Odyssey, pur mantenendo una propria forte identità.
Dopo un tutorial in cui abbiamo imparato le basi del movimento, dell’interazione ambientale e della raccolta di oggetti, il gioco ha spalancato davanti ai nostri occhi un vasto mondo brulicante di attività. La missione principale è chiara: recuperare le misteriose banane cristalline, disseminate ovunque in livelli pieni di trappole, nemici e segreti (tanti, tanti segreti).
I frutti preferiti del peloso protagonista fungono da ricompensa primaria, e sono ottenibili in diversi modi: superando sfide platform, risolvendo enigmi ambientali, sconfiggendo mini-boss o semplicemente esplorando a fondo ogni anfratto della mappa. Ogni banana raccolta è celebrata con un breve filmato e un titolo specifico, una scelta stilistica che spinge il giocatore a collezionarle tutte, proprio come accadeva con le Lune di Odyssey o i Soli di Super Mario Sunshine.
Esplorazione e distruzione: il doppio cuore del gameplay
A differenza di Mario, che premia agilità, destrezza e inventiva, Donkey Kong punta tutto sulla forza bruta. Ogni elemento dell’ambiente sembra rispondere al suo tocco: pareti da scalare, rocce da sradicare, pavimenti da sfondare con un pugno. Il senso di fisicità è tangibile, quasi “pesante” sotto le dita, merito di un eccellente lavoro sui controlli e sul feedback aptico dei nuovi Joy-Con.
Le possibilità offerte dal sistema di distruzione ambientale sono numerose e intelligenti: strappare un blocco dal terreno e usarlo come surf per attraversare rapide, abbattere intere pareti per aprirsi nuovi percorsi nascosti o scagliare massi contro gruppi di nemici. I comandi giroscopici, integrati perfettamente nel sistema di gioco, offrono una mira fluida e precisa, pur lasciando sempre la possibilità di utilizzare i controlli tradizionali.
Queste meccaniche necessitano naturalmente di essere padroneggiate al meglio, cosa che purtroppo non ci è stata possibile dato il risicato tempo a disposizione. Ciononostante, la quasi completa distruttibilità delle componenti è qualcosa di appagante e che mette in mostra i muscoli non solo di Donkey Kong, ma anche del codice di gioco, che tranne alcuni piccoli cali di frame nelle fasi più concitate, si è comportato davvero molto bene.
Nemici, mondi e atmosfera
Durante la nostra prova, abbiamo affrontato per lo più i “Crockoids”, una nuova specie di rettili corazzati dall’aspetto minaccioso ma dallo scheletro fragile. Le battaglie sono rapide, spettacolari e incredibilmente soddisfacenti: vedere i gusci dei nemici frantumarsi in mille pezzi al contatto con un masso lanciato da Donkey Kong è puro piacere, e spinge a trovare sempre nuove combinazioni per liberare la strada.
Nonostante la build di gioco non fosse recentissima, dal punto di vista artistico Donkey Kong Bananza non ci ha lasciati delusi. I livelli visitati mostrano infatti una varietà impressionante: si passa senza soluzione di continuità da grotte sotterranee invase da fiumi d’oro fuso, a verdi colline erbose sferzate dal vento, a canyon desertici pieni di geyser di lava. Ogni area è piena di vita, curata nei minimi dettagli, e offre sempre qualcosa di nuovo da vedere o da fare.
Anche la colonna sonora accompagna perfettamente l’azione, mescolando brani orchestrali a ritmi tribali più tradizionali, rievocando lo spirito delle origini della serie.
Un futuro luminoso per Donkey Kong?
Dopo questa rapida ma intensa prova, l’impressione è chiara: Donkey Kong Bananza non è solo un ritorno, ma una vera e propria rinascita per uno dei personaggi più amati di Nintendo. Il gameplay è solido, innovativo e incredibilmente divertente; la direzione artistica è ispirata e il livello di cura e rifinitura già percepibile lascia ben sperare per il prodotto finale.
Sarà interessante vedere come si evolveranno la difficoltà, la varietà di nemici e il numero di mondi esplorabili nella versione completa. Se il resto del gioco manterrà il livello visto in questa anteprima, potremo trovarci di fronte non solo a uno dei migliori titoli di lancio di Switch 2, ma anche ad uno dei giochi più importanti dell’anno.
Ricordiamo infatti che Donkey Kong Bananza è previsto per il prossimo 17 luglio.
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