Home Cinema Thunderbolts*, la recensione: la famiglia che mancava, la Marvel che sorprende

Thunderbolts*, la recensione: la famiglia che mancava, la Marvel che sorprende

Cosa succede quando prendi una serie di antieroi o superdotati con un passato decisamente poco splendente, e li metti contro una forza della natura semplicemente inarrestabile? Quell’aborto di Suicide Squad di David Ayer provò a dare una risposa alla domanda nel 2016, sbagliando su quasi tutta la linea. Thunderbolts*, diretto da Jake Schreier, lo fa invece incredibilmente bene. Incredibilmente, sì, perché in pochi avevano (e avevamo) speranze su questa pellicola, che invece sorprende e non poco.

Siamo su una Terra che ormai da tempo, da troppo tempo, sembra abbandonata a sé stessa, un po’ come tutto il Marvel Cinematic Universe. Con gli Avengers che hanno concluso la loro carriera con la grandiosa disfatta di Thanos, il mondo si è popolato di persone poco raccomandabili, truffatori, malviventi, ma soprattutto uomini di potere che ora si sentono in diritto di fare qualsiasi cosa in nome della sicurezza.

Al centro di Thunderbolts* c’è un’ormai vecchia conoscenza del MCU, che negli anni ha disseminato una matassa di indizi che si è poi dipanata in questa pellicola: Valentina Allegra De Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) è stata impegnata in giochi di potere e pericolose sperimentazioni per ambire al potere, con operazioni al limite del legale – se non oltre. Del resto, l’avevamo vista arruolare in più occasioni personaggi con vite decisamente controversi. John Walker (Wyatt Russell), ad esempio, ossia il decaduto Captain America che il mondo ha disprezzato. O Yelena Belova (Florence Pugh), ex Vedova Nera divenuta ormai una mercenaria a tutti gli effetti – ma ormai insofferente di fronte alla propria vita incredibilmente adrenalinica ma paradossalmente noiosissima.

Thunderbolts* maschera con i supereroi un film dolce, a tratti toccante, che vuole esplorare quella parte più oscura dell’animo umano che tutti, purtroppo, possediamo. Quella piccola parte, non sempre piccola, che frena le inibizioni, che rallenta la vita, che costringe a vedere tutto dalla prospettiva di una sconfitta. Lavoro, casa, solitudine, e si ricomincia. Pugh, la più in palla in tutto il film per interpretazione e voglia di mostrarsi, sembra la rappresentazione di molti di noi: è alla ricerca di qualcosa, ma non sa neanche bene cosa. È straordinariamente capace nel suo lavoro (che non è un lavoro di tutti i giorni, diciamocelo), ma nulla sembra soddisfarla.

Per quello che vediamo, per come lo vediamo, Thunderbolts* è una novità nel MCU. Sì, ci sono le solite scazzottate ben coreografate (la scena del primo incontro tra i Thunderbolts è molto intensa, atta a far capire in pochi ma efficacissimi secondi quali sono le potenzialità così come le debolezze del team), c’è il solito super-villain che pare indistruttibile ma sul quale il film ragiona egregiamente (ancora una volta, altro che quell’obbrobrio di Suicide Squad), c’è il solito plot twist centrale che si può prevedere.

Ma Schreier, alla regia, riesce a farci vedere tutto da un punto di vista dannatamente crudo, forte. Ci sono alcune sequenze di Thunderbolts* che tra inquadrature, fotografia e messa in scena forse non abbiamo mai visto prima nell’ambito dei Marvel Studios, solitamente invece sempre ben attenti a standardizzare la formula salvo alcuni casi – la mano di Sam Raimi su Doctor Strange 2, ad esempio, era ben riconoscibile.

Da brutto anatroccolo a cigno: questo potrebbe essere il destino della pellicola, capace di ritagliarsi uno spazio non solo in un MCU che (finalmente!) sta facendo ordine tra tutto quello che è stato mostrato negli ultimi 5 anni, ma anche al di fuori dell’ambito supereroistico. Perché, del resto, alcuni di questi personaggi hanno ben poco di supereroistico – a parte qualche siero del supersoldato di troppo, sul qualche anche il film scherza.

Ci troviamo quindi di fronte a un film straordinario? No, ma sicuramente tra i migliori di quel caos produttivo che purtroppo è stata la Multiverse Saga, tra una pandemia di troppo e un Bob Chapek capace di rovinarsi con le sue stesse mani.

Thunderbolts* arriva al sodo, lo fa bene, presenta i personaggi come devono essere presentati, racconta una storia non sconvolgente ma bella da vivere, dall’inizio alla fine. Cerca anche di infilarci una punta di intrigo politico, ma senza riuscirci, e anzi perdendosi pure nel finale che sembra mancare di un pezzettino per concludere la narrazione. Pur costruendo un’alchimia interessante anche tra coloro che non si sono mai visti, non riesce a esaltare tutti i personaggi (Ghost è poco più di una comparsa, Bucky appare poco ma porca miseria è un Terminator che ci ha fatto impazzire in sala), ma regala a Yelena, Red Guardian (David Harbour) e Bob (il bravissimo Lewis Pullman, intrappolato in un doppio e pericolosissimo ruolo) il palcoscenico che sognavano e meritavano da tempo. La dinamica padre-figlia, in una famiglia tutt’altro che tradizionale, è tra le scelte più azzeccate. Ma del resto, anche l’intero team è una famiglia tutta nuova per l’MCU.

Dove Thunderbolts* funziona davvero, al cento per cento, è quando si allontana del tutto dai supereroi e cala nell’animo umano. Affronta temi cupi e sconvolgenti, e lo fa attraverso parole, immagini, sensazioni tangibili. Uniteci al mix un po’ di sane scazzottate, e il gioco è fatto.

4
Review Overview
Riassunto

Usciti dalla sala, siamo rimasti piacevolmente sconvolti: Thunderbolts* a tratti non sembra neppure un film Marvel, ma un'opera più complessa e introspettiva, lontana dai semplici supereroi. È un'avventura degna dei suoi personaggi principali, spesso trascurati. Si cimenta con toni più cupi, dark, senza però mai venire meno alla consolidata formula della vivacità MCU. E lo fa davvero bene.

  • Giudizio complessivo4
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Thunderbolts*: la spiegazione delle scene dopo i titoli di coda

Come da tradizione, anche Thunderbolts* include alcune scene dopo i titoli di...

9

Star Wars: Andor 2, la recensione del secondo capitolo

Il primo capitolo della seconda stagione di Andor aveva già lasciato ottime...

Nove perfetti sconosciuti: il trailer della seconda stagione, da maggio su Amazon Prime

Amazon Prime Video ha rivelato il trailer di Nove perfetti sconosciuti, la...

La stampa elogia Thunderbolts*: recensioni superiori a Guardiani della Galassia 3!

Thunderbolts* uscirà nei cinema italiani domani, ma in queste ore la stampa...

Chi siamo - Contatti - Collabora - Privacy - Uagna.it © 2011-2025 P.I. 02405950425