Home Videogiochi Recensioni Gears of War: Reloaded | Recensione

Gears of War: Reloaded | Recensione

Siamo testimoni di un momento storico, e penso che siamo tutti d’accordo. Siamo di fronte a qualcosa di simile a quello che accadde nel 2001 quando Sonic, fino a quel momento mascotte di SEGA, arrivò su una console Nintendo. O nel 2007, quando Valve, simbolo del PC, portò su console le sue più preziose perle come Half-Life 2 e Portal. Oggi, invece, siamo di fronte a un altro evento che resterà negli annali: l’Orda di Locuste di Gears of War invade per la prima volta PlayStation.

Le circostanze, comunque, sono diverse. Nulla di paragonabile al passaggio del porcospino blu dalle parti della grande rivale, decretando la definitiva sconfitta di SEGA in ambito hardware. Qui, appunto, la questione è un’altra: i muri tra le console si stanno facendo ormai sottilissimi (basti pensare che il 26 agosto, giorno di lancio di Gears of War: Reloaded, Helldivers 2 farà il percorso opposto e arriverà su Xbox), e Microsoft ormai da un anno e mezzo sta esportando le sue IP ovunque per ampliare il suo bacino d’utenza.

Finora, però, a parte Forza Horizon 5, nessuno dei grandi e storici big di Xbox aveva mai osato tanto. E invece, eccoci qui: Marcus Fenix, il simbolo assoluto delle prime generazioni di Xbox insieme a Master Chief, è arrivato su una console Sony, e lo fa nel modo più logico, ossia con un rilancio del primo, indimenticabile capitolo, per consentire a tutti di scoprire, o riscoprire, il capolavoro targato Epic Games del 2006. Lo abbiamo rigiocato per la non-sappiamo-neanche-quante volta, ma stavolta, appunto, su PS5. Ve ne parliamo qui.

Versione provata: PlayStation 5

Mi piace l’odore di Locuste morte la mattina

Gears of War: Reloaded non ha mai nascosto i suoi intenti: riportare in auge il primo capitolo della saga 19 anni dopo l’uscita originale, ma soprattutto 10 anni dopo l’uscita della Ultimate Edition su Xbox e PC. Rimarcare quest’ultimo dettaglio è importantissimo, perché serve a far capire la reale natura del progetto: Reloaded non è una ricostruzione da zero di Gears 1, bensì un upgrade, principalmente tecnico, della remastered appunto pubblicata un decennio fa. Una remastered della remastered, se così vogliamo definirla; qualcosa che oggi spaventerebbe a morte i detrattori di The Last of Us. Ma sorvoliamo.

Ma, del resto, andare a toccare un capolavoro non è mai semplice. Virtuos ci ha provato con Metal Gear Solid Delta, e non è andata proprio benissimo (ecco la nostra recensione). Gears of War, allo stesso modo, fu un gioco semplicemente unico per l’epoca, un titolo che ebbe per gli sparatutto in terza persona lo stesso impatto di un Mario 64 per i platform, o di Halo sugli FPS. L’opera di Epic Games elevava il genere verso nuove vette di qualità visiva, storia, sonoro e gameplay, senza dimenticare il multiplayer online, nel 2006 ancora agli albori per moltissimi utenti, che fu una delle sue più grandi trovate. Gears of War si impose da subito grazie alla potenza fisica che trasudava da tutti i pori, la sua violenza gratuita ma perfetta, dando inizio non solo a una saga di enorme successo, ma anche a una vera e propria rivoluzione per i TPS. 

Reloaded, proprio come la Ultimate Edition, ci ricorda proprio questo: i bellissimi tempi andati di questo franchise, ma soprattutto la sopraffina qualità con la quale Epic Games fu in grado di sconvolgere il mondo nel 2006. 

Per coloro che necessitano di un’infarinatura generale, il teatro bellico di Gears of War è il pianeta Sera, un mondo simile alla Terra ma differente per un importantissimo elemento: un giorno, una misteriosa razza, le Locuste, emerge dal sottosuolo, iniziando a devastare la civiltà degli umani. La situazione precipita quando i governi mondiali decidono di bombardare le grandi capitali del mondo, per cercare di arginare le Locuste, ma questo non porta ad altro che ulteriori guerre e lotte. 

A emergere, come spesso accade nelle migliori storie di Hollywood, sarà però una squadra di soldati in particolare, quella dei Gears di Marcus Fenix. Burbero ma potentissimo soldato armato di armi ammazza-locuste con tanto di motosega integrata, utile per squartare chi si avvicina troppo senza permesso, Fenix guida una squadra di machi senza pietà: Dom Santiago, Damon Baird e Augustus Cole, tutti specializzati in operazioni di rottura delle linee nemiche e infiltrazione per porre un freno alla minaccia delle Locuste. La storia, come ben sa chi l’ha già vissuta, è ricca di risvolti e colpi di scena; Epic Games riuscì, nell’opera originale, ad amalgamare alla perfezione un’esperienza ludica e allo stesso tempo cinematografica, cosa che il mondo dei videogiochi, in quegli anni, stava iniziando a fare sempre più con convinzione. Non mancano così risate, momenti epici e anche tragici, dando forma a una campagna eccezionale.

Proprio come nelle due release precedenti, la modalità è fruibile sia in single player che in cooperativa, online (sono presenti sia cross-play che cross-save) o anche locale, il che al giorno d’oggi è quasi un lusso. Segnaliamo, per chi si fosse perso a suo tempo la Ultimate Edition, che Reloaded ripropone anche 5 capitoli extra della storia inseriti nella parte centrale della narrazione, che prima erano presenti solo nella versione PC del gioco. 

Cosa cambia tra Ultimate e Reloaded?

La domanda è lecita: cosa offre Reloaded in più rispetto alla Ultimate Edition? E ciò merita la spesa?

Non prima di ricordare che i possessori della Ultimate Edition possiedono l’upgrade a Reloaded gratuitamente (questo quindi non vale su PS5, dove il brand debutta per la prima volta in assoluto), va precisato che il già ottimo lavoro della riedizione del 2015 è stato sostanzialmente intaccato, se non fosse per alcuni elementi grafici e tecnici che meglio adattano il gioco agli hardware attuali.

Già nella Ultimate Edition, The Coalition si preoccupò di sistemare alcuni elementi importanti di Gears of War, modernizzandolo quanto basta nei movimenti e in alcune dinamiche. È quindi il solito e solidissimo shooter in terza persona con sistema di coperture che possono essere aggirate per sorprendere il nemico da più posizioni (anche se non è ancora possibile spostarsi se è presente un alleato, con l’IA che non ha subito modifiche dalla Ultimate Edition e risulta così un po’ impacciata in alcuni momenti), ma Reloaded ripropone alcuni elementi, già ripresi dalla Ultimate, che Epic e The Coalition introdussero nei sequel di Gears. Marcus, così, è più agile ad esempio a sfruttare i ripari rispetto a quanto faceva nel 2006, anche se non di molto in confronto agli standard attuali.

Il gunplay, invece, rimane sostanzialmente invariato, e va benissimo così: parliamo di un gioco che, dalla gestione delle armi alla mira, riusciva a restituire sensazioni straordinarie, variando il feeling a seconda dell’arma utilizzata e introducendo anche alcuni elementi all’epoca nuovissimi e che conferivano dinamicità, come la ricarica attiva. Anche il fatto che le munizioni non sono sempre infinite, porta i giocatori a cambiare in corsa il proprio equipaggiamento, e a non restare ancorato dietro una copertura in attesa del nemico, che comunque non si comporta sempre allo stesso modo. 

Vale la pena ricordare inoltre che Epic, a suo tempo, fece un ottimo lavoro nel design delle missioni (non dei livelli, abbastanza scolastici e lineari), che tende ad avere variazioni interessanti. Una di quelle più coinvolgenti è quando Marcus e i suoi devono attraversare la città di notte, sotto la minaccia dei Kryll: si tratta di piccole ma voracissime creature volanti, che temono solo la luce. Sfruttare ogni barile esplosivo diventa quindi fondamentale per passare indenni, e anche la minima distrazione rischia di risultare fatale.

Se insomma il fronte gameplay è rimasto invariato dalla Ultimate, con tanto di alcuni bug che vengono riproposti (ecco, su questo forse sarebbe stato bello fare un piccolo sforzo in più), Reloaded sfrutta lo scheletro grafico e tecnico della prima riedizione per ammodernare ancora di più il comparto visivo. La Ultimate, ad esempio, arricchiva di dettagli alcuni ambienti di gioco, rendendoli più vivi o realistici, anche grazie a texture rimesse a nuovo e modelli dei personaggi molto più interessanti.

Reloaded non fa così tanto, ma lavora invece sull’affinare la qualità visiva. Una delle critiche maggiori mosse alla Ultimate fu ad esempio il frame rate della campagna, incapace di passare i 30 fps. Con Reloaded, fortunatamente, abbiamo il passo in avanti: è infatti presente una solidissima risoluzione 4K con 60 fps nella Campagna, che non conoscono cali; nel multiplayer, invece, si arriva anche a 120 fps. Insieme a ciò, c’è anche spazio per un netto miglioramento delle ombre, molto più nitide, e dell’illuminazione, che si percepisce soprattutto nelle missioni notturne, così come il supporto a moderne tecnologie quali HDR, Spatial Audio, Dolby Vision e Atmos, Variable Refresh Rate e Super Resolution tramite upscaling e antialiasing avanzato. Anche le texture, fortunatamente, sono state migliorate con effetti di post-processing.

Da vivere e da giocare, Gears of War: Reloaded è un titolo ancora oggi monumentale, e che non sembra invecchiato di un giorno nell’intensità; lo risulta, invece, se guardiamo alcuni elementi che, col tempo, il genere ha affinato, come la fluidità dei movimenti e degli scontri a fuoco. Ma del resto, ancora una volta, parliamo di un titolo di quasi 20 anni fa che volutamente non è stato intaccato nelle dinamiche principali, e di una mole di lavoro di gran lunga inferiore a quella svolta rispetto all’edizione Ultimate. È anche vero che il fattore prezzo incide molto su un’operazione che, più che remastered, sa di porting con tanto di patch soprattutto per portare il brand su una nuova console. E non c’è nulla di male in tutto ciò, a patto di averne coscienza.

Multiplayer? Rimandato a settembre

Sul multiplayer, a dire il vero, torneremo successivamente. Questa recensione è infatti non completa, poiché i server di Gears of War: Reloaded non sono ancora aperti e non è stato possibile testarne la tenuta. Possiamo tuttavia introdurre la parte più sostanziosa, ossia i contenuti, rimasti sostanzialmente invariati.

Sappiamo infatti che tutti i contenuti e le caratteristiche della Ultimate resteranno invariate, come la presenza di server che garantiscono il minor lag possibile – va detto che già la Ultimate, appunto, faceva un ottimo lavoro sotto questo punto di vista.

Troveremo quindi le modalità Deathmatch a Squadre, Re della Collina e Zona di Guerra in partite pubbliche non classificate; Esecuzione, Re della Collina, Blitz, Deathmatch a Squadre, Assassinio ed Esecuzione Gnasher 2 contro 2 in partite pubbliche classificate, mentre nelle private si aggiungono Annex ed Esecuzione Gnasher. Le mappe, poi, presenteranno gli stessi miglioramenti intelligenti già apportati con la Ultimate, quando The Coalition aggiustò determinati elementi dello scenario e addirittura alcuni edifici e architetture per proporre un’esperienza ancor più entusiasmante. 

Ci riserviamo quindi un commento finale sul multiplayer solo successivamente, quando il gioco sarà uscito e avremo potuto testarlo a dovere; se non ci dovessero essere problemi legati alla tenuta della connessione e dei server, comunque, il voto finale non cambierà di una virgola, e chi conosce Gears of War sa benissimo perché: parliamo di un titolo che fece anche e soprattutto del multigiocatore PvP la sua fortuna, proponendo una formula totalmente diversa da altri competitor del genere shooter, portando azione e dinamismo in ogni singolo scontro a fuoco.

8.2
Review Overview
Riassunto

Gears of War: Reloaded è una solida rimasterizzazione della già ottima remastered del già ottimo primo e storico capitolo della serie, che in questo caso ha comunque fatto il minimo indispensabile - forse anche meno del minimo. Forse non c’era bisogno di altro, in effetti, in virtù anche del prezzo al quale viene proposto, ma sotto alcuni punti di vista il gioco mostra il fianco ai quasi 20 anni trascorsi dal suo esordio. Resta un gioco monumentale, il cui genere ha già però fatto grandi passi avanti.

Pro
È un gioco che tutti devono giocare, prima o poi Storia spettacolare Personaggi affascinanti 60 fps nella campagna e 120 nel multi
Contro
Alcune meccaniche e dinamiche sono inevitabilmente invecchiate È più una patch che una remastered
  • Giudizio complessivo8.2
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Screamer: Milestone riaccende i motori del racing arcade | Anteprima

Prima di partire con qualsiasi tipo di considerazione, è bene fare un...

[GUIDA] Metal Gear Solid Delta – Come sbloccare la Patriot Gun

Una delle armi più potenti di Metal Gear Solid Delta: Snake Eater...

Helldivers 2 porta i giocatori sottoterra: un grande update è in arrivo!

Con l’uscita di Helldivers 2 su Xbox Series X e Series S,...

My Hero Academia: All’s Justice | Anteprima

Il mondo di My Hero Academia torna a sorprendere i fan, questa...

Chi siamo - Contatti - Collabora - Privacy - Uagna.it © 2011-2025 P.I. 02405950425