L’uscita di Thunderbolts*, da aprile al cinema, è stata accolta con grande stupore da critica e pubblico, generalmente rimasti molto soddisfatti dalla pellicola dei Marvel Studios. I giudizi positivi, insomma, sono tantissimi, con il franchise Marvel che sta riprendendo quota.
Il Marvel Cinematic Universe è un franchise immenso, e come tutti i prodotti d’intrattenimento ha vissuto di alti e bassi. Dal 2021, ad esempio, dopo lo scoppio della pandemia, l’MCU si è espanso notevolmente aggiungendo al calderone anche le serie tv per Disney+, tra show riusciti (Loki e il recente Daredevil: Rinascita, ad esempio) e altri completamente da buttare nel bidone dell’indifferenziato (il già dimenticato Secret Invasion).
Da quando Thunderbolts* è uscito al cinema, in molti hanno subito commentato dicendo che il film di Jake Schreier è forse il miglior film MCU uscito dopo Avengers: Endgame, la grandiosa conclusione della Saga dell’Infinito uscito al cinema nel 2019. Ma sarà davvero così? Abbiamo fatto un po’ d’ordine nelle idee, riepilogando in particolare quelli che sono tutti i film MCU usciti al cinema dopo Endgame.
Vi proponiamo quindi la nostra classifica.
14 – Thor: Love and Thunder (2022)
Thor: Love and Thunder non è solo il peggior film MCU post-Endgame, ma probabilmente è il peggior film MCU di sempre, capace di strappare la corona ad altri eminenti esempi di cose sbagliate come Iron Man 2 e Thor: The Dark World.
Taika Waititi aveva saputo dosare bene i toni di Thor: Ragnarok, e non neghiamo che ci fosse una certa aspettativa intorno a Love and Thunder, sia per il ritorno di Chris Hemsworth nei panni di Thor, sia per Christian Bale in quelli di Gorr, sia per le storyline che Waititi intendeva adattare. Il prodotto finale è però qualcosa di quasi terribile: una storia che non ha alcun collante, situazioni che accadono solo perché devono accadere, personaggi dozzinali, umorismo completamente fuori posto e quasi nauseante. È ricordato anche per il peggior effetto visivo nella storia del MCU, quello del testone fluttuante di Axl.
13 – The Marvels (2023)
C’era una vena di speranza su The Marvels, film che alcuni davano per spacciato sin dall’annuncio. Sbagliatissimo farlo: la Marvel voleva e doveva ridare lustro al personaggio di Carol Danvers (Brie Larson), che il pubblico non ha mai amato ma sul quale invece Kevin Feige aveva grandi piani. E invece, avevano ragione gli scettici.
The Marvels è brutto. Non terribile quanto Love and Thunder, ma abbastanza brutto da finire nel quasi fondo della classifica. Si lascia guardare a occhi semichiusi, ha qualche scena carina, i poteri sono a tratti esaltanti, e a dire il vero le tre protagoniste risultano anche abbastanza affiatate, tanto che il film insiste proprio sulla loro unione come gruppo affiatato. Il problema più grande è che non c’è una storia. Davvero, sembra che dall’inizio alla fine non accada quasi nulla, un po’ per la durata esigua, un po’ perché l’unica cosa degna di nota, ma davvero l’unica, accade negli ultimi 15 secondi di film.
12 – Ant-Man and the Wasp: Quantumania (2023)
Un film sbagliato: l’Ant-Man di Paul Rudd ha dimostrato in questi anni di farsi valere sia come spalla, ad esempio in Endgame, sia come protagonista di storie molto più urbane e contenute rispetto ai gigantesci sconvolgimenti del MCU. Quantumania ha cercato, sbagliando in tutti i modi, di farne un personaggio dal quale dipende l’essenza stessa dell’universo.
E dire che c’erano le premesse per un evento gigantesco: Quantumania avrebbe presentato al mondo, dopo che le serie già l’avevano anticipato, il potentissimo (e licenziatissimo) Kang di Jonathan Majors, il prossimo grande villain della Saga del Multiverso, un essere talmente potente da riuscire a sterminare intere linee temporali da solo. E poi di cadere di fronte a un esercito di formiche, e preso a cazzotti da Scott Lang e Hope Van Dyne. Sì, possiamo vederci tutte le sovraletture del mondo, pensare al significato di questa sconfitta che ne testimonia l’umanità, e blablabla. La verità è che, purtroppo, Quantumania è un film altamente mediocre che non ha funzionato per tanti motivi. Uno su tutti l’abominevole MODOK di Corey Stoll, che merita di essere ricordato come un meme involontariamente esilarante del MCU.
11 – Spider-Man: No Way Home (2021)
Qui qualcuno potrebbe aver acceso le torce e affilato i forconi, ma credo sia innegabile affermare che Spider-Man: No Way Home sia un film tanto emozionante per chi ama il personaggio, quanto inspiegabile in fin troppi punti della sua trama trattata in maniera superficialissima.
Chiunque ha avuto un sussulto in sala quando Andrew Garfield e Tobey Maguire sono tornati nei panni dell’Uomo Ragno, e anzi c’è da dare atto a Sony e Marvel Studios di essere riusciti a fare qualcosa che probabilmente per tutti era impensabile – pensiamo anche ad Alfred Molina, Willem Dafoe e Jamie Foxx, di ritorno dai vari franchise. Tutto però è tenuto insieme con lo scotch: l’incidente di Strange, la spiegazione dell’arrivo dei villain, il loro ritorno a casa, è tutto casuale. Non c’è un perché, e il bello è che il film cerca pure di dare spiegazioni – sbagliate, in vari casi. No Way Home era e resterà un film che al primo impatto fa urlare di gioia, per poi spegnersi sempre più a ogni visione.
10 – Black Widow (2021)
All’epoca della sua uscita, come primo film post-pandemia, Black Widow venne abbastanza massacrato dai fan del Marvel Cinematic Universe, soprattutto per la sua uscita “in ritardo”. Non tanto in fatto di rinvii, quanto perché si tornava a parlare di un personaggio, la Vedova Nera di Scarlett Johansson, che ormai aveva già esaurito il suo ciclo narrativo.
A posteriori, Black Widow non è male: i personaggi sono interessanti, le coreografie sono buone, la storia è un thriller che in alcuni momenti riesce ad appassionare, ma senza esagerare. Il suo più grande difetto, forse, è proprio quello dell’essere arrivato fuori tempo massimo, incapace di sfruttare l’entusiasmo del pubblico per la Vedova dopo Endgame, oltre che per un trama fin troppo semplice e con pochissime sorprese. Se non altro, ci ha dato l’ottima Yelena di Florence Pugh, per la quale speriamo in un grande futuro nel MCU.
9 – Black Panther: Wakanda Forever (2022)
Wakanda Forever ha avuto uno sviluppo travagliatissimo, funestato dalla tragica e prematura scomparsa di Chadwick Boseman. La Marvel ha optato per una scelta ben precisa: no al recasting del personaggio di T’Challa. Tutto questo, però, ha avuto ripercussioni non da poco sulla pellicola.
L’intero peso di Wakanda Forever viene fatto ricadere su Shuri (Letitia Wright), brava sì nel comunicare tutta la sua sofferenza di fronte a un intero paese messo a ferro e fuoco di fronte ai suoi occhi, ma incapace di reggere pienamente una narrazione molto pesante, quasi opprimente nel ritmo e nelle cose da mostrare. Il Namor di Tenoch Huerta ha saputo catturare l’attenzione, ma davvero servivano oltre 2 ore e mezza per raccontare questa storia? Troppo, troppo pesante. Non solo come tempistiche, ma anche come temi. Sembra quasi che il buon Ryan Coogler, che dirigerà anche il terzo capitolo, abbia voluto far sentire a tutto il pubblico il peso della morte di Boseman.
8 – Captain America: Brave New World (2025)
Potremmo quasi scommettere sul fatto che Captain America: Brave New World non sia piaciuto a molte persone per un motivo: Sam Wilson non è Steve Rogers. Ma va? Ultime notizie: nei fumetti, tanto cari a coloro che professano la fedeltà alla carta stampata (solo quando fa comodo), Sam è stato davvero uno dei Capitan America, giustamente con il suo stile e il suo modo di agire.
Questo fa di Brave New World un bel film? No, ma neanche quel disastro epocale come qualcuno l’ha descritto perché “ehi, ma quello che tiene in mano lo scudo era solo un personaggio secondario prima”. È una pellicola con tanti difetti, tra cui quello di aver spiattellato letteralmente il plot twist più importante del film nei trailer promozionali, che ha cercato di strizzare l’occhio alle atmosfere politiche dark di Captain America: The Winter Soldier, in certi momenti riuscendoci anche. Abbiamo visto di meglio, ma anche molto di peggio.
7 – Deadpool & Wolverine (2024)
Deadpool & Wolverine ha intenti abbastanza simili a quelli di Spider-Man: No Way Home, con una parata di guest star da universi morenti che certamente strappa il sorriso dei nostalgici (e fa fare soldi), ma perlomeno ha qualcosa di più concreto da mostrare allo spettatore, almeno per la storia.
La chimica tra Wade Wilson (Ryan Reynolds) e Logan (Hugh Jackman) è perfetta, i battibecchi tra i due tengono in piedi tutto il film, e l’idea che Deadpool sia l’unico in grado di poter tenere in piedi un intero universo è tanto stupida quanto geniale: chi darebbe il destino di una linea temporale in mano a uno che è riuscito a dire pegging in un film prodotto da Disney?
6 – Eternals (2021)
Ingiustamente bistrattato, Eternals è il film che ha provato a concedere anche al MCU l’autorialità, mettendo dietro la macchina da presa il premio Oscar Chloe Zhao. Un’operazione impossibile? No, ma evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto.
Eternals è un film dai tanti significati, con personaggi potenti e molto interessanti, che si perde forse in un finale un po’ troppo caciarone per quello che è stato il tutto fino a quel momento ma senza perdere di vista il focus di tutto quanto: l’essenza e l’importanza della vita. Un film quasi filosofico nella sua importanza, che probabilmente, e sfortunatamente, non porterà a nulla: sono quasi 3 anni che non abbiamo notizie sul presunto e mai annunciato ufficialmente sequel.
5 – Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli (2021)
Ma perché la gente ce l’ha così tanto con Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli? È vero, non è un capolavoro, ma esattamente quale sarebbe il problema? La pellicola di Destin Daniel Cretton, che segna l’esordio di Simu Liu come Shang-Chi, aveva il delicato compito di introdurre il primo supereroe cinese nella storia del MCU, dovendosi inoltre allontanare da fumetti davvero troppo vecchi. Ci è riuscito? Sì.
Quella di Shang-Chi è una piacevole e intrattenente storia di origini, condita da combattimenti ed effetti speciali spettacolari. Ha saputo proporre una figura moderna del personaggio, ha cercato di ridare slancio al Mandarino, ha esplorato il dramma infantile del protagonista e della sorella, e ha cercato di aprire varie porte più o meno interessanti sul futuro non solo del personaggio ma dell’intero MCU. Non sappiamo se queste verranno davvero esplorate, ma
4 – Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022)
Il vero, grande problema di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è quello di essere stato accostato per troppo tempo ai più disparati rumor. Si parlava del ritorno di Tobey Maguire come Spider-Man, di Tom Cruise come variante di Iron Man, di stravolgimenti epocali: nulla di tutto ciò (salvo la sequenza degli Illuminati di Terra-838 che ha comunque sorpreso), ma la pellicola è godibilissima e avvincente.
La nuova arrivata America Chavez (Xochitl Gomez) è quello che serviva per mettere in moto la trama di un film multiversale nel quale i grandi protagonisti sono due: Strange, ovviamente, ma anche Wanda Maximoff, ormai offuscata dal potere del Darkhold e preda delle forze oscure che albergano dentro di lei, come conseguenza degli eventi di WandaVision. Una pellicola che probabilmente poteva osare qualcosa di più sul fronte della storia e degli effetti speciali, ma sulla quale si sente anche benissimo la mano del potente Sam Raimi alla regia. Che, a proposito, speriamo possa davvero tornare per l’ipotetico Doc Strange 3…
3 – Thunderbolts* (2025)
Thunderbolts* è il tipico film sul quale nessuno, o quasi, ha aspettative davvero importanti, e che invece sa toccare le giuste corde. Probabilmente non terminerà la sua corsa al botteghino con grandissimi risultati, ma parliamo di un film davvero sorprendente, capace di parlare in un modo tutto nuovo al pubblico del MCU di temi molto delicati.
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Usciti dalla sala, siamo rimasti piacevolmente sconvolti: Thunderbolts* a tratti non sembra neppure un film Marvel, ma un’opera più complessa e introspettiva, lontana dai semplici supereroi. È un’avventura degna dei suoi personaggi principali, spesso trascurati. Si cimenta con toni più cupi, dark, senza però mai venire meno alla consolidata formula della vivacità MCU. E lo fa davvero bene.
2 – Spider-Man: Far From Home (2019)
Forse non ve lo ricordate, ma anche Spider-Man: Far From Home uscì dopo Avengers: Endgame, concludendo la Fase 3, e diamine: funziona. Funziona ancora tantissimo. È bello. Molto bello. Il Peter Parker di Holland qui forse è nella sua forma migliore, con la voglia di diventare un superereo a tutti gli effetti schiacciata però dalle inevitabili delusioni della vita privata che sempre colpiscono Spider-Man.
E poi, Mysterio. Il Quentin Beck di Jake Gyllenhaal è davvero perfetto, un villain stupendo, sia per come è stato reso, sia per come la Marvel è riuscita a reinventare il mago delle illusioni ai giorni nostri con un’intelligenza spettacolare. Certo, il momento spiegone è qualcosa che sa di serie animata degli anni ’60, quando il cattivo di turno racconta per 2 minuti il suo elaborato piano, ma lo perdoniamo tranquillamente. Un film davvero adorabile.
1 – Guardiani della Galassia Vol. 3 (2023)
Guardiani della Galassia Vol. 3 non è forse il migliore della trilogia di film scritti e diretti da James Gunn, ma la sua bellezza è sopra ogni ragionevole dubbio. Così come il suo perfido villain, l’Alto Evoluzionario, che risulta detestabile dall’inizio alla fine.
Il regista, al quale poi la Warner ha affidato il rilancio dell’intero universo cinematografico DC, ha saputo concludere con splendore l’arco narrativo di uno dei gruppi più strampalati, disfunzionali e amati dell’ultimo decennio al cinema: partiti da sconosciuti (o quasi) personaggi nei fumetti, Star-Lord e i suoi compagni hanno conquistato i cuori di milioni di fan del MCU, e il Vol. 3, che racchiude in sé tutta la potenza emotiva di Rocket e di chi lo circonda, è l’inno finale ai Guardiani che hanno salvato mondi e intere galassie. Persino l’universo, a ben pensarci.
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