Home Cinema [Recensione] Star Wars: The Bad Batch 1×02

[Recensione] Star Wars: The Bad Batch 1×02

A cura di D. Mazzoni

Doppio appuntamento questa settimana per The Bad Batch, che dopo aver debuttato con la prima puntata della durata di ben 70 minuti circa per festeggiare lo Star Wars Day, ritorna al venerdì e da ora in poi proseguirà ogni settimana (sempre ogni venerdì) con le puntate regolari della durata di 20 minuti circa, che ci accompagneranno fino ad agosto, per un totale di 16 episodi.

Il finale del primo episodio ci aveva lasciati con la fuga dei nostri da Kamino, dopo un rocambolesco scontro con l’ormai distaccato Crosshair, ormai dedito totalmente alla causa Imperiale a causa del condizionamento mentale imposto a tutti i cloni che, se i restanti 4 membri della Clone Force 99 erano riusciti ad evitare grazie alle loro mutazioni, lui non era riuscito a scampare del tutto; condizionamento poi amplificato per volere di Tarkin in modo da assicurarsi un prezioso alleato.

Ma nonostante il gruppo abbia perso un elemento, come abbiamo potuto vedere a loro si aggiunge la piccola Omega, della quale abbiamo scoperto finalmente almeno una parziale identità, ovvero un clone anch’esso con mutazioni e migliorie. Quali siano queste mutazioni e che capacità particolari possegga non ci è ancora dato sapere per certo, ma sicuramente tutti i segreti verranno a galla con la continuazione della serie.

I nostri amici cloni sono diretti verso J-19; i fan di The Clone Wars avranno capito subito di cosa si tratta, dato che il settore J-19 era già apparso nella precedente serie: al suo interno si trova il sistema di Saleucami. L’episodio The Deserter di The Clone Wars è infatti ambientato sull’omonimo pianeta, nel quale veniamo a conoscenza di un clone disertore, il quale tempo prima, poco dopo la Battaglia di Geonosis, durante una missione rimase l’unico sopravvissuto a seguito di un attacco dei Separatisti. Decise quindi di fuggire per sopravvivere rifugiandosi infine proprio su Saleucami e di vivere la propria vita secondo il suo volere individuale, non seguendo ciecamente gli scopi per cui era stato creato servendo unicamente la Repubblica come combattente, riconoscendosi come essere umano con una coscienza propria e non come semplice clone utile solo per la battaglia. Da quel momento in poi vivrà una vita normale, conoscendo ed innamorandosi di una donna Twi’lek di nome Suu Lawquane, diventanto il padre adottivo dei suoi due figli e assumendo il nome di Cut Lawquane. Da come abbiamo appreso nel finale della puntata precedente, lui e i membri della 99 si conoscono da tempo, ed è proprio da lui che sono diretti in cerca di aiuto.

Nonostante l’Impero Galattico sia appena nato, va considerato che esso è nato sulle ceneri della Repubblica, e perciò mantiene ancora tutte le risorse militari preesistenti. Su Saleucami troveremo infatti la presenza di contingenti militari di cloni, intenti ad assicurare il controllo su tutti i pianeti appartenenti alla Repubblica, ora costretti a sottomettersi al nuovo Impero. Come già notato nella puntata precedente, a causa dell’Ordine 66 i cloni non sono più gli stessi; questo cambiamento di personalità, ancora di più in questa puntata, ci ricorda nei modi e nei metodi gli Stormtrooper, che in futuro prenderanno il loro posto. L’astio e l’arroganza che avevamo visto rivolgere verso la Bad Batch, ora si riflette anche su cittadini inermi e innocenti.

L’azione durante buona parte della puntata non la farà da padrone, in quanto questo episodio punterà molto sull’introspezione e i rapporti interpersonali avranno un ruolo di rilievo.

Va ricordato infatti che Omega, per tutta la sua vita finora ha sempre vissuto solamente su Kamino, pianeta oceanico e sferzato da piogge torrenziali; l’inizio di questa avventura con i membri della 99 significa per lei la scoperta di mondi totalmente nuovi, a cominciare proprio da Saleucami, che le susciterà un grande stupore anche solo per la vista della terraferma. E oltre a questo, le uniche forme di vita a lei conosciute finora sono stati cloni e Kaminoani.

Se da un lato in The Mandalorian il rapporto tra Din e Grogu è stato il cardine delle avventure (a chi non è scesa almeno una lacrima durante l’ultima puntata della seconda stagione?), possiamo trovare una similitudine in questo anche in The Bad Batch.

Omega, senza genitori per la sua natura di clone, sente il bisogno di appartenere ad una famiglia di cui sentirsi parte; e nonostante la vita dei 4 cloni d’elite protagonisti sia piena di pericoli (ancora di più ora essendo dei fuggitivi ricercati), essi potrebbero essere la famiglia di cui lei ha bisogno, e per cui lei lotterà sempre strenuamente per fare in modo di non restare mai più separata da loro. Anche in questo caso quindi, il rapporto padre/padri-figlia giocherà probabilmente una parte fondamentale per lo svolgimento dell’intera stagione.

Ma l’azione non è totalmente assente, e durante le scene finali avremo ancora un assaggio delle capacità della squadra di fuggitivi, diretti verso la prossima avventura, scene che ci mostreranno i legami che li uniscono e la formazione di nuovi.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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