Se c’è una software house che non conosce fatica, questa è proprio Bloober Team. La squadra polacca infatti, poco dopo aver rilasciato il superbo remake di Silent Hill 2, ha annunciato al mondo Cronos: The New Dawn, un nuovo progetto survival horror interamente ambientato in una fantasiosa Polonia degli anni ’80.
Fin dal primo trailer rilasciato, è parsa subito chiara la volontà dello studio di spingersi oltre i confini del genere, mescolando suggestioni rétro-futuristiche e inquietudini più intime, a partire dal misterioso personaggio protagonista e dalle peculiari meccaniche di viaggio nel tempo. I ragazzi di Cracovia hanno quindi incarnato nel progetto la loro ambizione di evoluzione e libertà creativa.
La missione sarà riuscita? Scopriamolo insieme all’interno della nostra recensione!
Versione provata: PlayStation 5 Pro
Tale è il nostro scopo
La storia di Cronos: The New Dawn affonda le sue radici in un futuro distopico, dove l’umanità è ridotta a sopravvivere tra macerie e mostruosità biologiche. Il giocatore veste i panni di un Viaggiatore, un agente del Collettivo, ossia un’organizzazione enigmatica che lo incarica di esplorare un mondo devastato denso di fenditure temporali utili per tornare indietro nel tempo. Questi portali conducono infatti in una Polonia degli anni ’80, poco prima di un evento catastrofico noto come Il Mutamento.
L’intreccio narrativo si muove quindi su due linee temporali: da una parte il futuro decadente, segnato da devastazione e minacce in costante evoluzione, dall’altra un passato oppressivo e riconoscibile, intriso di riferimenti alla realtà storica della Polonia comunista. L’obiettivo del Viaggiatore è inizialmente chiaro: salvare figure chiave per preservare la conoscenza e il misterioso mandante.
Il viaggio è reso ancora più angosciante dalla presenza degli Orfani, creature abiette nate dalla contaminazione del mondo futuro. Non sono semplici mostri, ma rappresentazioni viventi di un male che prolifera e muta incessantemente, fondendosi in forme sempre più letali. In questo contesto, la trama di Cronos: The New Dawn non si limita a offrire un pretesto per l’azione, ma costruisce un’esperienza che riflette sul concetto di destino, memoria e trauma collettivo. Un racconto cupo e stratificato, che spinge l’utente a chiedersi non solo se sia possibile cambiare il futuro, ma soprattutto a quale prezzo.
L’unione fa la forza
Dal punto di vista del gameplay, la nuova fatica di Bloober Team si colloca perfettamente nel survival horror in terza persona con visuale da sopra la spalla, in pieno stile Resident Evil/Silent Hill. Per tutte le 15 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda (senza approfondire troppo l’esplorazione), il ritmo della trama è sostenuto e coinvolgente, ma dobbiamo ammettere che al termine dell’avventura il canovaccio narrativo non è risultato nitido in ogni sua parte (forse per questo è stata aggiunta la sempre apprezzata modalità Nuovo Gioco +).
Come detto poco sopra, il percorso dell’agente è irto di pericoli ambientali ed organici. Le mostruosità hanno infatti l’originale capacità di fondersi tra loro, generando ad ogni assorbimento un nemico sempre più inarrestabile. Questa assolutamente azzeccata meccanica, spinge il giocatore a controllare con apprensione ogni centimetro, così da eliminare ogni corpo, sia esso già esanime oppure appena abbattuto. L’unico modo per prevenire ogni minaccia è quella di incendiare i resti degli Orfani attraverso il lanciafiamme a disposizione oppure grazie a pratici barili esplosivi, in modo da evitare spiacevoli unioni che possono spesso portare ad un game over causato dal prosciugamento delle munizioni.
Per fortuna, l’alter ego è fornito di un arsenale di tutto rispetto, che naturalmente accresce in numero mano a mano che si prosegue nell’avventura. Dalla classica pistola ad un pratico fucile a pompa, fino ad arrivare ad una devastante arbalesta, l’equipaggiamento del Viaggiatore consente una buona gestione delle situazioni, a patto ovviamente che non si esageri con lo spreco di risorse. La software house ha difatti incarnato in pieno l’anima survival del titolo, evitando il posizionamento eccessivo di proiettili e strumenti di recupero, in modo da mantenere sempre alta la tensione nell’utente. Risulta quindi strategico danneggiare i punti deboli degli avversari caricando quando possibile i colpi, così da massimizzare la potenza offensiva e non intaccare troppo l’inventario (a maggior ragione considerato il fatto che non vi sono molti slot utilizzabili). Il gunplay è comunque appagante e realistico negli effetti.
Completano il quadro un pugno ed un pestone in pieno stile Dead Space, ma che tuttavia hanno effetti davvero insignificanti nei confronti dei nemici. Considerata la mole e la pesantezza del protagonista, i ragazzi di Cracovia hanno scelto (in parte giustamente) di omettere una mossa rapida evasiva, deputando alla corsa l’unica strategia di allontanamento.
Prepararsi al viaggio
Considerata la non indifferente sfida da affrontare per portare a termine la missione, Bloober Team ha studiato un equilibrato sistema di progressione, atto a consentire il miglioramento delle capacità del Viaggiatore. Raccogliendo infatti energia (la valuta di Cronos: The New Dawn) e specifici materiali, è possibile incrementare potenza e capacità delle varie armi così come la capacità difensiva della tuta, senza naturalmente dimenticare l’aumento degli slot dell’inventario ed efficienza del lanciafiamme in dotazione.
A questo ambito si associa poi un sistema di crafting particolarmente equilibrato, pensato per evitare frustranti fasi di blocco durante i momenti più concitati. Esplorando i vari ambienti, è possibile raccogliere elementi chimici e materiali utili per fabbricare munizioni e kit di recupero salute. I puristi potrebbero certo storcere il naso, ma la meccanica è sufficientemente bilanciata: sono difatti necessarie diverse materie prime per fabbricare gli oggetti, e di queste se ne possono portare un numero limitato.
Tutti questi elementi sono propedeutici all’eliminazione di diversi tipi di nemici che, per quanto siano fondamentalmente una sorta di necromorfi, godono di alcune differenze atte a favorirne una discreta varietà. Un po’ meno ispirate le bossfight invece (tranne una), che talvolta manifestano una creatura sensibilmente più grande ma con mosse già viste dalle controparti “comuni”.
Nel malaugurato caso di un game over, affiora invece il problema più pesante di Cronos: la gestione dei checkpoint. Per quanto Bloober Team abbia posizionato diversi rifugi dove è possibile acquistare oggetti, depositare strumenti, potenziare il personaggio e salvare la partita manualmente, i punti di controllo automatici spesso costringono a ripercorrere svariati minuti di gioco, portando la fruizione nella pericolosa direzione della frustrazione. Fortunatamente, le mappe risultano abbastanza lineari, con piccoli sentieri secondari propedeutici alla raccolta di materiali o collezionabili. Ad intervallare il cammino vi sono poi vere e proprie arene in cui è necessario sterminare ogni forma di vita presente per procedere.
Ambienti e tecnica
Il team di Cracovia ha imparato molto dal superbo lavoro effettuato con il remake di Silent Hill 2. Alcune delle ambientazioni richiamano infatti gli oscuri ambienti del franchise Konami, pur mantenendo una certa originalità data dalla morfologia polacca. Che si attraversino ospedali piuttosto che abbazie, le cupe location del titolo trasmettono devastazione ed ansia, grazie ad un comparto illuminazione ben congegnato e ad un sapiente uso di peculiari effetti sonori. Lasciano qualche perplessità invece alcune animazioni un po’ troppo legnose e i particellari degli schizzi di sangue che non restituiscono un’immagine curatissima.
Il comparto tecnico si comporta invece bene, vista la presenza delle canoniche impostazioni grafiche che consentono di mettere in primo piano la qualità estetica piuttosto che le prestazioni, e viceversa. Qualora si optasse per le performance, la fluidità a 60 fps è stabile nella stragrande maggioranza dei casi, con solo qualche acciacco durante i rapidi movimenti di telecamera nelle aree più dense di dettagli.

Riassunto
Riassunto
Cronos: The New Dawn è l'opera che sancisce il vero balzo evolutivo di Bloober Team. La nuova IP della casa polacca, nonostante evidenti ispirazioni a titoli pionieri del genere, riesce a coinvolgere e ad offrire meccaniche originali, tra cui la geniale unione dei nemici. Tralasciando qualche animazione ancora non al top ed una gestione dei checkpoint migliorabile, ci sentiamo di premiare i ragazzi di Cracovia e non vediamo l’ora di sapere cosa ci riserveranno in futuro.
Pro
Gameplay rifinito e funzionale La meccanica della fusione dei nemici è perfetta per un horror Ambientazioni immersive e realizzate con curaContro
I checkpoint non sono distribuiti benissimo Le animazioni meritavano più attenzione Bossfight non memorabili- Valutazione8.5
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