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Electronic Arts e Disney – L’idilliaco matrimonio sempre più vicino al divorzio?

16 gennaio 2019. Una data che i fan di Star Wars, specialmente se videogiocatori, non dimenticheranno tanto facilmente. Al nostro risveglio, la mattina del 16 gennaio 2019 arriva una notizia che probabilmente nessuno di noi avrebbe mai voluto leggere: Electronic Arts ha cancellato il nuovo gioco open world sci-fi ispirato all’universo creato da George Lucas, senza troppe spiegazioni. La notizia arriva da Kotaku, non è propriamente ufficiale in quanto manca una conferma direttamente da EA, ma la firma coinvolta, quella di Jason Schreier, non è da prendere tanto alla leggera.

Che sapore ha, questa funesta notizia? Ve lo dice chi scrive, turbato da come EA ci stia “capendo sempre meno” nello sfruttare un marchio dal potere galattico quale Star Wars. La motivazione secondo le fonti di Schreier, dietro la quale si nasconde la cancellazione del nuovo open world di casa EA sarebbe da attribuire allo sviluppo, che avrebbe occupato moltissimo tempo e tante risorse. Una motivazione che, a mio dire, lascia il tempo che trova. Pensiamo ad Anthem, la nuova e fresca IP di BioWare che uscirà tra poche settimane. Nei giorni scorsi gli sviluppatori hanno rivelato come lo sviluppo di Athem sia iniziato ben prima del lancio di Destiny (quello che potremmo definire il grande rivale del nuovo franchise dei creatori di Mass Effect), dunque potremmo ipotizzare che BioWare stia lavorando al titolo all’incirca dal 2012/2013. Uno sviluppo di 6, forse addirittura 7 anni, e chissà quante risorse ha portato via alla software house. Altro esempio è un altro titolo ispirato a Star Wars, questa volta sviluppato da Respan Entertainment. Annunciato ormai diversi anni fa, Star Wars: Jedi Fallen Order si è fatto vedere all’E3 2018 con il solo titolo e logo del gioco, peraltro neppure definitivo. Perché dunque ad Anthem e al nuovo gioco dai creatori di Titanfall è permesso di avere così tante deroghe, mentre al titolo ex-Visceral non è stato concesso lo spazio che si meritava?

Non stiamo certamente dicendo che quello che sarebbe uscito fuori da EA Vancouver, che nel 2017 raccolsero l’eredità di ragazzi di Visceral Games e “smontarono” il loro gioco originale per farne uno completamente diverso, sarebbe stato un capolavoro. Magari Electronic Arts, accorgendosi di come il titolo non si stesse smuovendo da un pantano, ha deciso di correre ai ripari prima che fosse troppo tardi, o prima di ripetere un grosso flop (perché inutile girarci intorno, per quanto il gioco avesse delle intuizioni interessanti, di flop si è trattato) come quello di Mass Effect: Andromeda, capitolo del 2017 che ha condannato la serie ad una pausa forzata. Questa ennesima cancellazione pone però dei dubbi molto grandi su quella che è stata la gestione dei diritti di Star Wars da parte di Electronic Arts, alla quale Disney, dopo l’acquisizione di Lucasfilm e Lucasarts, affidò lo sfruttamento dell’universo narrativo in campo videoludico.

Dal 2012, anno in cui la Casa di Topolino rivoluzionò il franchise della Galassia Lontana Lontana, ad oggi, sono solo due i videogiochi che EA ha lanciato sul mercato, con risultati tutt’altro che entusiasmanti. Il colosso americano decise in primis di commissionare a DICE, i veterani della serie Battlefield, un reboot della serie Star Wars: Battlefront, sparatutto molto apprezzato e tra i migliori giochi ispirati all’universo di Lucas. Con il primo capitolo, nel 2015 (finestra di lancio “obbligata”, per farlo uscire in concomitanza con Episodio VII: Il risveglio della Forza nei cinema), le cose non andarono benissimo, ma neanche malissimo: privo di una campagna single player e abbastanza povero di contenuti, Battlefront era carente sotto molti punti di vista. Ciononostante, era un promettente inizio, specialmente visto dagli occhi di un fan di Guerre Stellari che si ritrovava a vivere in prima persona le guerriglie su Endor, Hoth e molti altri pianeti visti prima solo nei film. Il vero danno arrivò nel 2017, con il sequel sempre ad opera di DICE.

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Star Wars: Battlefront II fu un disastro, ma non per il gioco in sé. Ancora oggi, con continui update gratuiti e nuovi contenuti sostanziosi, Battlefront II si arricchisce, migliora, e si dimostra come uno dei migliori FPS sci-fi disponibili sul mercato attualmente. Il problema fu alla radice, e ha un nome ben preciso: microtransazioni. Battlefront II, che prima del lancio del gioco si era mostrato in una beta pubblica, ne era farcito, e la loro presenza pareva davvero schiacciante. Con le microtransazioni era infatti possibile bypassare decine se non addirittura centinaia di ore di gioco, e avere un certo vantaggio sugli altri giocatori sbloccando personaggi potenti. Il sistema di microtransazioni venne rivisto completamente, rimosso, modificato, rilanciato puntando solamente su contenuti estetici, ma il danno era fatto: il pubblico, la maggior parte del pubblico, non voleva più sentir ragione. Battlefront II era, agli occhi della maggioranza, un titolo pay-to-win, e doveva essere boicottato. Le lamentele fioccarono a destra e a manca, le vendite furono disastrose, gli utenti bocciarono in toto il gioco, e soprattutto a risentirne fu un nome. Un nome prestigioso, un nome che da questa collaborazione tra EA e Disney, doveva solamente trarre vantaggio: il nome di Star Wars.

Come riportarono diversi giornalisti al momento del “fattaccio”, Bob Iger, CEO di Disney, si rivelò essere molto seccato dalla situazione che si era venuta a creare a causa dei problemi di Battlefront II, tanto da spingere EA a rimuovere le microtransazioni e a rivedere le sue politiche. Come sempre in questi casi, ci furono smentite, riconferme, altre smentite, insomma: la verità non la sapremo mai. Ma è innegabile che la Casa di Topolino, che aveva tanta fiducia in Electronic Arts, così tanta da affidargli in toto lo sfruttamento di Star Wars, era nel bel mezzo di una bufera a causa proprio di EA. I mesi più recenti non sono stati affatto migliori, per il rapporto tra i due colossi dell’intrattenimento. La cancellazione dello Star Wars di Visceral Games che si sarebbe ispirato ad Uncharted, con la chiusura completa dello studio della serie Dead Space. Poi uno spazio irrisorio concesso a Respawn Entertainment ad EA Play 2018: un’intervista di circa 60 secondi solo per dire il nome del nuovo gioco (il Jedi Fallen Order di cui sopra) e ribadire “Sì, ci stiamo lavorando”. Infine, ciò che è accaduto oggi, ossia la definitiva chiusura di un progetto molto promettente nato dalle ceneri del titolo Visceral, che ci avrebbe messo nei panni di un cacciatore di taglie (sempre secondo i rumor) in giro per la Galassia e per mondi completamente esplorabili. Disney sarà secondo voi contenta di ciò che sta accadendo?

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La risposta che noi ci diamo è: probabilmente no. Il colosso di Burbank, per quanto possiamo immaginarne, è infastidito da ciò che sta accadendo in casa EA con Star Wars, e le voci dell’interessamento diretto del boss Bob Iger nella spinosa questione Battlefront II sono un pessimo segnale di questo inizialmente idilliaco rapporto che non sta dando affatto i propri frutti. Il futuro dei giochi dedicati alla creazione della mente di George Lucas è ora davvero molto incerto, più di quanto non lo fosse già fino a ieri. Un Battlefront III nel 2019, se volesse seguire il tabellino di marcia, è quasi da escludere a priori: più probabile che DICE continui a supportare il secondo capitolo, per evitare quello che potrebbe essere un nuovo flop a causa degli strascichi delle polemiche di Battlefront II. Jedi Fallen Order pare invece ancora lontano, ma speriamo di avere confortanti notizie nel corso del 2019. Per il resto, non c’è traccia di qualcosa di nuovo e fresco all’orizzonte, nonostante tutto il tempo che Electronic Arts ha avuto a disposizione per lavorare sul franchise. Più di 6 anni di diritti su Star Wars, solo due giochi pubblicati di cui uno è stato un grande danno d’immagine. A Burbank, forse, si stanno preparando a cambiare partnerhip una volta che sarà concluso il rapporto lavorativo con EA. Ma sono pur sempre solo supposizioni.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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