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Eriksholm: The Stolen Dream | Recensione

Fino a che punto può spingersi un piccolo studio nella creazione del suo primo gioco? Quando si pensa ai videogiochi indipendenti, spesso si immaginano esperienze brevi, immagini minimaliste o disegnate a mano. Ma, come sappiamo, a volte ci sono delle esperienze che sovvertono queste aspettative. Il caso più eclatante e più recente è stato quello di Clair Obscur: Expedition 33, il jrpg francese campione di incassi che è già uno dei candidati favoriti a divenire il Gioco dell’Anno 2025.

Allo stesso modo, anche il gioco del quale vi stiamo per parlare vuole lasciare un segno nel panorama indie, lanciando un guanto di sfida alle opere dei maggiori studi. Eriksholm: The Stolen Dream è in grado di competere senza complessi di inferiorità con le produzioni AAA, sia per la sua narrativa, sia per la sua messa in scena, sia per la solidità del suo gameplay. Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta nella nostra recensione.

Versione provata: PC

Nelle ombre della città

Questo gioco di infiltrazione con visuale isometrica è sviluppato da River End Games, uno studio svedese composto da sole 17 persone, ma con veterani del mondo videoludico. Parliamo infatti di alcuni professionisti che possono vantare all’interno dei loro curricula delle esperienze su Battlefield, Mirror’s Edge, Little Nightmares e Unravel. La loro prima creazione ci immerge proprio a Eriksholm, una città immaginaria ispirata alla Scandinavia dell’inizio del XX secolo.

Qui impersoniamo Hanna, una ragazza che è appena guarita da una malattia pressoché letale: il vaiolo cardiaco, o Heartpox. Una mattina Hanna viene destata da Herman, suo fratello e compagno di scorribande e furtarelli, e questi le confida di essere riuscito ad ottenere qualcosa di prezioso che permetterà loro di raggiungere i Giardini delle Mele, il luogo che hanno sempre sognato, lontano dalle miserie di Eriksholm.

Poco dopo però Herman fa perdere le proprie tracce, ed è la polizia a bussare alla porta di Hanna e a chiederle lumi sul fratello. Hanna con uno stratagemma riesce a darsi alla fuga e parte alla ricerca del fratello scomparso. Un’indagine personale che la porterà in ogni angolo della città, mettendo a rischio la sua vita, ma che la vedrà accompagnata da Alva, la capa della gilda dei ladri, e da Sebastian, l’uomo presso il quale i due fratelli avevano iniziato a lavorare.

L’avventura di Hanna si rivelerà non solo una questione personale e famigliare, ma anche un intreccio più grande, che annoda trame politiche e sovranazionali, con uno sguardo ad una città segnata dalle forti differenze tra classi sociali.

L’ingegno al servizio dell’avventura

Sotto il punto di vista del gameplay ci troviamo di fronte ad uno stealth game con vista dall’alto, che richiama gli ottimi lavori dei Mimimi, gli sviluppatori di Shadow Tactics, Desperado III e Shadow Gambit, così come i grandi classici del genere, come la storica serie Commandos. All’inizio del gioco, quando Eriksholm ci insegna le basi del gameplay, possiamo utilizzare solo Hanna: dobbiamo sfruttare le ombre per sfuggire alla visuale dei nemici, oppure distrarli attirando la loro attenzione provocando il movimento di uno stormo di uccelli o distraendoli passeggiando su una lastra di lamiera.

Solo dopo qualche tempo potremo utilizzare l’arma caratteristica di Hanna, ovvero una cerbottana dotata di dardi narcotizzanti, ma dovremo fare attenzione: quando lanceremo un proiettile ad un nemico, questi non crollerà a terra immediatamente, e se noi ci troveremo in piena vista allora saremo nei guai. E dovremo anche imparare a gestire i corpi dei nemici, per evitare che i loro compagni si accorgano che qualcuno si stia facendo un sonnellino durante la propria ronda. Insomma, ci sono molti fattori da tenere a mente.

E non finisce qui, perché le cose si complicano ulteriormente non appena potremo usare anche gli altri due membri della squadra: Alva, da ladra esperta, sa sfruttare a suo vantaggio le luci e le ombre grazie all’uso della sua fionda, con la quale può rompere i fari minacciosi che illuminano le vie della città durante la notte. Inoltre sa anche arrampicarsi sui tubi, e sfruttare le postazioni più alte. Sebastian invece entrerà nel team solo in una fase avanzata della nostra avventura, e potrà sfruttare il suo fisico massiccio per avere la meglio sugli avversari prendendoli di sorpresa alle spalle, magari dopo essere emerso da un canale. Difatti il nostro omone è l’unico della nostra squadra che gode della capacità di nuotare.

Il sistema di salvataggio funziona a checkpoint, e non abbiamo la possibilità di salvare manualmente, proprio per evitare di bloccarci in una situazione di gioco.

A tutti gli effetti quindi Eriksholm: The Stolen Dream può essere definito come un gioco stealth puzzle: ad ogni capitolo dobbiamo usare la nostra capacitò inventiva per riuscire a venire a capo delle situazioni intricate nelle quali ci troveremo sfruttando le meccaniche del gioco. Ma ciò che colpisce è la sua presentazione.

Una realizzazione sorprendente

I River End infatti sono riusciti a realizzare un lavoro egregio anche sotto il punto di vista tecnico: le location sono piene di dettagli, che ci permettono di immergerci con facilità nell’avventura di Hanna. Esploreremo tutti i quartieri e i luoghi segreti di Eriksholm, dalle zone più disagiate, nelle quali toccheremo con mano le misere condizioni di vita dei diseredati, fino alle abitazioni più lussuose dei nobili e dei borghesi. Passeremo da pericolose miniere a giardini lussureggianti; ci nasconderemo nel buio di un’isola privata per poi emergere in una stazione cittadina.

A fungere da motore al comparto visivo vi è l’Unreal Engine 5, sfruttato a dovere dallo studio svedese sia nelle fasi giocabili che nelle cutscene, che ci hanno lasciato a bocca aperta: le sequenze pre-rendered non sono poi molte, e durano in totale poco più di 25 minuti, ma sono eccezionali. Il livello di recitazione e di doppiaggio (non disponibile in italiano), è eccellente, e qui possiamo apprezzare al meglio le tecnologie MetaHuman e Lumen, che hanno consentito dei risultati sbalorditivi, degni dei migliori titoli AAA. Le animazioni sono superlative, l’illuminazione è estremamente realistica, così come i vestiti dei nostri protagonisti. Davvero un ottimo lavoro.

Durante la prova sul nostro PC, che monta un Ryzen 7 9700x, 32gb di ram, una 3070ti con il gioco installato su un NVME, abbiamo raggiunto agilmente i 120fps di media con tutte le opzioni al massimo ad una risoluzione ultrawide di 2560×1080. Al momento Eriksholm non sfrutta le più comuni tecnologie di ridimensionamento o miglioramento delle immagini tramite intelligenza artificiale, quindi non sono supportati né il DLSS di Nvidia né lo FSR di AMD. Noi abbiamo giocato la nostra avventura tramite l’uso di mouse e tastiera, ma il pad è altrettanto ben supportato, come ha dimostrato la nostra prova su Steam Deck.

Sulla portatile Valve, Eriksholm: The Stolen Dream si comporta benissimo anche se al momento della stesura della nostra recensione la pagina Steam segna che il supporto a Deck sia ancora ad uno stato sconosciuto. Da quanto abbiamo saputo, River End non ha mai provato la propria opera sul device portatile, ma possiamo affermare che potrete godervi l’avventura di Hanna anche su Steam Deck senza troppi compromessi.

Brillare nell’oscurità

Per completare gli otto capitoli di cui si compone la vicenda di Eriksholm: The Stolen Dream abbiamo impiegato poco più di 13 ore, che ovviamente possono variare in base alla vostra abilità nel risolvere gli enigmi del gioco. Se volete poi addentrarvi ancora di più nella lore della cittadina ci sono tantissimi collezionabili da rintracciare, che ci consentono di scoprire ancora di più sul mondo nel quale è ambientata la vicenda di Hanna.

Ciò che traspare dal lavoro dei River End è la loro capacità di sognare e raccontarci un mondo tangibile, e una vicenda non banale nella quale immergerci. L’enfasi sulla narrativa è chiara nel progetto del team svedese, ma non possiamo dimenticare quanto ben realizzata sia la componente del gameplay, che ci ha soddisfatto in tutto e per tutto. Dopo la triste uscita di scena dei Mimimi nel 2023 eravamo orfani degli stealth game isometrici, e ora Eriksholm li ha riportati in auge, proponendoci anche una prospettiva diversa e più immersiva.

9.5
Riassunto
Riassunto

Eriksholm: The Stolen Dream è l’esempio di come un prodotto di un team limitato solo nel numero dei suoi elementi e nel budget, ma non nella creatività e nella cura, possa emergere e proporsi con forza come una delle migliori uscite del 2025. Lo stealth game di River End ci porta in un mondo lontano e vicino allo stesso tempo, e l’avventura di Hanna e la sua ricerca del fratello ci hanno coinvolti grazie alla potenza di un gameplay più che solido.

Pro
Trama avvincente Gameplay più che solido Location ricche di dettagli Cutscene molto ben realizzate
Contro
Mancanza della traduzione in italiano Mancato supporto a DLSS e FSR
  • Giudizio complessivo9.5
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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