Per anni i fan hanno sperato che Agent, l’enigmatico progetto di Rockstar Games, potesse prima o poi vedere la luce. Annunciato nel lontano 2009, il titolo prometteva di ampliare l’imponente catalogo dello studio con uno spy game ambientato durante la Guerra Fredda. Dopo oltre un decennio di silenzio e rinvii, il gioco è stato ufficialmente cancellato nel 2021, mettendo fine a una delle storie più misteriose dell’industria videoludica.
Ora, per la prima volta, Dan Houser, co-fondatore di Rockstar Games, ha spiegato apertamente perché il progetto è naufragato.
Nel corso di una lunga intervista di tre ore nel podcast di Lex Fridman, Houser ha ripercorso la storia di Rockstar e ha parlato con sorprendente sincerità di Agent, definendolo uno dei grandi “fantasmi” dello studio:
Abbiamo lavorato a diverse iterazioni di un gioco di spionaggio open-world, ma non è mai riuscito a prendere forma. Agent ha avuto circa cinque versioni diverse. A un certo punto ho concluso che non funzionava. Ci penso ancora, ma credo che ciò che rende le storie di spie perfette per il cinema le renda difficili da adattare ai videogiochi. Forse serve un approccio completamente diverso.
Houser ha poi rivelato che la versione ambientata negli anni ’70, mostrata pubblicamente, era solo una delle tante idee esplorate dal team:
Quella era una delle versioni. Ce n’era anche una ambientata ai giorni nostri. Abbiamo provato con vari team, in momenti diversi.
Il co-fondatore ha concluso con una riflessione interessante sul genere stesso:
Mi chiedo se sia davvero possibile realizzare un buon gioco di spionaggio open-world.
Le sue parole chiudono simbolicamente uno dei capitoli più discussi della storia di Rockstar: un progetto ambizioso che, nonostante anni di lavoro, non ha mai trovato la sua forma definitiva.
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