Il governo boliviano attacca Ubisoft a causa di Ghost Recon: Wildlands


3 Marzo 2017
Lo strepitoso successo della beta di Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands (6.8 milioni di download tra le varie piattaforme) è al centro di un’infuocata polemica internazionale. Infatti il governo boliviano si è lamentato ufficialmente con l’ambasciata francese per le modalità impietose con cui Ubisoft avrebbe dipinto la nazione sudamericana: un paese in preda all’anarchia e succube di un cartello della droga messicano.
Il ministro degli interni Carlos Romero, oltre a ribadire l’eventuale possibilità di un’azione legale contro lo sviluppatore francese, ha affermato che la Bolivia, per ora, preferisce proseguire per vie diplomatiche, sollecitando il governo francese ad intervenire sulla questione.
A sua discolpa Ubisoft sostiene che il gioco sia un’ “opera di finzione” e che la Bolivia è stata scelta come ambientazione del titolo solamente per i suoi paesaggi magnifici e per la sua ricchezza culturale. La reazione del governo boliviano pare alquanto esagerata, soprattutto se si considera l’attenzione certosina con cui i creativi di Ubisoft tendono sempre a sottolineare la natura fittizia delle vicende narrate nelle varie produzioni.

Si avvicina al medium videoludico grazie a uno scheletro piuttosto goffo, Sir Daniel Fortesque, protagonista di un certo Medievil. Tuttavia ai tempi è ancora troppo piccolo per comprendere quello che stava giocando e il mondo che lo circondava (oggi si illude che la situazione sia migliorata). Da quel momento la passione per i videogiochi lo prende e non lo lascia più. Per ora è un PC Gamer accanito ma non disdegnerebbe un ritorno su console. Ama tutto ciò che è inerente all'arte della narrazione. Half-Life, Fallout e Metro uber alles.