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Per il director di Baldur’s Gate 3, il genere single-player è tutt’altro che morto

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Negli ultimi anni, l’industria videoludica ha vissuto una trasformazione profonda, con un focus sempre maggiore su esperienze multiplayer e live-service. Di fronte a questa tendenza, molti si chiedono se i giochi single-player abbiano ancora un futuro. Tuttavia, il successo straordinario di Baldur’s Gate 3 e di altri titoli dimostra che le esperienze in solitaria non solo resistono, ma prosperano quando vengono realizzate con cura e passione.

Tra le voci più autorevoli a sfidare questa narrazione c’è Swen Vincke, fondatore di Larian Studios e director di Baldur’s Gate 3. Con il suo studio impegnato nello sviluppo di un nuovo progetto, Vincke ha voluto ribadire un concetto semplice ma potente: i giochi single-player non stanno scomparendo, devono solo essere di qualità.

Attraverso un post su X, ha risposto con ironia alle cicliche dichiarazioni sulla presunta fine di questo genere:

È di nuovo quel periodo dell’anno in cui i grandi giochi single player vengono dichiarati morti. Usate la vostra immaginazione. Non lo sono. Devono solo essere fatti bene.

E i numeri gli danno ragione. A oltre un anno dal lancio, Baldur’s Gate 3 continua a essere giocato da decine di migliaia di persone ogni giorno. Senza abbonamenti, senza microtransazioni, senza aggiornamenti live-service. Solo un’avventura epica, costruita per essere goduta in solitaria, che ha conquistato milioni di giocatori in tutto il mondo.

Le parole di Vincke hanno trovato immediato sostegno all’interno dell’industria videoludica. Tra i primi a commentare c’è stato David Goldfarb, veterano dello sviluppo e mente dietro Battlefield: Bad Company e Payday 2, che ha espresso il suo disappunto verso le logiche di mercato con una battuta carica di frustrazione:

Posso portarti a tutti i miei meeting, Swen? Sono fottutamente esausto.

Larian Studios non è l’unica a dimostrare che i giochi single-player hanno ancora un mercato solido e affamato di nuove esperienze. Un esempio lampante è Kingdom Come: Deliverance 2, che ha ricevuto un’accoglienza entusiastica, confermando come i giocatori siano pronti a premiare con entusiasmo prodotti di qualità, liberi dalle logiche invasive dei modelli live-service.

Il successo di questi titoli non è un caso isolato, ma la prova concreta che esiste un pubblico affezionato alle esperienze narrative profonde, alle storie avvincenti e ai mondi da esplorare senza distrazioni. Il single-player non sta morendo: si sta semplicemente evolvendo.

Scritto da
Manuel Salvetti

Storico e docente in discipline umanistiche, coltivo sin dall'infanzia una profonda passione per i videogiochi e il volontariato. Mi affascinano titoli di ogni genere, in particolare quelli a tema storico e sportivo. Inoltre, sono un grande appassionato di Star Wars e dedico molto tempo alla ricerca di nuove informazioni, curiosità e approfondimenti per comprendere le vie della Forza

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