La progettazione dell’hardware delle console è spesso il frutto di un delicato equilibrio tra prestazioni e contenimento dei costi, con l’obiettivo di offrire il massimo valore possibile agli utenti. Anche per le console di attuale generazione è stata seguita questa filosofia, che spesso comporta la vendita delle macchine in perdita.
Ebbene, secondo quanto riportato da una fonte ritenuta affidabile nel settore, PlayStation 5 continuerebbe ad essere venduta in perdita anche a distanza di anni dal lancio.
Al momento della pubblicazione nel 2020, era noto che PS5 venisse venduta sotto costo. Successivamente, Sony aveva annunciato di essere riuscita a rendere la console redditizia, ma secondo l’insider Kepler, tale margine positivo sarebbe svanito con l’aumento dei costi delle componenti, tra cui la memoria GDDR6 e i wafer prodotti da TSMC utilizzati per il chip principale della console.
Nel 2023, Sony ha aumentato il prezzo della versione digitale della console a 450 dollari con l’introduzione del modello Slim, ma ciò non sarebbe bastato a compensare i costi: PS5, infatti, continuerebbe a generare perdite. Una delle ragioni sarebbe legata all’uso dello stesso nodo produttivo per il SoC anche nella versione più recente.
Diversa la situazione per PS5 Pro, che secondo Kepler risulterebbe leggermente redditizia al prezzo di listino di 700 dollari. Anche Xbox Series X, complice un SoC di dimensioni inferiori e un recente rincaro dei prezzi, sembrerebbe garantire profitti simili a Microsoft.
Nonostante le perdite sull’hardware, Sony continua a generare profitti significativi grazie alla vendita di accessori e giochi. Tuttavia, questa generazione di console ha evidenziato un cambiamento nei modelli economici tradizionali. Basti pensare a Nintendo, che ha recentemente aumentato il prezzo di Switch, lanciata quasi un decennio fa. Non è quindi escluso che anche Sony possa rivedere il prezzo della PS5 o proporre una nuova revisione hardware per invertire la rotta e tornare a margini positivi.
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