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[Recensione] Fearmonium

Gli appassionati del genere metroidvania hanno di che essere felici in questo ultimo periodo. Sono infatti numerosi i titoli che omaggiano il genere creato da Castlevania e compagni, e ciò non può che essere un elemento di pregio in un mondo che altrimenti sarebbe rimasto polarizzato nei classici canoni degli FPS o degli action-adventure.

Fearmonium è infatti un metroidvania psichedelico con un’estetica espressiva dove la suspense si affianca all’umorismo. A differenza di altri esponenti del genere, nel titolo di Ratalaika la protagonista altro non è che una fobia che cresce nella mente confusa di un adolescente di nome Max. Ogni volta che il ragazzo si addormenta infatti, il giocatore è chiamato ad esplorare il mondo d’incubo della sua coscienza, in modo da sanarne la psiche. Il viaggio psicologico di Fearmonium parte con una semplice ma fondamentale domanda: “La paura causa sempre danni irreparabili, o una fobia può cambiare una vita in meglio?

Un tema delicato

Come descrivevamo poco sopra, il tema trattato da Fearmonium non è affatto facile, e proprio per questo dietro alla produzione vi è la partecipazione di un medico specializzato nell’argomento della depressione e della salute psichica. Il filmato iniziale, descritto a mo’ di fumetto, introduce la complessa situazione del giovane protagonista, che oltre a non trovarsi affatto bene con propria famiglia, ha anche avuto innumerevoli delusioni e fobie nel corso della propria crescita.

Il giocatore è quindi chiamato a prendere le redini di una di queste fobie (una moderna Pennywise femminile armata di martello) ed affrontare l’avventura studiata da Red Black Spade nella mente dell’adolescente, così da sconfiggere tutte le paure racchiuse nella sua mente. Purtroppo da questo frangente emerge una sorta di contraddizione etica: in quanto fobia, è nostro scopo minare l’equilibrio psicologico del ragazzo, andando contro le sue difese e schiacciando le altre per diventare il terrore dominante. L’obiettivo ludico è quindi opposto a quello a cui si potrebbe pensare inizialmente, e questo non fa altro che provocare una leggera perplessità fin dal principio.

Tra la mappa e il martello

Fearmonium è un metroidvania vecchio stile, che quindi non punta molto sull’innovazione del genere. Durante il viaggio nella mappa di gioco, la martelluta figura avrà infatti modo di ottenere abilità di di vario tipo, atte ad aumentare la capacità di esplorazione oppure in grado di fornire determinati bonus passivi che aiuteranno fortemente durante le fasi di combattimento.

A sottolineare ulteriormente la poca bontà del personaggio, vi è anche una chiara indicazione di gameplay, che consente al giocatore di frantumare ogni singola luce sul proprio cammino o far scoppiare dei palloncini, che fungono da vera e propria moneta di gioco utile per acquistare armi, upgrade o oggetti consumabili.

La mappa, che in titoli come questi riveste un ruolo nevralgico nella valutazione dell’esperienza, non è purtroppo interattiva, e costringe l’utente ad acquisire forzatamente dei segnalini fissi che mostrino i vari luoghi di interesse. Tale scelta rappresenta una complessità artificiosa della navigazione in Fearmonium, e molto spesso sfocia in una frustrazione tangibile quando non si sa bene in che posto recarsi per proseguire nella trama principale.

Lo sconforto è aiutato anche dal completamente rivedibile sistema dei checkpoint. Questi sono infatti mal posizionati ed in numero insufficiente, e costringono a rifare intere porzioni di mappa in caso di prematura sconfitta. Se a questo aggiungiamo la mancata possibilità della protagonista di schivare o difendersi dagli attacchi nemici, il risultato è quanto di più nefasto ci si possa aspettare dal lato del divertimento.

Per quanto concerne invece il combattimento, Fearmonium presenta diverse imprecisioni nei comandi che, oltre a non rispondere sempre in maniera tempestiva, molto spesso fanno sprofondare nel caos più completo, a maggior ragione durante determinate bossfight (o particolari sezioni su “binari” assolutamente da dimenticare).

Fobia artistica

Dal punto di vista artistico Fearmonium risulta godibile ed affascinante, grazie anche ai disegni ed alle animazioni fatte a mano di cui gode. Sfortunatamente non si può dire lo stesso dei fondali delle ambientazioni, che risultano un po’ scialbi e superficiali. Discreto anche il comparto musicale, che fa un compitino senza troppi sforzi.

Da evidenziare che il titolo di Red Black Spade non offre alcun tipo di localizzazione in italiano che, seppure i testi a schermo siano pochi ed assolutamente elementari, preclude direttamente la via a coloro che non masticano molto la lingua inglese.

5.8
Riassunto

Fearmonium aveva tutte le carte in regola per trattare un argomento delicato come quello della fobia e della depressione in maniera acuta ed interessante. Purtroppo la realtà dei fatti è ben diversa, e propone un titolo impreciso e raffazzonato, che vede nel suo comparto artistico l'unica ancora di salvezza.

Pro
Artisticamente interessante
Contro
Impreciso nei comandi La mappa di gioco è fondamentalmente inutile La progressione può generare frustrazione
  • Concept & Trama6
  • Gameplay5
  • Comparto Artistico7
  • Comparto Tecnico5
Scritto da
Lorenzo Bologna

Nato con il Pad in mano, al punto tale che la prima parola pronunciata è stata: "Woah!" in pieno stile Crash Bandicoot. Appassionato e curioso di tutto ciò che concerne il mondo videoludico. Amante dei titoli horror ed accumulatore di trofei compulsivo.

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