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[Recensione] Mugen Souls Z

A cura di L. Peroni

Mugen Souls Z, quasi dieci anni dopo la sua uscita, è tornato, questa volta su Nintendo Switch. Non una notizia per la quale strapparsi i capelli, sia chiaro, ma a qualcuno questa cosa può far piacere. Mugen Souls è sempre stato un intreccio, un miscuglio di dinamiche e idee gettate nel calderone e mescolate tra loro fino a farne un prodotto non particolarmente noto ma sicuramente curioso dell’era PS3.

Tra i punti più discussi ci fu sicuramente la chiacchieratissima rimozione della scena del bagno: la censura occidentale colpì inesorabile e cancellò dalla faccia della Terra tale componente. Non abbastanza bene però da eliminarla dal flusso temporale, perché EastAsiaSoft, alcuni mesi fa, ha deciso che per l’Occidente era arrivato il momento di conoscere questo contenuto scomparso. Da qui nasce l’idea di riproporre Mugen Souls Z, operazione che comunque, come potrete leggere nella nostra recensione, non è che sia poi così riuscita.

I problemi di Mugen Souls Z, infatti, restano in questa semplice opera tra porting e remaster, a partire dalla trama. La storia, oltre a essere abbastanza intricata ma nel modo sbagliato, è continuamente raccontata a fasi alterne: ci sono momenti di infinita lentezza, con muri di testo che occupano per minuti interi lo schermo, ad altri dove è tutto frenetico, rapido, confuso e in continua evoluzione, con personaggi come Chou-Chou e gli altri co-protagonisti che finiscono con l’apparire solo fastidiosi. In poche parole, non ci si capisce niente. E questo è già un difetto importante: il gioco cerca di imbastire un intreccio potenzialmente interessante tra divinità e mondi da conquistare, ma si scioglie di fronte alle evidenti problematiche nella rappresentazione.

Dando uno sguardo alle recensioni dell’epoca (quando Mugen Souls Z uscì per la prima volta, il nostro portale era ancora molto giovane e privo di recensioni), le idee sono molto simili. EastAsiaSoft, in buona sostanza, si è limitata a portare il gioco sulla console ibrida di Nintendo, senza limare questi dettagli – impossibile farlo in un’operazione di questo tipo. La storia, che porterà via circa 20 ore, è dunque così, folle e molto spesso assurda, ma raccontata con grossi problemi.

Anche il gameplay, ovviamente, non si discosta dall’originale release, pur presentando miglioramenti rispetto al primo capitolo. L’obiettivo dei giocatori è spostarsi di pianeta in pianeta per cercare il bersaglio predefinito, anche se non aspettatevi una libertà di esplorazione totale. Giocando adeguatamente con il proprio personaggio e le sue abilità, inoltre, è abbastanza facile diventare feroci macchine da guerra, componente che anzi rovina non poco l’esperienza specie nel finale: dopo una sana dose di grind che in molti tenteranno, i protagonisti diventano semplicemente inarrestabili. Ognuno di essi, tra attacchi base e abilità speciali, è in grado di portare a casa qualsiasi scontro.

Le battaglie sono piuttosto semplici. Muovendo i personaggi in un campo e scatenando le loro abilità, avrete già svolto più di metà del lavoro in battaglia. C’è anche qualche elemento di gameplay da Death end re;Quest, per quanto riguarda le battaglie e l’attivazione delle abilità, ma in definitiva è difficile dire di essere davvero sorpresi di fronte a queste dinamiche, probabilmente invecchiate abbastanza male. Ma mai male quanto il comparto tecnico e visivo: vecchio, antiquato, totalmente superato, e proprio lì dove gli sviluppatori potevano intervenire si notano tutte le pecche più importanti di questo ritorno.

Lo stile chibi dei personaggi mitiga in parte i difetti, ma siamo pur sempre di fronte a un gioco per il quale il tempo non è stato magnanimo. Se non altro, finalmente i giocatori in Occidente hanno avuto a disposizione il loro tanto desiderato minigioco del bagno, prima assolutamente inaccessibile. Ma sapete una cosa? Non vi siete persi poi molto.

6
Review Overview
Riassunto

Mugen Souls Z è un gioco affascinante da un lato, molto problematico dall'altro. Questo porting, utile solamente per recuperare il famoso contenuto censurato nei nostri territori, non rende giustizia a un titolo certo non indimenticabile ma neppure evitabile, che invece si perde nell'anonimato.

Pro
Gameplay soddisfacente
Contro
Trama lentissima e quasi sconclusionata
  • Concept & Trama5.5
  • Gameplay7
  • Comparto Artistico6.5
  • Comparto Tecnico5
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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