[Recensione] Payday 3

A seguito di un periodo di 10 giorni in prova, dovuti anche a problemi dei server, possiamo trarre le conclusioni su Payday 3 e ciò che ha apportato in seguito all’attesa degli utenti amanti dello scorso capitolo tramite la nostra recensione.

Ricordiamo che Payday 3 è uscito il 21 settembre su PS5, Xbox Series X|S e PC, proponendo novità su gameplay e gestione delle rapine. Il gioco ha dato la possibilità alla community di tornare su uno dei titoli che più hanno stupito i fan e a distanza di 10 anni dal rilascio del secondo capitolo, trampolino per il franchise supportato fino ad oggi.

Versione provata: PC.

TORNANO I GRANDI COLPI

A differenza del secondo titolo, in cui la storia generale si comprendeva tramite lore, qui vi è una sequenza di filmati sbloccabili in sequenza che seguono un filo conduttore.

Lo storico quartetto formato da Dallas, Chain, Wolf e Hoxton, affiancato da Pearl e Joy, viene costretto a tornare in azione, prendendo di mira la metropoli di New York e dintorni, a seguito del congelamento dei loro conti bancari offshore riempiti durante i colpi messi a segno negli anni. Il completamento di ogni rapina ci consente di far luce su ciò che affligge i nostri personaggi e su chi vuole ostacolarli, nonché metterli fuori gioco.

Gli otto colpi disponibili al lancio non sono molti e potrebbero limitare apparentemente la durata dell’esperienza di gioco, tuttavia basta analizzare nel dettaglio ciò che viene messo a disposizione dei giocatori per notare una rigiocabilità consentita grazie ai diversi approcci che si potranno utilizzare. Sette di queste missioni saranno fruibili in furtività e, nella maggior parte dei casi, sarà la scelta migliore per evitare scontri diretti svantaggiosi e una probabile riduzione della refurtiva e degli introiti.

Una volta conclusa una rapina, avremo quindi alcune sequenze d’intermezzo statiche, accompagnate dalla voce di protagonisti, antagonisti e comprimari che danno colore e contesto a un comparto narrativo che tenta di ritagliarsi spazio per immergere il giocatore in situazioni nuove, senza però eccellere nei ritmi di storytelling, risultando talvolta poco impattante sull’utente.

Sulla varietà nessuno discute e, anzi, premiamo la scelta di inserire colpi diversi uno dall’altro, data anche la mole di contenuti in ognuno: potremo infatti completare, oltre all’obiettivo principale, una serie di missioni secondarie utili a facilitarci la vita o farci racimolare più denaro, piuttosto che scoprire informazioni importanti sul bersaglio del nostro assalto. Questo è uno dei motivi per cui notare un miglioramento in termini di sfaccettature e possibilità rispetto al passato.

Le due nuove aggiunte alla gang saranno (come detto) Pearl e Joy, rispettivamente un hacker e una ex-spia. Il cambiamento che ci garantiranno sarà puramente estetico come sempre è stato, con un cambio di abiti, maschere e accessori.

Il gioco ci ha intrattenuti e ha posto le basi per un supporto post-lancio che potrà approfondire aspetti di trama e sequenze qua abbozzate, in modo da sviluppare una sua vera e propria narrazione.

UNA RAPINA PIENAMENTE RIUSCITA

Dopo un decennio mettiamo mano ad un gameplay già di base ben studiato e che, dopo grande attesa, fa ben sperare che sia migliorato sotto ogni aspetto. Questo è vero, per buona parte.

Nonostante non si abbiano avute molte rapine quante attese dalla community, sono tutte perfettamente bilanciate e non rendono mai noioso il titolo per via delle diverse possibilità su come affrontare le missioni: la parte stealth in particolar modo sarà difficile ma verrà supportata e incentivata tramite bottini extra e la garanzia di una vera sfida, ci sarà bisogno di pianificazione di strategie, scelta di un punto d’ingresso, localizzazione dei nemici, movimento migliorato senza maschera e gestione di potenziali pericoli. Spesso, è necessario studiare attentamente la struttura dei livelli di un edificio per individuare dettagli potenzialmente cruciali, come finestre o porte nascoste che possono venirci in aiuto.

D’altro canto, un approccio più aggressivo è tranquillamente contemplato e potrà mettere a ridosso dei giocatori una pressione maggiore in alcuni casi, oltre che spingerli a dover trovare un modo intelligente di sfuggire ad un accerchiamento di polizia e SWAT, entrambi decisamente potenziati e resi complessi, anche per chi non è alle prime armi con Payday. La difficoltà avrà poca scelta, ma ciò è giustificato da un innalzamento generale di questa e permette a chiunque di ottenere alti livelli di adrenalina per ciascun colpo.

L’intelligenza artificiale non ha ricevuto sensibili miglioramenti, nemmeno in modalità Overkill, dove le guardie fanno giri più complicati da prevedere e la velocità con cui verremo scoperti sarà maggiore; tuttavia, in un contesto preferibilmentefurtivo possiamo comprendere la scelta di Starbreeze di non rendere troppo reattiva l’IA, che può comunque generare problemi se si affronta una rapina con superficialità.

Per quel che riguarda le armi utilizzabili, troviamo come sempre una certa diversificazione tra le varie categorie, le quali aumentano la conta a circa venti armi tra pistole, fucili d’assalto, fucili a pompa e mitragliatrici, che possono venire in contro alle preferenze dei giocatori montando, anche qui, un gran numero di accessori per ciascuna. Vengono inoltre introdotte le armi Overkill: due (al momento) speciali strumenti richiamabili a piacimento durante il colpo, ossia il lanciagranate M32 e il fucile di precisione LYNX GM6 cal .50, certamente un alleato in più per le situazioni difficili.

Dal punto di vista tecnico siamo rimasti meno entusiasti per la gestione del motore grafico, ossia l’Unreal Engine 4, soprattutto dato il passaggio all’Engine 5 in arrivo durante il corso dell’anno successivo al rilascio del gioco; allo stato attuale, Payday 3 si dimostra sulla linea del secondo capitolo e non apporta migliorie evidenti anche giocando a dettagli alti su PC e notando così modelli poligonali non proprio aggiornati, questo è ciò che ci ha lasciato in dubbio su questo aspetto. La perplessità tuttavia si affievolisce leggermente non appena si analizzano le ambientazioni ben realizzate e accompagnate, durante le missioni, da un sottofondo musicale in pieno stile Payday.

I dubbi su ciò che sarebbe potuto essere con un lancio direttamente in Unreal Engine 5 perciò rimangono, ma confidiamo che vengano dissipati nel prossimo futuro, così come le problematiche sui server riscontrate durante il lancio, ora decisamente attenuate, che riconfermano una difficoltà a riconoscere la funzionalità di una connessione online perennemente richiesta.

Ringraziamo Plaion per il codice fornito.

7.3
Review Overview
Riassunto

Nonostante un lancio turbolento e poco riuscito, Payday 3 riesce a riprendersi bene e offre ore di intrattenimento e studio dietro ogni colpo, spingendo il giocatore e compagnia a migliorarsi sempre di più. Sempre con alcune mancanze, ma giocabile in serenità e in prospettiva di un concreto supporto post-lancio.

Pro
Gameplay innovato dove serviva Buona varietà di colpi effettuabili HUD minimale e intuitivo
Contro
Miglioramento grafico non esaltante come sperato Obbligo di essere connessi ad internet, anche in partita privata
  • Concept & Trama7
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico6
Scritto da
Marco "Connor" Corazza

Videogiocatore dall'infanzia, dalla fine degli anni '90, fino ad arrivare ai titoli più recenti. Dal PC alla console, una vita basata su questo mondo, appassionato di trame fitte e giochi in team.

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