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[Recensione] Planet of Lana

Un po’ Limbo e Inside, un po’ The Last Guardian, un po’ Little Nightmares: Planet of Lana, il videogioco d’esordio di Whisfully Studios, racchiude in un’avventura di circa 5 ore molte influenze diverse riuscendo comunque a dare al tutto una propria personale visione.

Ci siamo dedicati per bene a questo titolo in tutte le sue componenti e possiamo ora parlarvene in modo approfondito.

Versione provata: PC

Planet of Lana: un mondo silenzioso e al contempo eloquente

La vita sembra scorrere lenta ma rigogliosa sul pianeta Novo, abitato da umani che convivono pacificamente in mezzo a una natura lussureggiante. Il viaggio parte in un piccolo villaggio galleggiante, seguendo i passi di una ragazzina, Lana, che corre all’inseguimento della sorella maggiore Elo. Possiamo così comprendere, in questo breve tutorial, i fondamenti del gameplay: la nostra protagonista può correre (non molto velocemente, data la sua piccola statura), saltare, arrampicarsi, accovacciarsi.

Le cose si complicano ben presto però, in quanto sullo sfondo di questo scenario idilliaco fanno breccia alcuni robot aggressivi, simili a dei ragni elettrici, che rapiscono l’intera comunità di cui Lana fa parte. La ragazzina riesce miracolosamente a scappare: intraprende un viaggio in solitaria, in un mondo ormai abitato solo da bestie e dai robot che cercano di portare via chiunque sia riuscito a sfuggire alle loro grinfie.

Sembrerebbe tutto perduto, quando Lana incontra sulla sua strada un compagno di viaggio speciale, una sorta di incrocio tra un gattino nero e gli spiritelli della fuliggine de “La città incantata”, film ad opera dello Studio Ghibli. Il nostro nuovo companion si chiama Mui e la collaborazione tra i due personaggi diventerà ben presto fondamentale.

La narrazione di Planet of Lana è molto semplice, silenziosa e ridotta all’osso, eppure efficacissima: Whishfully ha deciso di mettere particolare cura nel design audio del titolo (vi consigliamo assolutamente di giocare utilizzando le cuffie), dalle musiche coinvolgenti e poetiche di Takeshi Furukawa (The Last Guardian) fino ai suoni ambientali, dettagliatissimi e immersivi ad opera del Lead Sound Designer Francesco Ameglio. I personaggi discorrono tra loro utilizzando un linguaggio inventato che però risulta ben presto essere alquanto intellegibile anche per noi che non facciamo parte della popolazione del pianeta Novo. In poche parole, il comparto audio è quello che ci ha convinti di più. Ma veniamo al gameplay.

Lana e Mui, una stretta collaborazione per la sopravvivenza

Il gameplay di Planet of Lana funziona nel suo complesso, anche se non spicca in quanto a versatilità e fruibilità dei comandi. Nella nostra lunga corsa verso destra, incontreremo infatti numerosi enigmi ambientali e nemici da superare o sfruttare a nostro vantaggio, collegati tra loro da parti in cui dovremo semplicemente camminare e ammirare lo scenario che ci circonda.

Ogni enigma è ben definito in ogni schermata. Anche se quasi tutti i puzzle risultano intuitivi, non sempre è facile capire come ottenere i risultati sperati: bisogna infatti calcolare alla perfezione i tempi ed eseguire ogni step esattamente come pensato dagli sviluppatori, onde evitare numerose morti consecutive. Il livello di frustrazione aumenta quando bisogna ripetere la stessa cosa più e più volte per giungere alla soluzione, e si tratta spesso e volentieri di compiere azioni molto lente (trascinare un oggetto, correre avanti e indietro, arrampicarsi su e giù. Lana non è certo una scheggia nei suoi movimenti).

Funziona molto bene invece l’interazione con il piccolo Mui, molto più agile di noi e in grado di eseguire degli ordini semplici che gli impartiamo (anche qui, i comandi per gestire Mui non sono proprio comodissimi). Il piccolo animaletto nero può seguirci o fermarsi in un punto che gli indichiamo, può saltare in alto e liberare corde incastrate in modo da permetterci di raggiungerlo, può sparire in delle buche nel terreno per uscirne da un’altra parte, attirando così i robot nemici. Odia l’acqua però, e in questo sarà Lana a doverlo aiutare. Quasi è un peccato che non esista una modalità multiplayer per Planet of Lana, ci sarebbe piaciuto poter giocare con un amico.

Sfondi in primo piano

Nonostante le sbavature che vi abbiamo elencato per quanto riguarda il gameplay a tratti lento che potrebbe risultare frustrante, Planet of Lana riesce a far immergere il giocatore in un’ambientazione dettagliata e artisticamente lodevole: i colori accesi, il design di personaggi e creature sono il fiore all’occhiello di quest’avventura a scorrimento laterale.

Gli sfondi inoltre, seppur curatissimi e in movimento, non distraggono mai dall’azione, ma la accompagnano piacevolmente. Spesso e volentieri, nelle sezioni meno concitate del gioco, la telecamera si allontana abbondantemente dai personaggi per lasciarci ammirare tutto ciò che li circonda, facendoci sentire davvero sperduti su un pianeta assediato: ciò che era sfondo quindi assume il ruolo di protagonista indiscusso, mostrandoci un mondo che vive e respira sotto i nostri occhi. Queste scene, accompagnate dalle meravigliose musiche di cui vi abbiamo già parlato, sono riuscite a farci emozionare.

Punti di forza:

  • Il sound design è curato e immersivo
  • Visivamente lodevole
  • Dura il giusto

Punti deboli:

  • Lento e ripetitivo in diverse meccaniche
  • Nessuna modalità multiplayer nonostante il gameplay basato su due personaggi

Per essere il primo lavoro di Wishfully Studios, Planet of Lana è un titolo che fa il suo dovere e mostra tutte le potenzialità di questo team soprattutto per quanto riguarda il sound design e l’art direction. Gli enigmi e i pericoli che affronteremo sul pianeta Novo sono per lo più intuitivi e funzionano, se non fosse per alcune meccaniche troppo ripetute e per la lentezza di alcune azioni. Consigliato per chi cerca un’avventura semplice ma immersiva.

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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