[Recensione] Ultros

Gli amanti dei metroidvania hanno avuto molte soddisfazioni in questi anni, se non altro capaci di mitigare l’attesa infinita per Metroid Prime 4 (nel frattempo, recuperare l’ottima remastered del primo capitolo). L’ormai popolare genere ha vissuto un’importante rinascita nella storia recente dei videogiochi, e le produzioni che ne hanno beneficiato sono tantissime. Irrompere in questo genere non è quindi facile, ma Ultros fa abbastanza per distinguersi.

Vi raccontiamo il gioco a dir poco unico nell’aspetto, nella nostra recensione.

Versione provata: PS5.

Un ciclo viscerale

Sono poche, pochissime le premesse narrative di Ultros. L’intera opera, ambientata in quella che sembra essere una stazione spaziale fuoriuscita da un qualche quadro di un Arcimboldo proveniente da un universo alternativo (e facente uso di LSD potentissimo), parte nel silenzio, con il risveglio della protagonista accompagnato da una flebile musica di sottofondo che lascia trasparire il senso di mistero. E il mistero, in Ultros, inizia dal primo secondo: non sappiamo dove siamo, chi siamo ma soprattutto perché siamo qui.

Attraversando i contorti corridoi della nave, i cui colori e forme fanno quasi pensare di trovarsi nelle viscere di un essere vivente che fluttua nel cosmo, veniamo così progressivamente accompagnati verso la scoperta del mistero, attraverso la comparsa di vari personaggi e maestose strutture che popolano questo luogo ricco di pericoli.

Hadoque, lo studio dietro Ultros, gioca così le sue carte. Il Sarcophagus,  questo il nome della nave che fa da sfondo alle vicende, è un luogo assurdo, fuori dal tempo e forse anche dallo spazio. Qui ogni personaggio è enigmatico e magnetico, perché sembra sempre nascondere qualcosa che non viene mai raccontato. La sua ambientazione unica riflette questo mondo, nel quale perdere e ritrovare è una costante continua.

Si riparte e si combatte

Ultros è un metroidvania con elementi roguelite, che si basa su un loop infinito dei famosi cicli di cui spesso i personaggi parlano nel corso delle vicende. Le situazioni si ripetono, gli ambienti si ripetono, la protagonista viene costantemente riportafa nel luogo di partenza ogni volta che riesce a liberare l’anima di uno dei sarcofagi, intrappolate da una qualche forza misteriosa che aleggia nella struttura.

A ogni ciclo, l’eroina deve rimboccarsi le maniche e ripartire da capo. Per sua fortuna, la natura roguelite fa sì che alcuni oggetti o abilità possano essere mantenuti attraverso i cicli, anche se non tutti disponibili da subito. Occorre infatti tornare sui propri passi, letteralmente. E non è sempre così immediato, specie all’inizio.

La parte più dura, in Ultros, è infatti l’esplorazione. Probabilmente anche i più esperti dei metroidvania rischieranno di perdersi in più di un’occasione, specie all’inizio di ogni nuovo ciclo di avventura, poiché capire quale direzione prendere non è assolutamente semplice né tantomeno intuitivo, anche consultando a più riprese la mappa di gioco – sarebbe stato utile mettere una minimappa a schermo, anche se l’HUD attuale è comunque molto pulito e bello da vedere. Ultros è un metroidvania con una mappa molto intricata e complessa, suddivisa in varie zone che conducono a obiettivi della storia ma anche segreti e aree spesso inaccessibili nei precedenti cicli, le quali devono essere quindi visitate a più riprese per poter cogliere ogni singolo elemento di gioco. Il backtracking sarà costante, anche solo per avanzare nella storia.

Il fatto è che abbastanza spesso, e questo anche a causa di un comparto artistico che è comunque sublime, potrebbe capitare di perdersi alcuni elementi molto importanti per procedere nell’esplorazione. L’estrattore, marchingegno che la protagonista raccoglie ad ogni ciclo, e che a ogni obiettivo completato si arricchisce di una nuova funzionalità per esplorare sempre più zone, ne è l’esempio lampante: saremo noi a selezionare di volta in volta la funzione da utilizzare, e non sempre il design ci aiuterà a comprendere quando utilizzare cosa, portando talvolta a tornare erroneamente sui propri passi.

Il propulsore dell’estrattore, ad esempio, funziona come una sorta di jetpack per raggiungere le aree più elevate, anche se occorre prima trovare una fonte d’energia accettabile – e ci sono comunque ovvi limiti nell’utilizzo. Il potenziamento escavatrice, che consente di trovare oggetti nascosti nel sottosuolo, è affascinante ma anche complesso, poiché arriva in un momento in cui le meccaniche di gioco si fanno sempre più pressanti, con il giocatore chiamato necessariamente a tenere a mente tantissimi elementi di cui è composta la produzione. Il decespugliatore, che arriva relativamente presto nel corso dell’avventura, consente invece di fare a pezzi la flora ostile, per sbloccare nuovi accessi ed eventualmente facilitarsi la vita nei cicli successivi.

Una delle dinamiche più curiose di Ultros, nella sua natura roguelite, è infatti quella legata alla coltivazione, per così dire. Insieme alla Corteccia, l’albero delle abilità sbloccabili fagocitando disgustosi esseri simili a vermi e interiora e “bloccabili” per i cicli successivi grazie a un altro tipo di risorsa, molto rara, la protagonista può infatti anche seminare nel terreno alcuni particolari semi, portando alla nascita di piante/forme di vita di varia natura che, nei cicli successivi, continuano a crescere. Nella metafora della vita e delle sue infinite forme, Ultros fa anche di questo la sua meccanica, approfondendo ulteriormente un gameplay stratificato su più livelli.

Il titolo include anche una sana componente action. Il combat system è frenetico ma non complesso da padroneggiare, e gioca molto su schivate e contrattacco. È presente anche un attacco pesante, per rompere le barriere protettive di alcuni nemici, così come la possibilità di utilizzare alcuni di essi come proiettili da sparare verso le forze rivali. Il combattimento è semplice da capire e appare molto fluido, di facile comprensione. Il team ha inoltre deciso di dare un altro importante elemento al sistema di combattimento, quello della varietà: utilizzando in continuazione varie mosse per combattere, il drop delle risorse dai nemici sarà migliore.

La Corteccia, il già citato albero delle abilità della protagonista, consente poi di sbloccare alcune nuove skill niente male per il combattimento e l’esplorazione. Si possono ad esempio aumentare il numero dei colpi delle combo, o anche sbloccare attacchi a sorpresa per prendere alle spalle i nemici. Un buon compromesso per dare ai giocatori un buon senso di progressione, senza la frustrazione di dover ricominciare da capo ogni singolo elemento.

Suoni e comparto musicale, per concludere, sono evocativi in tutti i sensi. A tratti sembra di trovarsi all’interno di un qualche rituale onirico. E forse Ultros è proprio quello.

Ringraziamo Cosmocover per il codice review.

8.3
Review Overview
Riassunto

Caratterizzato da un comparto graficounico, Ultros è un metroidvania che osa tanto, sia artisticamente che come gameplay. Forse anche troppo, in alcune circostanze. Comunque, se siete nostalgici di giochi come Metroid Fusion, tuffatevi al piu presto nelle oniriche atmosfere del Sarcophagus.

Pro
Psichedelico e fenomenale nel comparto artistico Combat system variegato al punto giusto Un'ottima struttura metroidvania con tante meccaniche...
Contro
... anche se fin troppo complessa in alcuni frangenti I troppi colori rischiano di essere un problema
  • Concept & Trama7.5
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico9
  • Comparto Tecnico8.5
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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