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Super Mario Best | Super Mario Odyssey

Super Mario Best è una rubrica speciale lanciata in occasione dell’uscita al cinema di Super Mario Bros: Il film, la pellicola animata di Illumination e Nintendo Pictures. In questa rubrica racconteremo brevemente, attraverso immagini e ricordi, i migliori platform di sempre con protagonista il baffuto idraulico poco amante dei funghi.

Ormai sappiamo qual è il modo di agire di Nintendo, per la saga 3D di Mario (ma in effetti il discorso vale per tutti i titoli del franchise): partendo delle solidissime basi di Super Mario 64, che ancora oggi può dare filo da torcere a praticamente tutti i videogiochi esistenti, i successivi titoli si sono preoccupati di introdurre un nuovo elemento principale per rompere la routine e offrire innovative movenze al protagonista.

In Sunshine, Mario imbracciava lo Splac-3000, l’indimenticabile cannone acquatico dai mille usi. In Galaxy, di cui (spoiler!) parleremo più approfonditamente tra non molti giorni, il grande elemento inedito era la gravità, componente fondamentale del gameplay intorno alla quale ruotava l’intera avventura stellare del baffuto idraulico. In Odyssey, invece, arriva Cappy.

All’inizio del 2017, in piena presentazione di Switch, Miyamoto sgancia la bomba: nuovo gioco in 3D della saga di Mario. Finalmente, dopo tanti anni. Eh già perché la serie principale di Mario nelle tre dimensioni era ferma ormai dal 2010, con Super Mario Galaxy 2 su Wii. Tralasciando il particolare, e comunque molto apprezzato, Super Mario 3D World poi riproposto anche su Switch, la mascotte di Nintendo aveva completamente saltato la fallimentare generazione di Wii U, console che, per tanti motivi, ha avuto un ciclo vitale inferiore alle aspettative. Urgeva un ritorno, e questo ritorno avvenne proprio con Super Mario Odyssey. Un altro trionfo incredibile. 

Portando Mario lontano dal Regno dei Funghi, in un tour mondiale (e non solo) a bordo della nave Odyssey, Nintendo gioca con le mille possibilità messe a disposizione del giocatore, dimostrando peraltro che Switch, nonostante un hardware nettamente inferiore a PS4 e Xbox One che in quel momento guidavano la generazione, poteva offrire esperienze indimenticabili. Non che non fosse già chiaro: insomma, nei mesi appena precedenti all’uscita di SMO, l’ibrida della grande N aveva esordito con un pezzo ancora oggi da novanta, The Legend of Zelda: Breath of the Wild, simbolo di una nuova corrente del concetto di open world che ha poi visto in Red Dead Redemption 2 ed Elden Ring altri grandi proseliti. Ma non divaghiamo.

“Non è la potenza dell’hardware a fare grande un videogioco, ma le sue meccaniche”, diceva Gandhi. O forse no. In ogni caso, il concetto è quello, e Super Mario Odyssey, in un momento storico in cui tutto era frame rate, risoluzione, texture 4k e l’arrembante ray tracing, rappresentava proprio come Breath of the Wild che per creare un videogioco geniale, la potenza della CPU serve fino a un certo punto. 

Forse l’impatto iniziale non è stato lo stesso, inimmaginabile primo contatto con Super Mario Galaxy (nuovamente, lo ritroveremo tra pochi giorni in questa speciale rubrica…), ma un grande elemento sul quale SMO si è basato è stata la sorpresa continua. Se con lo Splac-3000 di Sunshine Mario già conosceva sostanzialmente tutto quello che doveva sapere dal primo istante, libero di sperimentare tutte le acrobazie uniche, con Cappy, il magico cappello vivente e grande novità del gameplay, Mario scopre di mondo in mondo nuovi modi per esplorare, interagire, raccogliere Lune e muoversi nello spazio, giocando addirittura con le dimensioni. 

La nuova avventura di Mario parte dal Regno del Cappello, nebbioso e apparentemente tetro mondo nel quale vivono i cappelli magici e dove il giocatore poteva familiarizzare con le prime dinamiche, siano esse prelevate dai giochi precedenti o inedite come la possibilità di impersonare un Goomba per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Un antipasto di un ricco puzzle game, per così dire, con aree segrete, minigiochi e, ovviamente, tanto, tantissimo platforming.

Dal magnifico Regno delle Sabbie (intravisto anche in uno dei trailer del film di Illumination) a quello delle Nevi, dal New Donk City al mondo dei Fornelli, ogni angolo del vasto e ricco universo toccato dalla Odyssey è un tripudio di gioia e colori, condito con sorprese continue. Cappy porta Mario a diventare l’impensabile: un carro armato, un pesce, una carica elettrica, una sfera di fuoco, persino un t-rex, e la cosa più impressionante di tutto ciò è che non si tratta semplicemente di mere aggiunte, ma fondamentali elementi del gameplay, funzionali per completare il viaggio e raccogliere ogni singola Luna presente – sono ben 880, più dei collezionabili di SM64, Sunshine, Galaxy 1 & 2 messi insieme!

Le incredibili possibilità fornite da Cappy sono del resto il motivo se da anni, sin dal 2017, si parla della possibilità di un Super Mario Odyssey 2, il che, a dire il vero, sarebbe molto ben accetto anche da noi. La vera domanda è: Nintendo è interessata a farlo, o è decisa a stupire ancora una volta sulla futura console con qualcosa di completamente inedito?

Nell’attesa di saperlo, e chissà che il 2024 non porti qualche gradita sorpresa in tal senso, possiamo ricordare ancora una volta quanto Odyssey sia stato fondamentale per l’avvio di Switch, e la prova, l’ennesima, della genialità di un certo Shigeru Miyamoto ormai pronto a una meritata pensione dopo decenni di sbalorditivi risultati.

GLI ALTRI SPECIALI SUPER MARIO BEST

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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