A sorpresa, Aspyr ha rilanciato Tomb Raider: Definitive Edition su Nintendo Switch e Switch 2, con una conversione che arriva forse anche per mitigare l’assenza di novità sul nuovo capitolo – ormai da più di un anno, dalle parti di Embracer, si dice che Lara stia per tornare, ma è evidente che ci siano stati ritardi. E così, si decide di investire sulla riproposizione di vari progetti: all’inizio di quest’anno è arrivata la Tomb Raider IV-VI Remasterd, mentre ora torna la moderna Lara.
Quando Tomb Raider uscì nel 2013, rappresentò una svolta radicale: non solo reinventò Lara Croft per una nuova generazione, ma rilanciò l’intera serie come blockbuster action-adventure moderno, in stile Uncharted. Una scelta curiosa, se si pensa che proprio la serie di Naughty Dog prendeva ispirazione dagli originali Tomb Raider, oltre che da Indiana Jones.
Dodici anni dopo, questo reboot approda per la prima volta su hardware Nintendo, portando con sé un’eredità importante e offrendo a molti giocatori l’occasione ideale per riscoprire l’origine della trilogia “survival” di Crystal Dynamics.
Le gioie e i dolori della giovane Lara

Rivedere la storia oggi significa tornare a Yamatai, sull’isola dove Lara vive il suo naufragio iniziatico. L’introduzione, ancora efficace, mette subito in scena una protagonista inesperta e vulnerabile, catapultata in un ambiente ostile che la obbliga a reagire, sopravvivere e cambiare. La scrittura di Rihanna Pratchett conserva una forza sorprendente: tra culti misteriosi, compagni dispersi e un passato che riaffiora in ogni rovina, l’arco narrativo di Lara riesce ancora a bilanciare fragilità e determinazione. Ed è proprio questa crescita emotiva, più ancora dei colpi di scena, a far funzionare l’intera avventura a distanza di dodici anni, sebbene quella che vediamo non sia la Lara storica bensì una sua “versione primitiva”, ancora in formazione.
Sul piano ludico, Tomb Raider resta un mosaico di elementi che nel 2013 contribuirono a definire un nuovo standard per il genere: struttura semi-open, sezioni di arrampicata ottime per dare spunti cinematografici, un albero delle abilità semplice ma funzionale, combattimenti intensi con un eccellente arco e un mix costante di stealth e azione. Alcuni passaggi tradiscono la loro epoca – come i QTE punitivi o certe morti istantanee – ma l’impianto generale regge bene.
È un gioco più brutale di quanto molti ricordino: tra trappole, cadaveri e sequenze crude, la tensione resta alta dall’inizio alla fine. Eppure, proprio questa rudezza contribuisce a rendere ogni scontro, ogni fuga e ogni arrampicata parte integrante della trasformazione di Lara da giovane archeologa a combattente capace. Dobbiamo essere sinceri: su alcuni elementi, Tomb Raider: Definitive Edition sembra essere invecchiato un po’ più in fretta del dovuto, ma va detto che la sua forma originale del 2013 non era certo una rivoluzione assoluta del gaming. Il tutto, comunque, funziona.
Ai limiti dell’incredibile è il ritorno del comparto multiplayer, di cui quasi nessuno serbava memoria: non è fondamentale, ma il fatto che funzioni ancora e che ci siano giocatori con cui confrontarsi è un piccolo valore aggiunto inatteso. Si tratta di una serie di modalità tra le più classiche, che richiedono semplicemente di eliminare gli avversari prima della fine della partita.
La conversione per Switch 2, con alcuni limiti

Aspyr porta su entrambe le console Nintendo la Definitive Edition completa di tutti i DLC, con qualche accorgimento per il nuovo hardware. Su Switch 2, dove abbiamo giocato il titolo, Lara si muove a 60 fps stabili e con una resa generale più pulita: le texture rivelano l’età del prodotto, ma l’immagine resta solida e piacevole, soprattutto in modalità portatile.
Le aggiunte pensate per Switch 2 sono però poco significative. I controlli di movimento servono solo a ruotare gli artefatti nel menu – una scelta quasi superflua – mentre il supporto al mouse, potenzialmente interessante, è troppo sensibile per risultare realmente utilizzabile. Nulla che una patch non possa sistemare, ma al momento non rappresentano un vero valore aggiunto. L’aspetto più criticabile dal punto di vista tecnico è poi la mancanza di molte ombre che prima contribuivano a creare profondità e dettaglio alla scena; una scelta che, probabilmente, è dovuta alla necessità di comprimere il gioco su una console portatile e in poco spazio, ma che inevitabilmente fa perdere qualità all’immagine.
Il costo, invece, lavora a favore della conversione: il prezzo contenuto di 20 euro rende l’operazione molto più appetibile, soprattutto per chi vuole scoprire il gioco senza spendere troppo.
Review Overview
Riassunto
Tomb Raider: Definitive Edition rimane un titolo di spessore, capace ancora oggi di raccontare un viaggio duro e convincente e di offrire un gameplay solido nonostante alcune rughe evidenti. La versione Switch 2 è sicuramente la migliore per giocare nel 2025, ma non porta con sé innovazioni tali da renderla una remaster imprescindibile. Per il prezzo a cui viene proposta, però, resta un buon compromesso.
Pro
Un bel gioco da riscoprire Il prezzo ci sta tuttoContro
Molte limitazioni tecniche Qualcosa è invecchiato- Giudizio complessivo7.7
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