Home Videogiochi Recensioni WUCHANG: Fallen Feathers | Recensione

WUCHANG: Fallen Feathers | Recensione

È innegabile come negli ultimi anni le case di produzione cinesi abbiano aumentato notevolmente la quantità e la qualità delle loro produzioni videoludiche. E gli investimenti multimiliardari a colpi di yuan sono andati di pari passo, con giganti come Tencent che sono ormai pronti ad acquisire alcune malmesse compagnie occidentali. Giusto un anno fa ci trovavamo di fronte all’uscita di un campione di vendite come Black Myth: Wukong, premiato sia dalla critica che dal pubblico, ma a quanto pare Pechino non vuole smettere di battere il ferro finché è caldo.

WUCHANG: Fallen Feathers, sviluppato da Leenzee Games, si colloca nell’ormai tradizionale genere dei soulslike, fondendo un sistema di combattimento raffinato, un’ambientazione storica affascinante e una narrazione cupa e suggestiva. Ambientato nella terra di Shu durante la tarda dinastia Ming, il gioco si inserisce nel filone degli action rpg dei quali From Software è stata maestra con la sua opera seminale, ma intende far sentire la sua voce, carica di misticismo e di meccaniche originali.

Vediamo nella nostra recensione come si comporta Wuchang: Fallen Feathers!

Versione provata: PC

Il male misterioso

WUCHANG: Fallen Feathers è ambientato durante la tarda dinastia Ming a Shu, una delle regioni storiche della Cina, che viene ricostruita con una cura maniacale per i dettagli, offrendo scorci mozzafiato di templi in rovina, foreste nebbiose, villaggi decadenti e grotte avvolte nel silenzio del tempo.

Ma avremo poco tempo per ammirare il panorama, perché i luoghi che ci troveremo di fronte sono tormentati dalle fazioni in guerra e da una malattia misteriosa chiamata Pteromorfosi.  Si tratta di una misteriosa e inquietante afflizione che riveste un ruolo centrale nell’ambientazione e nella trama.

La Pteromorfosi è un fenomeno soprannaturale che provoca mutazioni uniche e inspiegabili nelle vittime, simboleggiando una maledizione che offusca il confine tra umanità e mostruosità. Man mano che i sintomi si diffondono, le vittime vengono gradualmente trasformate in esseri grotteschi e corrotti, perdendo il senso di sé e soccombendo alla follia. Le origini della Pteromorfosi sono avvolte nel mistero, legate ad antiche maledizioni e disordini spirituali.

Come possiamo ben aspettarci, anche la nostra protagonista, l’eponima piratessa Wuchang, si risveglia priva di memoria e si scopre vittima della Pteromorfosi, con delle piume che stanno nascendo dal suo braccio sinistro. Da qui inizierà il suo viaggio a Shu per scoprire cosa si cela dietro questa misteriosa afflizione e nei meandri del proprio passato.

Sotto il segno delle armi

Come in ogni action rpg che si rispetti anche in WUCHANG: Fallen Feathers il fulcro del gioco è, ovviamente, il suo combat system. A differenza di molti altri soulslike recenti, il gioco rinuncia a meccaniche come il salto (presente invece in Wukong) o l’uso sistematico del parry (visto in Lies of P), optando per uno stile più radicato al terreno, in cui il tempismo e la schivata sono tutto.

Le azioni principali sono affidate ai classici attacco leggero (RB/R1) e attacco pesante (RT/R2), mentre i tasti laterali del pad consentono di eseguire abilità speciali o parate, ma solo con determinate armi pesanti, ovvero le asce. L’approccio al combattimento di conseguenza cambia in modo radicale in base all’arma impugnata.

Le cinque tipologie di armi principali (ossia asce a due mani, spade a una e due mani, lance e doppie lame) offrono ognuna uno stile di gioco distintivo, arricchito da skill uniche e attacchi speciali. Ogni arma può essere ulteriormente potenziata con incantesimi che ne modificano gli effetti, conferendo loro così bonus elementali o capacità speciali.

Una peculiarità del sistema di combattimento è il Potere Celestiale, un’abilità che consente l’utilizzo di poteri speciali una volta caricato l’indicatore celeste. L’attivazione precisa di schivate e attacchi, infatti, riempie questa barra, e saperla gestire con criterio può fare la differenza tra la vita e la morte, soprattutto contro i boss.

Tra storia e leggenda

Come dicevamo pocanzi, i luoghi attraversati da Wuchang sono basati su ambienti reali, visitabili ancora oggi, un po’ come accadeva per il già citato Black Myth: Wukong. Se all’inizio il nostro viaggio pare essere confinato da un level design piuttosto lineare, saremo ben presto sorpresi da quanto in fretta ci si aprano molte diramazioni e bivi, che ci condurranno ad affrontare nemici sempre più oscuri.

Difatti, i sentieri che dovrà percorrere la nostra bella piratessa non si limitano a prendere spunto dalla storia cinese, ma intendono rileggerla attraverso gli occhi delle leggende orientali, in particolare quelle dei mistici taoisti.

Il risultato è un dark fantasy molto più inquietante e disturbante di Wukong, con delle immagini che tendono decisamente verso l’horror puro. Non possiamo non citare a questo proposito l’ottima colonna sonora, che grazie all’uso distorto degli strumenti tradizionali cinesi ci porta dentro l’atmosfera che hanno costruito per noi i Leenzee.

La metà oscura

Una scelta di WUCHANG: Fallen Feathers che ci ha piuttosto destabilizzato è l’abbandono delle classiche statistiche da RPG. Nel gioco dei Leenzee non si migliorano Forza o Destrezza, ma si lavora principalmente sull’equipaggiamento e sullo sblocco di skill attraverso il Mercurio Rosso, una risorsa preziosa e pericolosa. Il Mercurio viene raccolto sconfiggendo i nemici, ma perso alla morte, proprio come le celeberrime anime di Dark Souls.

Tuttavia, se si muore mentre il livello di follia è al massimo, l’anima di Wuchang apparirà a custodire il mercurio perso. Recuperarlo significherà affrontare sé stessi in un duello che può rivelarsi fatale, visto che il demone interiore gode di una forza e di una rapidità devastanti. Attenzione però: il demone interiore attaccherà anche i mob vicini ad esso, quindi imparare a evocarlo e manipolarlo al momento giusto può divenire una sottile arte che fa del rischio e della ricompensa i suoi cardini portanti.

Le armature determinano le difese e le resistenze, mentre i ciondoli forniscono bonus passivi. Il sistema di build di conseguenza fa meno affidamento sui meri numeri, ma risulta ugualmente tattico, concentrandosi sulle sinergie tra skill, armi e modificatori. Una scelta interessante che rende l’esperienza accessibile ai neofiti, ma che consente anche agli esperti del genere di sperimentare diverse tattiche, anche perché il respec è illimitato. Forse proprio questa caratteristica ci è sembrata un’ingenuità, perché il giocatore inesperto di fronte ad uno scoglio come un nemico potente potrebbe perdersi in continue riconfigurazioni del proprio personaggio, piuttosto che impararne i pattern di attacco.

Il sistema Riserva Impeto è invece l’albero delle abilità che consente di sbloccare nuove mosse o modificare quelle esistenti. Ogni miglioramento rappresenta una decisione strategica, poiché le risorse per potenziare non sono infinite.

I boss sono, come da tradizione, i nemici più attesi e terribili di ogni soulslike, e in questo senso Wuchang non delude le aspettative, presentandone una galleria dal design memorabile, che oscillano tra l’umano e l’orrido. Le creature affette da Pteromorfosi appaiono grottesche, deformate dalla misteriosa mutazione e terribili nell’aspetto. Gli scontri possono essere brutali, ma se adopereremo la giusta concentrazione ed attenzione potremo uscirne trionfanti.

Alcuni nemici puniscono ogni errore con attacchi devastanti, mentre altri richiedono strategie specifiche, come l’uso mirato del demone interiore, una meccanica che, come dicevamo, può ribaltare le sorti del combattimento.

Qualche singhiozzo di troppo

Sul fronte tecnico, WUCHANG: Fallen Feathers si presenta solido ma non privo di sbavature. Sulla nostra configurazione di prova, che monta un Ryzen 7 9700x, 32gb di ram, una 3070ti con il gioco installato su un NVME, abbiamo spinto il gioco ad una media di 120 fps ad una risoluzione ultrawide di 2560×1080. La resa grafica è eccellente. Il gioco utilizza il super sampling TSR di default, ma supporta anche DLSS e FSR, consentendo una buona scalabilità delle prestazioni.

Tuttavia, alcuni problemi sono ancora presenti al momento della stesura di questa recensione: il frame rate può calare se si utilizza un controller Xbox su PC, l’HDR presenta artefatti su alcuni monitor, e lo screen tearing può verificarsi se il frame rate non è bloccato. Inoltre abbiamo riscontrato dei cali di frame rate improvvisi durante il passaggio in alcune zone, con dei drop delle prestazioni che non sono giustificati dalla complessità grafica della situazione in esame.

Tutti problemi dichiarati che Leenzee ha confermato che siano a loro noti nella build review, e che hanno promesso saranno risolti con la patch del day one. Resta da vedere quanto queste promesse saranno mantenute, ma l’impegno del team è evidente.

In viaggio tra piume e tenebre

WUCHANG: Fallen Feathers è una produzione che merita l’attenzione di tutti i fan dei soulslike. Leenzee Games ha creato un’opera che non si limita a imitare i grandi del genere, ma che intende cercare e trovare la propria voce. L’ambientazione orientale non è solo un pretesto estetico, ma un vero e proprio pilastro narrativo retto anche da Wuchang stessa e dalla sua misteriosa storia.

Il gioco offre sfide stimolanti, un sistema di combattimento ben congegnato e una progressione non convenzionale che spinge il giocatore a esplorare e sperimentare. I boss sono spettacolari, il design artistico affascinante, e il bilanciamento tra narrazione e gameplay è gestito con attenzione.

Certo, non mancano al momento imperfezioni tecniche e qualche sbavatura qua e là, ma il potenziale espresso da WUCHANG: Fallen Feathers è già più che tangibile.

8
Riassunto
Riassunto

WUCHANG: Fallen Feathers non si limita a copiare pedissequamente i canoni dettati da From Software, ma introduce delle caratteristiche interessanti ed originali che gli conferiscono una voce propria all'interno del genere souls. L'ambientazione dark fantasy cinese è una chicca terrificante, e la storia della bella piratessa vi terrà incollati al joypad. Peccato per qualche ingenuità tecnica e di gameplay, ma niente che non possa essere risolto da qualche patch.

Pro
Ottima ambientazione Level design ben congegnato Combattimenti tosti
Contro
Il respec infinito può essere un problema Qualche problema tecnico
  • Giudizio complessivo8
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

8

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, la recensione

I Fantastici 4 sono finalmente arrivati nel Marvel Cinematic Universe, e lo...

Supermassive Games annuncia nuovi licenziamenti e posticipa l’uscita di Directive 8020

Supermassive Games ha ufficializzato una nuova ondata di licenziamenti che coinvolgerà fino...

Battlefield 6 è realtà: tra pochissime ore EA pubblicherà il primo trailer!

Dopo mesi di indiscrezioni e leak, Electronic Arts e DICE hanno finalmente...

Clive Barker’s Hellraiser: Revival è il nuovo horror di Saber Interactive

Saber Interactive ha ufficialmente svelato Clive Barker’s Hellraiser: Revival, un nuovo survival...

Chi siamo - Contatti - Collabora - Privacy - Uagna.it © 2011-2025 P.I. 02405950425