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[RECENSIONE] Agatha Christie: Hercule Poirot – The First Cases

Tutti nascondiamo qualcosa che agli occhi degli altri potrebbe apparire vergognoso o peccaminoso, ma è il modo in cui lo affrontiamo che mostra il nostro vero carattere”: è una delle battute finali di Agatha Christie: Hercule Poirot – The First Cases, il videogame investigativo sviluppato da Blazing Griffin ed edito da Microids ora disponibile per Nintendo Switch, Xbox Series X/S, Xbox One, PlayStation 4 e PC.

L’avventura si presenta come un vero e proprio romanzo giallo interattivo con protagonista il leggendario investigatore belga nato dalla penna di Agatha Christie. Poirot, ai suoi primi anni di servizio, si trova invischiato in un caso di omicidio inaspettato: al centro dell’intreccio l’agiata famiglia Van den Bosch, alcuni conoscenti e i domestici che da anni fanno parte della casa. Più di un crimine è stato in realtà commesso e più di un segreto si nasconde nella magione dei Van den Bosch: al giocatore spetta investigare e arrivare al bandolo della matassa.

Scopriamo insieme pregi e difetti di Agatha Christie: Hercule Poirot – The First Cases in questa recensione no spoiler!

Versione giocata: ps4

I segreti dei Van den Bosch

Il giovane Hercule Poirot, non ancora detective, è coinvolto in un piccolo caso di furto presso la famiglia Van den Bosch: nonostante l’ottimo lavoro svolto, il finale della vicenda è insoddisfacente, segno che la giustizia non sempre trionfa. Questo evento, che rappresenta il prologo e tutorial del gioco, spinge Poirot ad intraprendere definitivamente la strada del detective, per far sì che gli innocenti non subiscano pene ingiuste.

Anni dopo il detective viene invitato ai festeggiamenti per il matrimonio di Angeline, la giovane figlia dei Van den Bosch: in realtà dietro a quest’invito si cela una richiesta di aiuto, in quanto la famiglia è vittima di una serie di ricatti da parte di ignoti.

La location dell’intera narrazione è palazzo Van den Bosch, convenientemente isolato per l’occasione a causa di una brutta tempesta di neve. L’edificio, che si sviluppa su tre piani ed è dotato di un ampio giardino, sarà il palcoscenico di diversi crimini, tutti da svelare e tutti correlati tra loro: il più efferato di questi, un omicidio, sconvolgerà quella che doveva essere una giornata di festa.

Il giocatore, assumendo il punto di vista del giovane e perspicace detective, avrà quindi il compito di osservare gli eventi e svelare i segreti di tutti i personaggi in scena: abbiamo la giovane Angeline e l’altera madre Cassandra, il futuro marito Gedeon, una giornalista, un ex soldato con disturbo post-traumatico, un Maggiore alquanto ambizioso, diversi domestici e membri dello staff della casa… insomma, chi più ne ha più ne metta.

Tra false piste, stanze segrete, tentativi di depistaggio e multipli moventi, non sarà facile giungere alla verità e scoprire che in fondo la colpa non sta tutta da una parte.

La trama del gioco è ben congegnata, con un cast di personaggi vario e ben assortito: le atmosfere dei romanzi di Agatha Christie sono rispettate, ma purtroppo il titolo presenta numerosi difetti che inficiano la generale qualità dell’esperienza.

Investiga, interroga, unisci i puntini (tra un bug e l’altro)

Agatha Christie: Hercule Poirot – The First Cases non è certo un titolo ad alto budget. Si tratta di un gioco che punta tutto sulla narrativa, è vero, ma nonostante questo non possiamo ignorarne i problemi.

Il gameplay, è molto semplice: si tratta di esplorare il palazzo, esaminando indizi e oggetti per poi discuterne con i vari personaggi durante gli interrogatori. Di tanto in tanto dovremo confrontarci con loro attraverso delle battaglie verbali, scegliendo tra diverse affermazioni per portare il nostro “avversario” a vuotare il sacco, abbattendo le sue difese. Queste sono uno dei punti più deboli del gameplay, in quanto risultano spesso fin troppo intuitive (Poirot stesso ci suggerirà che approccio usare) e possono essere ripetute all’infinito: in pratica, non c’è alcuna tensione e basta andare per tentativi.

L’esplorazione, dopo le prime ore di gioco, diventa alquanto ripetitiva: il gioco si svolge quasi interamente all’interno, tra camere degli ospiti, aree comuni e stanze dello staff, ma spesso e volentieri esaminare ogni cosa non è necessario. Gli asset riutilizzati caratterizzano ogni ambiente, e vengono resi ancor più evidenti dalla possibilità di esaminarli: Poirot commenterà sempre con le stesse frasi la neve che cade fuori dalla finestra, le piante agli angoli delle stanze o i caminetti scoppiettanti. L’ambientazione non è così estesa e spesso non potremo muoverci liberamente nella casa: le porte saranno chiuse, alcune aree rimarranno a lungo inaccessibili. Tutto si volgerà in funzione della trama, troppo spesso a discapito del gameplay e del… divertimento.

Il vero fulcro del gioco sono le Mappe Mentali, nelle quali passerete la maggior parte del vostro tempo: qui vengono registrati tutti gli indizi e le informazioni raccolte, starà al giocatore unire i puntini (letteralmente), simulando le intuizioni del detective Poirot. Di base questa meccanica è intrigante, anche se non ci ha convinti pienamente in alcuni frangenti. Se rimarrete fermi ad arrovellarvi per diversi minuti, con un ultimo collegamento da effettuare e nessuna idea di quale possa essere, non preoccupatevi. Almeno un paio di volte nel titolo gli indizi da collegare saranno poco logici, e dunque difficili da intuire se non andando per tentativi. È importante sottolineare che comunque si potrà SEMPRE procedere a tentativi, in quanto le mappe mentali sono strutturate (tranne in un paio di casi) per far sì che le varie linee di connessione tra le informazioni non si intersechino mai.

Oltre ad alcune situazioni inusuali e poco intuitive, abbiamo purtroppo riscontrato un grave bug al termine del secondo capitolo, che ci ha impedito di proseguire per diverse ore: una mappa mentale risultava completata nonostante non lo fosse, bloccando quindi l’intero svolgersi degli eventi. Impossibile intuirlo o capire come proseguire senza cercare online. Grazie community di Steam.

Una bella idea… ma una pigra realizzazione

Agatha Christie: Hercule Poirot – The First Cases è un gioco affascinante per l’idea e per la trama interessante che mette in scena, ma nel complesso risulta poco curato.

La visuale isometrica ci mostra ambienti credibili a un primo sguardo, ma il continuo ripetersi degli asset e la quasi totale mancanza di animazione dei personaggi non aiuta a immergersi nel racconto. Il problema maggiore sono i modelli poligonali di Poirot e degli altri ospiti della casa, totalmente privi di espressività e spesso immobili, impalati al centro delle loro stanze pronti ad essere interrogati. I disegni che compaiono a corredo delle finestre di dialogo sono decisamente più d’effetto. Il design dei singoli personaggi è piacevole, anche se in generale nessuno spicca per originalità.

I testi, totalmente in italiano, sono efficaci e ben scritti, rispettosi dei personaggi e in particolare della personalizzazione di Hercule Poirot. Tuttavia risultano talvolta leggermente prolissi, tanto da spingere il giocatore a superarli velocemente per procedere direttamente con le Mappe Mentali.

Il comparto audio è costituito da musiche di sottofondo d’atmosfera, che non infastidiscono durante i ragionamenti. Il gioco è interamente doppiato in inglese ma le registrazioni non sono particolarmente di qualità. La rigiocabilità è nulla a causa della mancanza di veri e propri collezionabili e obiettivi secondari.

PUNTI DI FORZA:

  • La trama presenta diverse svolte interessanti
  • I personaggi sono ben caratterizzati
  • Collegare gli indizi nelle Mappe Mentali è divertente, ma…

PUNTI DEBOLI:

  • … si poteva pensarle meglio
  • La grafica è bruttina
  • A volte non siete voi scemi: o è fatto male, o è un bug

Agatha Christie: Hercule Poirot – The First Cases mette in scena una trama interessante incentrata sulla famiglia Van den Bosch e su un inaspettato omicidio avvenuto nel loro palazzo, durante una tempesta di neve. Il giocatore, vestendo i panni del giovane Hercule Poirot, dovrà muoversi alla scoperta di indizi, interrogando i personaggi e unendo le informazioni nelle cosiddette Mappe Mentali che rappresentano il flusso di pensieri dell’investigatore. Nonostante una trama ben orchestrata e un’idea intrigante alla base, il titolo risente pesantemente di una realizzazione a basso budget, fatta di un comparto grafico scadente, di asset riutilizzati e di un gameplay non sempre a fuoco, talvolta più basato sul trial & error che sull’effettivo ragionamento. Peccato.

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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