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Days Gone Remastered | Recensione

Lo scorso 12 febbraio, durante lo State of Play, Sony ha finalmente svelato al pubblico la tanto discussa remastered di Days Gone, la controversa IP di Bend Studio che ha fatto più parlare di sé negli ultimi anni rispetto che a ridosso della pubblicazione originale, marchiata 26 aprile 2019 (qui la nostra recensione dell’epoca).

Data la polarizzazione del pubblico sul franchise, l’annuncio non è stato accolto da tutti con entusiasmo. Una parte della community ha subito manifestato il proprio malcontento, accusando la compagnia giapponese di puntare troppo sulle remaster a discapito di nuove esperienze inedite.

Tuttavia, ora che questa nuova versione dell’avventura di Deacon St. John è finalmente disponibile, si propone come l’edizione definitiva per ogni tipologia di giocatore, sia per chi ha già esplorato quel mondo apocalittico, sia per chi si avvicina al franchise per la prima volta. Prima di analizzare nel dettaglio le migliorie apportate, è importante ricordare che i possessori della versione PlayStation 4 di Days Gone possono effettuare l’upgrade alla versione PS5 al prezzo di 9,99 euro, in linea con quanto già visto per The Last of Us Parte II Remastered e la più recente Horizon: Zero Dawn Remastered (analizzata qui).

Fatte quindi le dovute premesse, la domanda è: Climax Studios e Bend Studio saranno riusciti ad elevare la qualità del titolo al punto da giustificare questa nuova edizione? Scopriamolo insieme!

Versione provata: PlayStation 5 Pro

Giorni andati

Tanto per dare un piccolo quadro a coloro che non conoscessero l’opera PlayStation Studios, Days Gone vede le proprie vicende svolgersi in un’America post-apocalittica due anni dopo una devastante pandemia, la quale ha trasformato milioni di persone in creature simili a zombie, denominate Freaker. Il ruolo del protagonista è ricoperto da Deacon St. John, un ex membro di una gang di motociclisti che, dopo essere sopravvissuto all’infezione, diventa un cacciatore di taglie.

All’inizio dell’epidemia, l’uomo è costretto a separarsi dalla moglie Sarah, ferita gravemente e portata in salvo da un elicottero del governo. Credendo che lei sia morta, Deacon vive in uno stato di profonda depressione e rimorso, continuando a sopravvivere insieme al suo migliore amico Boozer, nel selvaggio e pericoloso Oregon.

Nel corso della storia, Deacon è chiamato ad affrontare non solo i non morti, ma anche cultisti fanatici chiamati Ripper, che non mancheranno di approfittare della situazione attaccando i vari insediamenti umani. La trama prende tuttavia ben presto una svolta significativa quando emergono indizi che Sarah potrebbe essere ancora viva. Questo porta il biker in un viaggio più personale e intenso, alla ricerca della verità e della redenzione.

Una nuova forma

Fatta questa piccola parentesi relativa alla trama, è tempo di analizzare con più attenzione gli interventi effettuati da Climax Studios e Bend Studio. Quello che emerge fin dai primi istanti di gioco, è sicuramente il lavoro profuso nei confronti del comparto illuminazione. Le luci della rinnovata edizione dell’opera risultano infatti brillanti e coerenti, capaci di rendere i volti dei personaggi e le varie ambientazioni più vive e vibranti, oltre che maggiormente realistiche.

Allo stesso tempo, la componente visiva è stata ulteriormente affinata, consentendo al titolo di proporre una miglior qualità delle texture ed un campo visivo più profondo. Questi elementi vanno a comporre un quadro di insieme più dettagliato, sia per quanto riguarda gli edifici che per quanto concerne il paesaggio naturale. Tuttavia, chi si aspetta un’operazione di rifacimento come quella avvenuta con il sopracitato Horizon: Zero Dawn Remastered deve necessariamente rivedere i propri pensieri. Oltre a queste azioni (per quanto tangibili, sia chiaro) i modelli dei personaggi non hanno subito un restyling stravolgente, e questo si nota maggiormente nelle animazioni, che talvolta mostrano alcune incertezze.

Immancabile il pieno supporto al DualSense, che naturalmente aiuta l’immersione nell’avventura grazie al feedback aptico ed ai grilletti adattivi, che bene si prestano per le fasi d’azione e per il controllo della motocicletta. Pregevoli aggiunte anche per l’accessibilità che, grazie ad opzioni audiovisive e di gameplay, consentono la fruizione del prodotto pressoché a qualsiasi utente. In merito a questo ultimo aspetto, è da elogiare la possibilità di modificare la velocità di gioco, rendendo le scorribande più o meno intense, a seconda delle preferenze dell’utente.

Tecnicamente parlando, la Remastered offre due modalità grafiche: prestazioni, che punta a una risoluzione di 1440p a 60 fotogrammi al secondo, e qualità, che esegue il software ad una risoluzione 4K nativa a 30 FPS. Entrambe funzionano bene, anche se per il gameplay frenetico la maggior fluidità risulta la scelta più idonea. Tanto per dare un metro di paragone, PS4 Pro utilizzava il 4K a 30 FPS, mentre PS4 base riproduceva il titolo a 1080p nativi a 30 FPS.

Nuovi contenuti

A differenza di altre riedizioni, la Days Gone Remastered aggiunge contenuti inediti, atti a stimolare ulteriormente l’acquisto da parte dei vecchi e nuovi utenti. La prima modalità introdotta, e discussa dagli sviluppatori ai tempi, è Assalto Orda, che fondamentalmente rappresenta una sfida arcade all’interno del quale il sopravvissuto è chiamato ad affrontare svariate orde di Freaker.

Composta da quattro mappe, questa esperienza inedita richiama molto la tanto celebre “Mercenari” di Resident Evil, fissando come obiettivo principale quello di accumulare il più velocemente possibile un determinato numero di punti. Ad influenzare positivamente o meno il risultato vi sono gli iniettori, ossia dei veri e propri modificatori di gioco che andranno a mutare sensibilmente la partita. Quelli ad esempio che incrementano la salute del protagonista comminano una penalità al totale, al contrario di quelli che rendono più coriacei gli avversari.

Nonostante Climax Studios abbia inserito una vena RPG all’interno di Assalto Orda – come l’aumento di livello e l’ottenimento di ricompense estetiche – la modalità risulta interessante ma non priva di nei. Le cose da fare sono infatti sempre le stesse e, per quanto sia soddisfacente continuare ad eliminare orde nemiche (qui portate ad un massimo di 800 elementi, a differenza dei 500 del 2019), nel medio-lungo periodo l’esperienza perde leggermente di mordente.

Il discorso cambia invece per quanto riguarda la Permadeath e la Speedrun nella campagna principale. La prima rappresenta la tanto nota morte permanente che costringe, in caso di dipartita di Deacon, a ricominciare l’avventura dal principio, oppure dall’inizio dell’atto. La seconda vede pone come punto focale la velocità di completamento. Entrambe danno una boccata d’aria fresca al titolo, cambiando profondamente l’approccio alle situazioni e rappresentano introduzioni azzeccate e coerenti con il concept di Days Gone, che bene si presta alle due impostazioni.

8
Riassunto
Riassunto

Days Gone Remastered è una riedizione che si comporta tutto sommato bene (pur mantenendo i difetti dell'opera originale, come l'IA e la scrittura della trama). Nonostante non rappresenti un balzo tecnico e grafico importante come per Horizon Zero Dawn, Climax e Bend Studio sono riusciti a riportare alla luce un IP che non avremmo mai pensato di rivedere. Le aggiunte sono interessanti e calzanti, e consentono al gioco di poter essere preso nuovamente in considerazione anche da coloro che lo hanno spolpato ai tempi (ad un prezzo più che onesto).

Pro
Interessanti le nuove aggiunte Tecnicamente solido Illuminazione ambientale convincente ed immersiva
Contro
IA ancora deficitaria Modelli dei personaggi ed animazioni meritavano un lavoro più approfondito
  • Valutazione8
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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