Perché in moltissimi, nonostante un prezzo probabilmente troppo alto per la mole di lavoro svolta, sono felici del ritorno di Super Mario Galaxy 2? E come dar loro torto: il ritorno di un capolavoro è sempre ben accetto.
Quando si parla di capolavori nel mondo dei videogiochi, poche opere riescono a portare con sé quella sensazione di perfezione cristallina, quella magia che fa capire immediatamente di essere davanti a qualcosa di irripetibile. Super Mario Galaxy 2, uscito originariamente su Nintendo Wii nel 2010, lo era, pur essendo un sequel. Ma Galaxy 2 non fu solo un semplice sequel: era la dimostrazione pratica di come Nintendo fosse in grado di reinventare ancora una volta il concetto di platform 3D.
Oggi, a pochi giorni dall’arrivo della remastered su Nintendo Switch e Switch 2, è giusto ricordare perché questo titolo rimane impresso nella memoria come uno dei picchi più alti nella storia del gaming, rappresentando per alcuni l’apice della scalata di Mario verso il platform 3D perfetto. Del resto, nel 1996 Super Mario 64 fu una rivoluzione: il primo vero balzo nel tridimensionale, un manuale vivente di come progettare spazi 3D interattivi. Quel gioco non solo gettò le basi del platform moderno, ma insegnò a milioni di giocatori come muoversi in un ambiente tridimensionale, regolando ancora oggi i videogiochi di tutto il mondo.
Super Mario Sunshine, nel 2002, fu meno rivoluzionario e riuscito, ma altrettanto importante. Portò una coerenza tematica – l’isola tropicale di Isle Delfino – e sperimentò con FLUDD, il jetpack acquatico che cambiava il modo di affrontare i livelli e i nemici, dando al protagonista possibilità prima impossibili. Non tutto funzionò, ma Sunshine dimostrò che Mario poteva reinventarsi a ogni generazione, anche nella terza dimensione. Poi, ovviamente, fu la volta di Galaxy nel 2007, che aprì letteralmente l’universo di fronte al baffuto idraulico schiaccia-funghi. L’idea di pianeti sferici, di gravità che mutava a seconda della superficie, trasformò la piattaforma 3D in un’esperienza di pura meraviglia, facendo di questo titolo non solo uno spettacolo audiovisivo ma anche una rivoluzione di design.
Galaxy 2, nato da ciò che restava incompiuto del primo Galaxy ma con l’idea di innovare ancora una volta, rifinì, tagliò il superfluo, esaltò ogni concetto. E proprio come il passaggio da Super Mario Bros. 3 a Super Mario World venne reso con l’introduzione di Yoshi, anche stavolta toccò al simpatico personaggio dare vita a un’avventura inedita.
Laddove il primo Galaxy lasciava spazio a qualche livello più contemplativo, Galaxy 2 non perdeva tempo: ogni mondo era un concentrato di creatività, senza mai cadere nella ripetizione. Si passava da pianeti che cambiavano forma in tempo reale, a piattaforme che ruotavano con ritmi musicali, a interi percorsi costruiti attorno a un solo power-up.
Ma la vera novità, come abbiamo già detto poco fa, fu l’introduzione di Yoshi. Non era la prima volta che il dinosauro verde compariva nella saga, ma qui il suo utilizzo cambiò radicalmente il ritmo del gioco. Yoshi non era un semplice compagno, ma un moltiplicatore di possibilità. Grazie alla sua lingua, poteva afferrare oggetti, nemici e persino piattaforme lontane. Con i suoi power-up specifici, i livelli acquisivano nuove dimensioni, e il gioco, che all’apparenza poteva sembrare una pigra operazione di Nintendo per sfruttare il successo del precedente capitolo (la serie Galaxy, nella saga 3D, è l’unica ad aver avuto un sequel diretto), ne uscì totalmente rinvigorito.
La presenza di Yoshi obbligava a ripensare al movimento: i salti diventavano più complessi, le sezioni più veloci, le strategie di gioco più varie. Era la perfetta dimostrazione di come un’icona della serie potesse essere reimmaginata per esaltare il cuore del gameplay, come del resto era già avvenuto in passato.
A distanza di quindici anni, Galaxy 2 rimane un titolo che sembra non invecchiare, e la remastered per Switch e Switch 2, nonostante ancora non sia tra le nostre mani, lo dimostrerà ancora una volta. Provare per credere: in estate, odorando il suo possibile ritorno, abbiamo rigiocato Super Mario Galaxy 2 su Wii, e ancora oggi è qualcosa di clamorosamente bello. La sua estetica colorata e stilizzata lo rende splendido da vedere. La colonna sonora orchestrale, con brani che alternano epicità e leggerezza, è considerata tra le migliori mai composte per un videogioco. Ma soprattutto, il design non mostra crepe. Ogni scelta fatta allora risuona ancora oggi come moderna.
Super Mario Galaxy 2 era ed è un capolavoro perché unisce tutto ciò che rende grande Nintendo: creatività, rigore tecnico, capacità di sorprendere e un amore sconfinato per il videogioco come forma d’arte. Ha preso l’eredità di Mario 64, di Sunshine e del primo Galaxy, e l’ha distillata in un’esperienza pura, senza compromessi. E, non a caso, Illumination lo ha scelto, insieme al suo predecessore, per la prossima avventura di Super Mario al cinema, dove troveremo proprio Yoshi. Nulla accade per caso, ecco…
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