Dopo essersi fatto notare con titoli narrativi come Omen Exitio: Plague e l’esperimento psicologico Blind, il team torinese di Tiny Bull Studios cambia rotta in modo netto con The Lonesome Guild. Abbandonati i toni cupi e le atmosfere monocromatiche dei lavori precedenti, lo studio nostrano abbraccia ora una tavolozza di colori vibranti, un cast di animali antropomorfi e un mondo che, a prima vista, sembra uscito da una fiaba illustrata. Ma dietro la sua veste “cozy” e la sua apparente leggerezza, si cela un’avventura toccante, che affronta con sorprendente maturità temi universali come la solitudine, l’amicizia e la ricerca di sé.
Ci siamo quindi approcciati con grande interesse nella nuova produzione edita da Don’t Nod ed abbiamo deciso di parlarvene in maniera approfondita in questa nostra analisi, utile per capire se la missione del team italiano ha raggiunto i risultati sperati.
Versione provata: PlayStation 5 Pro
La Solitudine tra noi
The Lonesome Guild ci trasporta nel mondo di Etere, un regno minacciato dalla misteriosa Solitudine, una nebbia rossa che corrompe e consuma ogni cosa. Il protagonista, Davinci, un Bomboniglio inventore privo delle ali tipiche della sua razza, si ritrova costretto a fuggire e a stringere un patto con una strana entità chiamata Ghost. Il loro viaggio li porterà a incontrare altri Prescelti, come Vagavulpe, Squamoiedo, Felicanto e Ciuffospillo, ciascuno con un proprio passato da affrontare e ferite interiori da guarire.
La narrazione si sviluppa con passo sicuro, alternando momenti leggeri e toccanti riflessioni sull’isolamento e sulla necessità di connessione. Il mondo di Etere è diviso, non solo geograficamente ma anche emotivamente, e il cammino verso il Solo (l’entità suprema) diventa metafora di crescita personale e accettazione. Ogni personaggio porta con sé un frammento di questa grande allegoria, rendendo la Gilda dei Solitari un gruppo imperfetto ma umano, nel quale è facile riconoscersi.
Pur muovendosi su temi noti, la scrittura riesce a sorprendere per la sua delicatezza e sincerità. Tiny Bull Studios non indulge mai in sentimentalismi facili, ma lascia che le emozioni emergano dai gesti e dai silenzi, dando vita a una storia che, pur nella sua semplicità, rimane impressa ben oltre i titoli di coda.
Esplorando le relazioni
Sul piano del gameplay, The Lonesome Guild unisce tre elementi principali: osservazione, combattimento e dialoghi. La struttura è quella di un action-RPG a visuale isometrica, con mappe compatte ma ricche di segreti, enigmi e scorci suggestivi. L’esplorazione non è mai dispersiva, ma incoraggia l’osservazione e la curiosità, premiando chi si ferma ad ascoltare il mondo che lo circonda.
Durante il viaggio, i Prescelti possono raccogliere oggetti utili non solo all’equipaggiamento ma anche alla crescita dei rapporti con Ghost. Questi legami, rappresentati da un sistema di relazione simile a quello di un dating-sim, influenzano direttamente la progressione delle abilità e l’efficacia in battaglia. Una scelta interessante, che lega la dimensione emotiva a quella ludica: per diventare più forti, bisogna conoscersi, aprirsi, costruire fiducia.
Il combattimento, pur nella sua semplicità, è ben congegnato. Si possono controllare fino a tre personaggi alla volta, passando da uno all’altro con fluidità. Ghost, pur non potendo attaccare direttamente, può possedere temporaneamente i compagni, fornendo bonus di potenza o difesa. Questa meccanica aggiunge ritmo e strategia, spingendo il giocatore a cambiare continuamente approccio e a sfruttare la sinergia del gruppo.
Le abilità, fisiche o magiche, si ricaricano col tempo o infliggendo danni, e il loro uso oculato è fondamentale, soprattutto perché durante gli scontri non è possibile usare oggetti curativi. Ciò costringe a pianificare ogni battaglia con attenzione, valutando la composizione del party e la gestione delle risorse. L’assenza di un vero e proprio “grinding” impedisce inoltre di risolvere le difficoltà con la forza bruta, mantenendo un livello di sfida sempre misurato.
Accanto ai combattimenti trovano spazio una serie di puzzle ambientali ben pensati, che richiedono la cooperazione dei personaggi e una certa visione d’insieme. Nulla di eccessivamente complesso, ma abbastanza stimolante da spezzare il ritmo e aggiungere varietà.
Non mancano, tuttavia, piccole imperfezioni. La gestione delle aree è forse l’aspetto meno riuscito: non esiste una mappa consultabile in ogni momento, ma solo schemi temporanei accanto ai falò, costringendo spesso a memorizzare i percorsi o a scattare screenshot. Una scelta che, pur coerente con la volontà di spingere all’esplorazione attenta, può risultare scomoda durante le missioni secondarie.
Arte e parte
L’aspetto artistico è probabilmente ciò che più colpisce al primo sguardo. The Lonesome Guild abbandona i toni oscuri del passato per abbracciare una direzione visiva calda e luminosa, ispirata alle illustrazioni a cel-shading e alle tinte acquerellate delle fiabe illustrate. Ma dietro questa vivacità si cela una dissonanza potente: la bellezza visiva contrasta con la malinconia del tema centrale. La nebbia rossa della Solitudine, che si insinua tra scenari color pastello, crea un impatto visivo ed emotivo di rara efficacia. È proprio questo contrasto, tra il fiabesco e il tragico, a rendere l’esperienza visivamente memorabile.
Sul piano tecnico, Tiny Bull Studios dimostra una notevole cura. Il gioco gira in modo fluido, con caricamenti rapidi e un framerate stabile. La visuale dall’alto è sempre chiara e funzionale alle meccaniche di gioco, mentre l’interfaccia, minimale ma leggibile, lascia spazio alla componente artistica.
Nel complesso, i due ambiti non puntano quindi alla spettacolarità, ma all’armonia. Tutto concorre a creare un mondo coerente, accogliente e al tempo stesso fragile, proprio come i suoi protagonisti.

Riassunto
Riassunto
The Lonesome Guild è un piccolo grande passo per Tiny Bull Studios: un’opera che unisce la sensibilità narrativa del team con una struttura di gioco più matura e accessibile. Non è solo un action-RPG ben realizzato, ma una riflessione sul senso della compagnia, sulla paura di restare soli e sulla forza dei legami che ci salvano. Peccato solo per qualche sbavatura nel sistema di mappe e un combat system poco approfondito.
Pro
Profondo e coinvolgente Artisticamente intriganteContro
Si poteva osare di più sul combat system La navigazione nelle aree è scomoda- Valutazione7.5




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