Ma chi ha approvato questa roba??, verrebbe da chiedersi dopo aver visto i primi 10 minuti de La Guerra dei Mondi, nuovo (ennesimo) adattamento del capolavoro di HG Wells che vede stavolta Ice Cube come volto principale. Ma proprio principale. Per un buon 90% della durata del film, il suo volto è in primo piano: tutta l’invasione dei tripodi di Marte viene raccontata attraverso lo schermo del PC del protagonista, che osserva talmente terrorizzato da risultare comico ciò che sta accadendo nel mondo e ai suoi cari.
Da alcuni giorni, su Amazon Prime Video La Guerra dei Mondi è stato pompato, tanto da arrivare tra i film più visti sulla piattaforma. Per genuina curiosità del cinema di fantascienza e delle opere di Wells, non ho potuto fare a meno di sedermi sul divano una sera, accendere il mio Chromecast e dare il via alla proiezione della pellicola. Mamma mia, l’avessi mai fatto. La Guerra dei Mondi è un film semplicemente indecente, con una sceneggiatura tra le più dozzinali e imbarazzanti mai viste in questi tempi recenti, effetti speciali da Asylum dei bei vecchi tempi e livelli di recitazione da filodrammatica dialettale – con tutto il rispetto per le filodrammatiche dialettali.
L’intento del film sarebbe chiaro anche a un bambino: non aspettatevi battaglie per la sopravvivenza del genere umano, esplosioni e sequenze al cardiopalma come nel film di Spielberg con Tom Cruise. La Guerra dei Mondi di Amazon vuole essere un film molto più terreno, intimo, quasi introspettivo della natura umana, che gioca coi temi di privacy e libertà personale in un mondo messo sotto scacco da una forza aliena. E il bello è che non fa bene nessuna di queste cose.

Dunque, abbiamo Will Radford (Ice Cube, che ci prova in tutti i modi a convincere il pubblico di saper recitare ma proprio non ci siamo) che lavora per il Dipartimento della Sicurezza Interna. Da lì può osservare tutto, dai terroristi fino al fastidioso ragazzo-fattorino che ha messo incinta la figlia Faith (Iman Benson, probabilmente la migliore del cast), perpetrando il più classico dei classici cliché: “io sono tuo padre, so cosa è meglio per te”. Va bene. In tutto questo c’è anche il figlio esperto di computer Dave (Henry Hunter Hall), che passa la sua vita nella sua stanza con i videogiochi. Ovviamente, per Ice Cube questa cosa è una follia: chi passerebbe la sua vita in una stanza? No?!
Dopo una ventina di minuti inutili per presentare personaggi inutili, come la dottoressa (non è chiaro, non ci sapisce cosa faccia) Sandra Salas, interpretata da una Eva Longoria che ha palesemente registrato le clip col suo telefono a casa e le ha poi inviate alla produzione non appena è arrivato il bonifico, ecco che succede quello che tutti ci aspettavamo: l’invasione aliena, che ci viene mostrata con effetti sfocati e riprese in movimento che neppure nei film catastrofici degli anni ’90. A questo punto, la speranza era che il film finalmente cambiasse rotta e ritmo. Non è accaduto niente di tutto ciò.
La regia di Rich Lee è impalpabile: se avessimo registrato il film attraverso il desktop di un PC e incontrando su Zoom i vari attori coinvolti, forse il risultato sarebbe stato migliore, o comunque allo stesso livello. L’espediente di affrontare una vicenda intera attraverso lo schermo di un computer poteva andare bene per un episodio di Modern Family, non certo per quello che prometteva di essere una rielaborazione di uno dei romanzi più celebri di sempre.

Se il budget di produzione ha superato il milione di dollari, compreso anche il catering, c’è davvero qualcosa che non funziona in tutto questo: oltre ai già citati effetti visivi di serie C, ma fortunatamente limitati a pochissime sequenze, non c’è una scenografia, non ci sono ambienti, non c’è tridimensionalità. Tutto è dannatamente piatto. Nell’ufficio di Radford, che vediamo per la quasi totalità del film, non c’è un collega che sia uno. A un certo punto, ci siamo chiesti se quello che stavamo guardando fosse uno degli sfondi preimpostati di Google Meet; non abbiamo ancora una risposta.
Tutto quello che ne segue è un insulso tentativo di dare tensione alla storia, mandando in travaglio Faith, osservando le prime avvisaglie della risposta armata dell’umanità ai tripodi, ma tutto, sempre, dal punto di vista di Will, appiccicato al computer e seduto in quella stanza per tutta la durata dell’invasione, e capace di produrre ben due espressioni: basito e sconcertato. F4 e F5.
Non si salva davvero nulla de La Guerra dei Mondi di Amazon, se non forse l’aver provato ad amalgamare temi come la privacy e la tecnologia nelle vite di tutti noi al giorno d’oggi, anche di fronte a una catastrofe globale. Ma oltre a questa chiave di lettura, zero cosmico. Un film totalmente insufficiente, disastroso, caotico, a tratti quasi tristemente comico per come il regista ha cercato di cogliere inutilmente una parvenza di disperazione e tensione negli occhi di Ice Cube. Forse era lo stesso attore che si stava domandando come fosse finito lì. A mani basse, in questo momento, è il peggior film del 2025.

Review Overview
Riassunto
Un film orribile.
- Giudizio complessivo1.5
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