Ci sono voluti quasi due anni e mezzo per rivedere il Dio degli Inganni con le fattezze di Tom Hiddleston, ma se non altro ne è valsa la pena. In mezzo ci sono stati tanti film, tante (troppe) serie tv e qualche altra goccia di multiverso sparsa qua e là (specie con Doctor Strange 2, unico vero esponente cinematografico di tale espediente ancora oggi), e soprattutto una ristrutturazione creativa che si farà sentire però solo tra qualche mese – la serie Echo, ad esempio, è l’ultimo retaggio di una Disney che ora si è stancata di budget astronomici per prodotti insufficienti, vedasi anche Secret Invasion.
Il discorso Loki, invece, è ben diverso. La prima stagione, seppur non perfetta anche per demeriti del povero Michael Waldron al quale è stato assegnato l’arduo compito di stabilire le regole intere del tempo e del multiverso in casa Marvel in poche settimane, è ancora oggi uno dei prodotti più apprezzati dei Marvel Studios in ambito televisivo, e questo ritorno sulle scene per il dio norreno doveva sopperire a un 2022 avarissimo di soddisfazioni per la Casa delle Idee, perlomeno su Disney+. Detto, fatto: il primo episodio della seconda stagione riparte col botto, senza lasciare tregua agli spettatori che non possono che restare ammaliati di fronte alla solita, grande TVA.
Sarà per lo stile architettonico e artistico a dir poco splendido della TVA, sarà per la chimica perfetta tra Mobius (Owen Wilson) e Loki, sarà per il debutto di un divertentissimo Ouroboros (Ke Huy Quan) capace di rubare la scena quando viene chiamato in causa. Sarà per questo o per altro, ma il ritorno del personaggio che un tempo contribuì suo malgrado a creare gli Avengers conferma la bontà, oltre che l’importanza, di questo show.
Il primo episodio riprende con ritmi serrati, subito dopo il finale della prima stagione (ecco un pratico riassunto di tutti i fatti salienti). Colui che Rimane è morto, il multiverso sta esplodendo e la TVA è di fronte alla sua più grande (?) crisi, tanto che il tempo stesso rischia di frantumarsi insieme alle realtà. Ci vuole elasticità di pensiero per immergersi in questo nuovo contesto, specie di fronte a un Loki che subisce gli effetti delle sue scorribande venendo rimbalzato da un punto all’altro del tempo creando, come la serie ci ha abituato, a paradossi interessanti.
L’episodio corre veloce verso una prima risoluzione di questi eventi, ma il contesto multiversale che sta affrontando la Time Variance Authority non è da poco. Sistemare i danni di Loki e Sylvie, che uccidendo la variante di Kang hanno creato un bel pasticcio per l’organizzazione che monitora le realtà, non sarà certo un compito facile, ma se non altro sarà interessante seguire questa nuova missione. Anche perché, come saggiamente l’episodio fa notare (una qualche retcon rispetto alla prima stagione è probabilmente avvenuta, ma non si tratta di cambiamenti contraddittori), alcuni personaggi che abbiamo conosciuto in passato nascondono ancora molto…
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