Dopo il terzo episodio di transizione, ci aspettavamo un ritorno col botto: ve lo diciamo subito, il botto non c’è stato. La quarta puntata di The Last of Us, la serie HBO firmata Craig Mazin, ci ha lasciati perplessi per vari motivi, nel tentativo di distaccarsi dal videogame e al contempo strizzare continuamente l’occhio ai fan vieogiocatori.
Parliamone insieme in questa recensione priva di spoiler!
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L’episodio 2×04 si apre in modo singolare, su personaggi sconosciuti: l’introduzione di Isaac (Jeffrey Wright) è intrigante. Questo nuovo personaggio volta le spalle alla Fedra per unirsi al W.L.F. in una lotta spietata contro i Serafini, la nuova fazione introdotta a spizzichi e bocconi in questi episodi 3 e 4. Le forze in gioco nella seconda stagione aumentano, lo scenario si arricchisce di nuove guerre, nuova violenza, nuovi rancori. Ma ci domandiamo… tutto ciò può essere interessante e comprensibile per chi non conosce il videogioco? Abbiamo i nostri dubbi.
Un paio di scene presenti in questo episodio meriterebbero un bel trigger warning, vi avvisiamo: se siete impressionabili, potreste voler distogliere lo sguardo per più di una volta. L’altra domanda che sorge è… era necessaria questa violenza a schermo? O è solo sensazionalismo? Di certo i personaggi di The Last of Us non scherzano, ma questo episodio ci è sembrato scollegato, passa infatti da una scena all’altra senza troppa cognizione di causa. Abbiamo momenti idilliaci e leggeri tra le nostre due protagoniste, Dina ed Ellie, e poi abbiamo la violenza e l’orrore più efferati. Un po’ too much per creare davvero un’atmosfera efficace, no?
L’arrivo a teatro
Vi avevamo già parlato del nostro apprezzamento per Isabela Merced nel ruolo di Dina, intelligente, coraggiosa e solare. Ancora una volta, ci è piaciuta la sua interpretazione, così come la chimica naturale tra di lei e Bella Ramsey, la nostra incorreggibile Ellie. Il problema, dunque, non sono gli avvenimenti mostrati o l’interpretazione delle due attrici, bensì la scrittura.
Questo quarto episodio sembra voler fare un po’ tutto, senza però riuscire in niente. Vuole rimettere in scena parti iconiche del videogioco, ma allo stesso tempo non riesce a ricreare la stessa magia che si provava pad alla mano, limitandosi a fare il compitino, quasi come succede con il “fanservice”. Vuole anche creare la sua versione dei fatti, ma non è in grado di trovare davvero una sua identità. Inoltre, avremmo apprezzato una maggiore cura nel mostrarci gli ambienti, oltre che i personaggi. Il focus invece rimane sempre sui dialoghi, senza dare davvero respiro alle atmosfere del videogame e alle sue ambientazioni. Non c’è il tempo di osservare, di interiorizzare ciò che sta succedendo, e questo appiattisce di molto la narrazione.
Per farla breve, non si tratta di un episodio efficace nella messa in scena e nella scrittura (certi discorsi ci sono sembrati banalotti e campati per aria), così come nella sua struttura. Siamo ben lontani dall’episodio 2×02, che invece avevamo apprezzato. Abbiamo anche sentito la mancanza delle spore, che non sono state mantenute nella trasposizione HBO. Avrebbero creato più atmosfera e senso di pericolo, rispetto al solito timore di venire morsi. Peccato.

Riassunto
Il quarto episodio non ci convince per la sua struttura e per una scrittura sempliciotta, che non riesce a dare la giusta atmosfera. C'è qualche contentino per i videogiocatori, ma al contempo la trasposizione sembra priva di identità e perde il ritmo.
- Giudizio complessivo3
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