Home Videogiochi Call of Duty Warzone – 5 cose che vogliamo sulla nuova battle royale di Activision

Call of Duty Warzone – 5 cose che vogliamo sulla nuova battle royale di Activision

Nonostante Activision abbia cercato, ricorrendo anche a vie legali, di arginare i leak su Call of Duty: Warzone, è ormai certo: Infinity Ward e Raven stanno lavorando – o meglio, hanno lavorato ad una nuova modalità battle royale. L’annuncio ufficiale di Warzone, come forse già saprete se seguite assiduamente i nostri social, non è ancora arrivato, ma da quando su Modern Warfare è iniziata la Stagione 2 si sono susseguiti una serie di leak, rumor, immagini e addirittura video che hanno già svelato molti elementi di Warzone.

Ad oggi, dicevamo, non sappiamo quando arriverà Warzone. Alcune indiscrezioni suggeriscono che l’uscita sia fissata per la prima metà di marzo. Negli ultimi giorni, inoltre, diversi youtuber e streamer americani sono stati avvistati in un evento top secret di Activision, e dato che si tratta di influencer legati al mondo di Call of Duty, fare 2+2 non è stato tanto difficile: Infinity Ward ha quasi certamente mostrato Warzone in un evento privato, ed è altamente probabile che tra pochi giorni vedremo direttamente in azione la battle royale in attesa poi dell’uscita.

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Per Activision, insomma, si tratterà della terza modalità battle royale in meno di 2 anni. Dopo Blackout su Call of Duty: Black Ops 4 e la battaglia reale del fenomeno Call of Duty: Mobile, toccherà a Infinity Ward proporre l’esperienza di Call of Duty in salsa battle royale, e sappiamo tutti quanto non sia facile oggi proporre un prodotto di qualità e capace di sopravvivere per molto tempo, specialmente per questo genere di videogiochi che sta già, secondo alcuni, vivendo la parabola discendente. Abbiamo raccolto le idee, abbiamo analizzato i risultati precedenti di Activision e abbiamo deciso di elencarvi le 5 cose che vogliamo su Warzone. O meglio, le 5 cose di cui Warzone non potrà fare a meno per sperare di avere un duraturo successo.

UN GIOCO “VIVO”

Da intendere come: un ottimo supporto post-lancio. Molte promettenti battle royale, uscite sul mercato con un certo appeal, si sono poi sciolte come neve al Sole a causa di supporti post-lancio minimi o del tutto inesistenti, e su questo Epic Games ha ovviamente fatto scuola. Fortnite, dal suo roboante debutto nel 2017, continua ad essere costantemente aggiornato con novità, contenuti e cambiamenti, seppur lievi, alla mappa di gioco, e addirittura da alcuni mesi il titolo è andato incontro ad uno stravolgimento totale con Fortnite: Capitolo 2 – ricorderete sicuramente il celebre buco nero che risucchiò la precedente versione del battle royale per poi restituirne una tutta nuova. Apex Legends, di Respawn Entertainment, ha rischiato seriamente di ripetere l’errore di molti, e cioè quello di adagiarsi sugli allori, lasciando il gioco privo di novità per parecchi mesi, e a quel punto buona parte della sua meritata popolarità si era già affievolita.

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Blackout, la battle royale di Black Ops 4, ha avuto un trattamento simile e davvero poco comprensibile, che denotava un certo stato di confusione all’interno di Treyarch. Al lancio di Black Ops 4, questa modalità aveva saputo conquistare, proponendo un mix tra il genere del momento e il feeling di COD. Per troppi mesi, però, Blackout è rimasta sempre la stessa. I primi concreti cambiamenti arrivarono solo nella seconda metà di febbraio, a 4 mesi dal lancio, un’eternità se pensiamo che Call of Duty ha cadenza annuale e che quindi il gioco, dopo 12 mesi, diventa “obsoleto”. Certo, gli sviluppatori riuscirono comunque a offrire qualcosa di nuovo coi mesi, ma l’impressione è che anche Blackout si fosse giocata molta della sua popolarità a causa della lentezza nel supporto. E oggi, purtroppo, e come era purtroppo prevedibile, Blackout giace in uno stato di quasi totale abbandono dopo l’uscita di Modern Warfare, con Treyarch che sembra ormai già proiettata su COD 2020. Warzone non può assolutamente permettersi di ripetere questi errori. L’obiettivo deve essere quello di sfruttarla pienamente e per molto tempo, anche nel momento dell’arrivo di PS5 e Xbox Series X.

PERFETTO SISTEMA DI GESTIONE DELL’INVENTARIO E DEL LOOT

Uno dei problemi più grossi dei battle royale, al giorno d’oggi e specie su console, è il sistema di gestione dell’inventario. Fortnite ha ormai raggiunto la sua maturità e difficilmente vedremo un cambiamento in corsa – anche perché il pubblico è ormai abituato alla formula di Epic Games – e quello di Apex Legends, tanto per restare in tema di BR più che conosciuti, è molto inutitivo e facile da assimilare. Inventario e loot di Blackout su Black Ops 4, se ben ricordate gli esordi, erano molto più macchinosi e fastidiosi, poi fortunatamente Treyarch ha saputo rimediare ad alcuni inconvenienti e l’esperienza è diventata più piacevole anche riguardo queste meccaniche. A quell’epoca, però, Activision era nuova del genere battle royale. Oggi sulle sue spalle, come abbiamo ricordato, ha l’esperienza di non una bensì due BR: oltre a Blackout, c’è anche la modalità di battaglia reale su Call of Duty: Mobile, l’esplosivo F2P per smartphone e tablet che ha superato ogni record, e dunque vale lo stesso discorso fatto per il supporto: non si può più sbagliare.

UNA STORIA NASCOSTA

Questo è più un capriccio, un’idea affascinante ma anche complicata da mettere in pratica. Un titolo come Apex Legends, se ci pensate, è perfetto per questo pensiero: i personaggi non sono anonimi soldati ma eroi ben precisi con una storia alle spalle, che spesso ci viene mostrata di sfuggita in occasione dell’arrivo di nuove stagioni o eventi particolari. Fortnite, invece, gioca più sull’evoluzione del suo mondo di gioco, tra indizi sparsi qua e là che possono sempre dare spunti al giocatore appassionato di questa caccia al tesoro per capire l’origine, i cambiamenti e il futuro di Fortnite. Rivedere qualcosa di simile a Fortnite su Call of Duty: Warzone, ammettetelo, sarebbe molto intrigante. Partendo dall’idea che ogni soldato sarebbe comunque un’anonima pedina sullo scacchiere della partita, sarebbe interessante capire se dietro a questo mondo ci sia una storia da raccontare, una lore nascosta. Qualcosa di simile, peraltro, COD l’ha già fatto: la modalità Zombies di Treyarch, ai tempi di World at War, nasceva proprio ricolma di tanti piccoli segreti da scoprire, cosa che si è poi un po’ persa nel tempo. Inoltre, questa “storia nascosta”, come l’abbiamo definita, non andrebbe a intaccare i progressi né tantomeno l’esperienza su Warzone. Perché non farlo, dunque?

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NO ALLE KILLSTREAK

No, assolutamente no. Le killstreak, che nel corso della storia di Call of Duty hanno subìto più di una modifica a livello strutturale, sono ovviamente presenti all’interno del comparto multigiocatore di Modern Warfare, così come nella modalità a 64 giocatori Guerra Terrestre. Non vi nego che, per quanto Ground War sia interessante, nel momento in cui la mappa subisce gli effetti di 3 o 4 killstreak più gli immancabili carri armati e mezzi blindati, l’esperienza di gioco diventi terrificante, almeno dal mio punto di vista. Fortunatamente non sono il solo a pensarla così. Appoggiamo l’esperienza di Ground War, in quanto ormai è stata costruita in questo modo e non vuole premiare il singolo giocatore quanto invece la squadra che gioca per gli obiettivi, cosa che invece non ha senso quando si parla di un battle royale. E poi, insomma, pensate di giocare a Warzone con un mezzo VTOL in aria che tritura in pochi colpi il malcapitato, che non può fare nient’altro che assistere alla propria morte e uscire dalla partita. Non è una bella sensazione.

FREE TO PLAY

Questo è probabilmente l’elemento più richiesto in assoluto. Non tanto perché i giocatori non hanno intenzione di spendere soldi per un’altra battle royale – beh sì, anche per quello – quanto invece perché ciò che è accaduto a Blackout è stato determinato proprio da questo suo legame indissolubile a Black Ops 4. Per giocare alla battle royale di Treyarch, occorreva sborsare la bellezza di 70€ al lancio, o comunque di acquistare il gioco nei mesi successivi, e questo ha ovviamente tenuto lontano parecchi potenziali giocatori. Warzone non potrà seguire questo esempio, se tra i suoi programmi c’è quello di restare in vita per molto tempo.

Nell’epoca di Fortnite e Apex Legends, battle royale che offrono le esperienze più complete in maniera totalmente gratuita, anche Warzone dovrà adattarsi al modello free to play. Del resto, la soluzione per monetizzare è già stata testata sia su COD Mobile che su Modern Warfare, e ha funzionato alla grande: l’introduzione dei Pass Battaglia, come in altri titoli del momento, ha già decretato un aumento dei profitti. E il Pass Battaglia, come ben saprete, si adatta alla perfezione ad un battle royale.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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