Home Videogiochi Speciali Forse è proprio Black Ops a non avere più nulla da dire, perché ha già detto troppo

Forse è proprio Black Ops a non avere più nulla da dire, perché ha già detto troppo

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I problemi di Call of Duty sono tanti, e anche Activision, che per anni ha nascosto la polvere sotto il tappeto grazie a una community fedelissima nonostante tali problemi, si è ritrovata ad ammettere quest’anno che la serie non sta andando come dovrebbe. Ma siamo davvero sicuri che il problema sia davvero l’uscita annuale di Call of Duty? Sì e no, perché in realtà le cose sono ben più complesse.

A poco più di un mese dalla sua uscita, possiamo dirlo: Black Ops 7 è stato per Treyarch un flop. Non tanto in termini di coinvolgimento (anche se pure Activision, che è solita celebrare i suoi enormi risultati, è stata ben zitta a riguardo), quanto di percezione del marchio: dopo un’annata turbolenta, con BO6 partito alla grande ma incapace di mantenere le aspettative di un pubblico che inizia a percepire la stanchezza del franchise, questo nuovo capitolo, che tanto nuovo non è, ha dimostrato che il nome Call of Duty da solo non basta.

Per quanto anche nella nostra recensione abbiamo sottolineato alcuni pregi oggettivi del gioco, è chiaro che la sua natura a dir poco derivativa di Black Ops 6 è un malus difficile da rimuovere dall’equazione. Vero, l’intero brand di COD si basa su regole e dinamiche ormai consolidate da oltre 20 anni che non possono essere cambiate così facilmente, ma la vicinanza di due giochi della stessa saga non è stata una grande idea. Persino MW3, nel 2023, aveva avuto l’idea di rimodulare alcuni elementi del gameplay e del movimento, proponendo un feeling differente da quello di MW2 uscito appena un anno prima. Black Ops 7, invece, non lo ha fatto.

Forse c’è una certa mancanza di idee, o di motivazioni, o di approvazioni. Sicuramente, comunque, il far parte di un sub-franchise che va avanti ormai da oltre 15 anni non è un bene.

Tra i tanti problemi che Call of Duty si porta dietro da anni, e che con Black Ops 7 sono esplosi portando a un calo enorme delle vendite, c’è anche un’altra questione che non sempre viene sottolineata: il brand di Black Ops stesso, dopo tutti questi anni, non ha davvero più nulla da dire.

Nel 2010, Treyarch diede il via a quello che è il più longevo sub-franchise di Call of Duty, la saga di Black Ops. L’idea era di allontanarsi dall’ambientazione moderna e militaristica di Modern Warfare, portando i giocatori nella Guerra Fredda in operazioni segrete (o quasi) per salvare il delicatissimo equilibrio mondiale. Una campagna single player che sembrava un thriller, una modalità PvP che esaltava le ambientazioni crude e realistiche delle Black Ops americane, e una modalità survival Zombies capace di evolversi mantenendo però in modo magistrale le atmosfere horror con mappe come l’indimenticabile Kino der Toten.

Il successo fu esplosivo, portando alla nascita di una serie che continua ancora oggi. Black Ops 2, che si spostava nel 2025, fu acclamato, e Black Ops 3, pur spingendosi ancora più in là nel tempo, fece lo stesso. Da quel momento in poi, considerato da molti l’apice sia del multiplayer che di Zombies su Black Ops, la saga di Treyarch ha vissuto di tanti alti e bassi, dovuti anche al contesto narrativo.

Mentre Infinity Ward e Sledgehammer hanno deciso di variegare continuamente le produzioni, Treyarch si è ritrovata a seguire un impianto storico e narrativo che oggi, dopo ben 7 giochi (8, se ci mettiamo anche quel World at War che è canonico), non riesce più a dire nulla di nuovo dovendosi attenere a eventi ben precisi collocati nella timeline del suo universo narrativo.

Call of Duty: Black Ops 7 non è un gioco disastroso, ma non è davvero niente di che. Ora, tralasciando l’evidente questione del “DLC pagato a prezzo pieno”, critica assolutamente legittima, il gioco si ritrova trattenuto anche dalla sua appartenenza a una serie che ha una timeline ben precisa, che ora inizia a puzzare di restrizioni notevoli. Black Ops 3 era ambientato nel 2065 e introduceva cose come la corsa a muro e i jetpack, mentre Black Ops 4 è ambientato nel 2045 e non ha un wall-running ma ha gli stessi eroi specialisti multigiocatore (che evidentemente sono invecchiati molto bene). Ciò significa che l’aumento delle potenzialità degli esseri umani e la tecnologia per quel movimento avanzato non esisteva a quel punto della storia, quindi ora un gioco come Black Ops 7, ambientato nel 2035, non può utilizzare il wall-running. Al suo posto, Black Ops 7 ha implementato una via di mezzo con il salto a muro, che in realtà non può rappresentare una vera novità.

Tematicamente, narrativamente e meccanicamente, Black Ops è ancorato a ciò che è già stato stabilito ormai 10-15 anni fa, e questo, ovviamente, limita la creatività. È un peccato, perché Treyarch, quando ha avuto campo libero, ha dimostrato in passato di avere grandi idee per tenere fresco Call of Duty nonostante le release annuali.

Questo, come detto, non riguarda solo ed esclusivamente il gameplay, che comunque riesce a prendersi qualche piccolissima libertà. Ci sono infatti anche limiti evidenti legati ai personaggi: l’introduzione di volti nuovi funziona in alcuni casi (Adler), mentre risulta difficilissimo riuscire a creare nuove trame intorno a personaggi di cui conosciamo benissimo origini, storie e destini.

Forse, dopo tutti questi anni, è davvero arrivato il momento per Treyarch di salutare Black Ops e dirsi addio – o arrivederci, magari riavviando tutto quanto come ha fatto IW con Modern Warfare. Anche perché oggi, in questo momento, non riusciamo a immaginare un Call of Duty: Black Ops 8 con meccaniche davvero nuove da vedere, se non spostandolo forse nel 1915 o tornando nello spazio tra jetpack e teletrasporti come avvenuto con Infinite Warfare…

Scritto da
Andrea Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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