Cinque anni dopo la pubblicazione del primo capitolo Ghost of Tsushima, acclamato dal pubblico e dalla critica, Sucker Punch rilascia, finalmente ed esclusivamente su PlayStation 5, il sequel tanto atteso: Ghost of Yotei.
Nonostante le aspettative, il team di sviluppo, non ha voluto proseguire i racconti e le gesta di Jin Sakai; bensì ha deciso di raccontare una storia di rivalsa: forte, cupa e personale con una nuova protagonista: Atsu.
Ma ogni cosa a suo tempo, vi racconteremo nella nostra recensione l’appassionante viaggio di vendetta di Atsu, seguiteci e preparatevi ad immergervi in un’avventura ricca di azione e scenari mozzafiato.
Versione provata: PlayStation 5
FIAMME E VENDETTA
Ghost of Yotei ci porterà nel 1603, nell’aspro territorio di Ezo, l’odierna regione dell’Hokkaido, terra di tundre, foreste e montagne dominate dall’imponente Monte Yotei. Non è più il Giappone feudale ordinato dei clan samurai, ma una frontiera selvaggia e pericolosa.
La protagonista, come già nominata in precedenza, è Atsu, una mercenaria dal passato segnato da un trauma. Da bambina la sua famiglia è stata sterminata da un gruppo di criminali noti come i Sei di Yotei, che l’hanno abbandonata legata ad un albero di ginko in fiamme. Sedici anni dopo, sopravvissuta e temprata dalla durezza della vita solitaria e delle guerre combattute, Atsu torna a reclamare giustizia nella propria terra natia. La sua missione è chiara: eliminare uno ad uno i Sei di Yōtei: la Serpe, l’Oni, la Kitsune, il Ragno, il Drago ed il loro leader Lord Saito.
Se Ghost of Tsushima era una storia di guerra e onore, una storia progressiva che accompagnava il giocatore nel percorso di Jin Sakai, che da samurai diventava un fuorilegge per liberare la propria terra dall’invasione mongola, Ghost of Yotei punta invece su un racconto di vendetta e rinascita personale. Si tratta di un percorso retrospettivo. Infatti nei primi minuti di gioco si ha già un quadro delle motivazioni della protagonista e, con l’avanzare della trama, attraverso dei flashback, si rivivranno momenti quotidiani della sua infanzia. Pertanto il viaggio di Atsu non è solo una caccia spietata ai suoi nemici, ma anche un percorso di crescita, fatto di incontri, alleanze inaspettate e la possibilità di riscoprire un senso più profondo della propria esistenza.
Ciò che accumuna i due titoli è la nomea di spettro, Atsu viene soprannominata onryo dagli abitanti di Ezo, un fantasma inarrestabile. L’onryo è una delle figure più affascinanti e spaventose del folklore giapponese. Tradizionalmente, si tratta di uno spirito vendicativo che ritorna dall’aldilà per punire chi lo ha fatto soffrire in vita. A differenza di altri fantasmi benevoli, l’onryo non conosce pietà.
ARSENALE DI ARMI
Con Ghost of Yotei, il team di sviluppo di Sucker Punch non si limita a riproporre la formula vincente di Ghost of Tsushima, ma vuole rinnovarla con scelte coraggiose che mirano a dare al giocatore più libertà, più intensità e più varietà.
La prima grande novità è la struttura non lineare della quest principale: i Sei di Yotei (gli antagonisti principali) possono essere affrontati nell’ordine che si preferisce. Una scelta che rompe lo schema classico e che rende ogni partita potenzialmente diversa, aumentandone la rigiocabilità.
Il sistema di combattimento è stato profondamente arricchito, infatti Atsu può padroneggiare un arsenale vario che, oltre all’utilizzo della celebre katana, vedrà la messa in uso delle doppia katana e lo yari fino ad arrivare all’impiego dell’odachi pesante, la kusarigama e le prime armi da fuoco. Questo porta il gameplay oltre al duello samurai tradizionale, dando spazio a stili di gioco molto diversi.
Una delle novità principali è che non ci sono più gli stili che in Tsushima definivano il modo di combattere (contro armature, velocità, difese, ecc.). In Yotei ogni arma ha le proprie caratteristiche — portata, velocità, danno, utilità speciale — con la possibilità di cambiarle durante il combattimento. Questo significa che la scelta dell’arma diventa tattica: non solo perché alcune sono più efficaci contro certi tipi di nemici, ma anche per come funzionano in situazioni di folla, distanza, stealth, oppure quando serve disarmare l’avversario. Per aggiungere al proprio arsenale le nuove armi, Atsu dovrà cercare i maestri nelle varie aree di Ezo, che le insegneranno le tecniche di combattimento in modo da contrastare i nemici al meglio.
Parlando del gameplay nudo e crudo, oltre ai due comandi di attacco (leggero e pesante) e di difesa (blocco, parata e schivata) è stato introdotto un sistema di disarmo dinamico, che rende ogni scontro più imprevedibile e teso. I nemici che sferrano un attacco avvolto da bagliore giallo, se vanno a segno, disarmeranno Atsu. Viceversa se vengono anticipati da Atsu col giusto tempismo, gli avversari perderanno la propria arma.
Gli scontri con i boss rappresentano l’apice della sfida e dell’immersione narrativa di Ghost of Yotei, offrendo battaglie intense e ricche di personalità, come già ci ha abituati Sucker Punch. Però il conflitto interiore di Jin Sakai, lascia spazio alla furia vendicativa di Atsu, verso persone che non hanno avuto pietà o rimorsi nell’uccidere la sua famiglia. Le boss fight sono momenti narrativi che esplorano temi come la vendetta, l’onore e la redenzione. Ogni incontro è pensato per sfidare le abilità del giocatore, offrendo meccaniche di combattimento complesse e fasi multiple. I Sei di Yotei sono avversari temibili e con abilità uniche che richiederanno strategia e tempismo per essere sconfitti.
UNA PROGRESSIONE INTEGRATA
La progressione in Ghost of Yotei non è solo “fare livelli” o solo “potenziare statistiche”: è pensata per essere organica, integrata al mondo di gioco, all’esplorazione, al confronto con i nemici e all’individuazione degli obiettivi.
Per acquisire nuove abilità ci sono sparsi in tutta Ezo gli Altari della Riflessione. Inchinandosi davanti a questi piccoli santuari, sarà possibile aggiungere nuove tecniche ed abilità tramite più rami specializzati.
Gli Spezza Bambù, dando un po’ la sensazione del già visto essendo presenti anche in Ghost of Tsushima, consentiranno di aumentare lo Spirito, una sorta barra di stato che consente di recuperare salute e di sferrare tecniche più potenti, attraverso un mini gioco che prevede la pressione di tasti in combinazione.
Mentre sostare nelle Sorgenti Termali, dislocate in varie zone di Ezo, consentirà di aumentare la salute massima della nostra protagonista.
Anche le tane dei lupi svolgono un punto di progressione nel gioco, la Lupa non è solo un elemento estetico: ha un suo ruolo, un albero di abilità dedicato ed interagisce con Atsu in modo che la sua evoluzione impatti il gameplay. Durante gli scontri più ostici se per caso Atsu dovesse cadere a terra in fin di vita, la Lupa comparirà per evitare che le venga dato il colpo di grazia e le consentirà di rialzarsi un’ultima volta.
Per sbloccare missioni, luoghi, obiettivi segreti Atsu dovrà raccogliere indizi interrogando nemici, acquistando mappe dal cartografo, seguire gli uccellini gialli oppure usando strumenti come il cannocchiale per individuare nuovi punti d’interesse. Questi indizi vengono mostrati anche come carte e guidano la progressione della missione principale e delle secondarie.
Le scelte nel seguire indizi, accettare taglie, trovare gli altari, gestire la compagna Lupa, tutto concorre a far crescere Atsu in abilità combattive ed esplorative all’interno di questo meraviglioso open world, che si staglia ai piedi del monte Yotei.
PROFONDITA’ E BELLEZZA
Una delle innovazioni più riuscite in Ghost of Yotei è il sistema di accampamento, poiché porta profondità e continuità al ritmo dell’avventura. La possibilità di piantare un campo in qualsiasi punto della mappa, cucinare cibi che offrono bonus, forgiare munizioni o addirittura suonare lo shamisen, rende il viaggio meno meccanico e più utile al proseguimento della sessione di gioco. L’aspetto migliore è la sua funzione sociale: i mercanti e gli alleati raggiungeranno Atsu in maniera del tutto casuale, trasformando l’accampamento in un hub dinamico.
Sul fronte tecnico Ghost of Yotei sfrutta appieno la potenza di PlayStation 5, regalando paesaggi mozzafiato tra tundre innevate, foreste battute dal vento e cieli che si illuminano di aurore. Il lavoro sugli effetti atmosferici non è solo estetico: neve, pioggia e tempeste contribuiscono ad un senso di immersione totale, mentre i caricamenti rapidissimi e il feedback aptico del DualSense amplificano ogni azione.
Ad impreziosire l’esperienza ci sono le tre modalità visive da regista: il bianco e nero con la modalità Kurosawa, la brutale Miike Mode che farà volare fiotti di sangue negli scontri e la sorprendente Watanabe Mode con musiche lo-fi, che trasformano l’esplorazione in un viaggio rilassante a colpi di beat.
Anche il comparto sonoro dimostra grande cura con il doppiaggio in lingua italiana con lip-sync perfetto, anche se noi abbiamo preferito selezionare fin da subito la lingua giapponese, per rendere più immersiva l’esperienza di gioco. Inoltre l’audio 3D che rende palpabile ogni fruscio del vento ed una colonna sonora curata da un artista di successo come Toma Otowa, completano una componente acustica che ogni altro titolo invidierebbe. L’unico rischio tangibile è che tanta ricchezza visiva e sonora richieda un bilanciamento impeccabile per non appesantire le performance, ma nel complesso il comparto tecnico si conferma tra i punti di forza più convincenti di Ghost of Yotei.

Riassunto
Riassunto
Ghost of Yotei si presenta come un titolo capace di dare nuova linfa vitale ad un modello che ha già funzionato, senza però stravolgerlo. Sul piano narrativo, questo gioco promette un’esperienza più intima, quasi da “western giapponese”, ambientata in scenari mozzafiato che esaltano la natura aspra e incontaminata dell’Hokkaido del XVII secolo. Un mondo meno regolato dalle leggi dei samurai, ma proprio per questo più imprevedibile e affascinante. Se si è amato Ghost of Tsushima, in questo secondo capitolo della serie vi è tutto per ritrovarne la magia, ma con una veste più cupa, glaciale e vendicativa.
Pro
Ambientazione ed atmosfera mozzafiato Sistema di combattimento evoluto grazie alle varie armi L'accampamento mobile da continuità alla sessione di giocoContro
La trama di vendetta può essere meno coinvolgente rispetto al precedente capitolo Alcuni mini giochi possono risultare ripetitivi- Giudizio Complessivo9
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