Da quando è stata lanciata lo scorso giugno, la nuova console ibrida di casa Nintendo ha saputo accogliere diverse produzioni di terze parti, soprattutto grazie ad un hardware capace di gestire una più ampia platea di giochi. Da Red Dead Redemption, passando per Skyrim piuttosto che Assassin’s Creed Shadows, Switch 2 viene sempre più considerata dalle software house di tutto il mondo, visto anche il grande successo commerciale.
Di pari avviso è stata anche Bloober Team, che ha rilasciato da pochissimo Layers of Fear: Final Masterpiece Edition, la versione finale del cofanetto horror che abbiamo potuto apprezzare due anni or sono su PlayStation 5, PC ed Xbox Series X|S.
Come gira quindi il tutto sulla piattaforma della grande N? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!
Paura dell’Arte
Per chi non avesse familiarità con la sinossi, il primo capitolo racconta la storia di un pittore in epoca vittoriana il cui unico obiettivo è portare a termine la propria opera. Un’ossessione che, col passare del tempo, lo conduce a un progressivo distacco dalla realtà e a una discesa inesorabile verso la follia più profonda. Il DLC Inheritance ribalta invece il punto di vista, mettendo il giocatore nei panni della figlia dell’artista, impegnata a ricostruire e comprendere le radici della pazzia paterna.
Layers of Fear 2 narra invece le vicende di un attore chiamato a interpretare un ruolo enigmatico a bordo di un transatlantico, seguendo le direttive di un misterioso regista. Nel corso dell’avventura, però, diventa sempre più chiaro che nulla è come sembra: gli orrori celati tra i corridoi della nave emergono con forza crescente, portando alla luce un passato oscuro e disturbante.
Come accennato in precedenza, la nuova iterazione introduce fin da subito un personaggio inedito per il franchise. Si tratta di una scrittrice che, dopo aver vinto un concorso, viene condotta come “premio” in un faro abbandonato, luogo ideale (almeno sulla carta) per trovare l’ispirazione necessaria al suo lavoro. In questo isolamento forzato la donna è chiamata a redigere un testo per la propria casa editrice. La sua presenza funge da collante tra le varie vicende, anche se ben presto emerge un vero e proprio filo conduttore che attraversa trasversalmente tutti i racconti, sul quale sorvoliamo volutamente per evitare spoiler.
La narrazione viene affidata quasi interamente ai numerosi collezionabili disseminati lungo l’esplorazione delle ambientazioni. Questi elementi si integrano con dialoghi scriptati presenti in alcuni snodi chiave della progressione, andando a delineare gradualmente il quadro narrativo (letteralmente e non). Si tratta di una scelta che richiede attenzione sia nella lettura sia nell’esplorazione: un approccio superficiale rischia infatti di lasciare al giocatore solo una comprensione parziale e frammentata della storia. A completare il tutto, come spesso accade in produzioni di questo tipo, troviamo finali multipli che mantengono sempre un margine di interpretazione personale.
Scrivere, dipingere o interpretare?
Layers of Fear riprende in maniera evidente luoghi e tematiche della serie originale, senza stravolgere l’impianto narrativo dei capitoli del 2016 e del 2019. Bloober Team ha però deciso di intervenire su alcune meccaniche di gioco, introducendo ad esempio una lampada e una torcia capaci di incidere, seppur in modo contenuto, sul gameplay. Questi strumenti permettono di respingere l’oscurità e alcune entità ostili, oppure di interagire con manichini e ambienti per sbloccare nuove aree, donando maggiore varietà e dinamismo alla progressione.
Sul fronte dei contenuti narrativi, la nuova edizione include anche un DLC inedito realizzato appositamente per l’occasione: The Final Note. Questo offre un nuovo punto di vista sul primo capitolo, mettendo il giocatore nei panni della moglie del pittore. L’esperienza approfondisce il rapporto tra i due, chiarendo ulteriormente le motivazioni che hanno condotto alla rovina mentale dell’artista, il quale viene così riletto sotto una luce diversa.
Occhi ed orecchie
Il vero fulcro dell’edizione portatile di Layers of Fear risiede senza dubbio nel comparto tecnico, autentico protagonista dell’evoluzione voluta da Bloober Team. L’utilizzo dell’Unreal Engine 5 si traduce in una resa visiva di buon livello, nonostante in alcune circostanze le luci ambientali creino degli sfarfallamenti non troppo pregevoli.
Indubbiamente il compromesso rispetto alle controparti PS5, Xbox Series e PC è stato doveroso, visto il grado di dettaglio degli ambienti presenti. Nulla da eccepire invece sull’aspetto sonoro, grazie alla presenza dell’audio binaurale. L’utilizzo di un buon headset eleva notevolmente l’esperienza, consentendo di apprezzare appieno l’atmosfera opprimente e ansiogena creata dal team polacco, soprattutto nel primo capitolo.
Dal canto della fruibilità, il lavoro della squadra nordica è apprezzabile. La fluidità dell’esperienza è garantita in ogni circostanza, con qualche piccolo acciacco nelle situazioni con svariati particellari ed effetti, che tuttavia non pregiudicano assolutamente il gameplay.

Riassunto
Riassunto
Con Layers of Fear: Final Masterpiece Edition Bloober Team porta anche su Switch 2 l'esperienza horror rinnovata che ha saputo terrorizzare nel 2023 gli utenti console e PC. Pur non aggiungendo nulla di rilevante in termini di contenuti, il lavoro dello studio polacco consente ora a chi non ha mai potuto godere di tali titoli di affrontarne i disturbanti tratti, anche in portatilità.
Pro
Un pacchetto completo e longevo… Componente horror funzionale e intriganteContro
...ma chi conosce bene i due capitoli di Layers of Fear troverà poche novità Qualche incertezza grafica sulle texture in alcuni frangenti- Valutazione7.5



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