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[Recensione] Back 4 Blood

Era il novembre 2008 quando i ragazzi di Turtle Rock Studios pubblicarono Left 4 Dead, gioco co-op a tema zombie che, nonstante gli anni passati, rimane ancora oggi uno dei giochi cooperativi di maggior successo. In effetti il titolo poteva contare su una struttura divertente, dinamica e solida. Struttura che Turtle Rock Studios ha deciso di replicare e riportare in auge con la sua ultima fatica: Back 4 Blood. Il titolo è infatti il successore spirituale del franchise originale e, in maniera nemmeno troppo velata, ne riprende gran parte del gameplay. Per una questione di diritti infatti, il team americano non ha potuto utilizzare il nome del franchise, attualmente in mano a Valve. Poco importa perchè, nonostante tutto, abbiamo potuto assaporare nuovamente l’ebrezza di uccidere orde di zombie e mutanti. Dopo il mezzo flop ottenuto con Evolve, Turtle Rock Studios ha quindi deciso di tornare alla carica per riscattarsi. Missione compiuta?
Scopritelo con noi leggendo la recensione di Back 4 Dead; vi auguriamo una buona lettura.

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Nota: La versione provata è quella PS4/PS5.

Mondo Apocalittico

Considerando la natura del gioco, Back 4 Blood non avrebbe bisogno di una vera e propria storyline. Ciò nonostante troviamo una sorta di campagna che, come era facile aspettarsi, ci proietta in un mondo post apocalittico. Gran parte dell’umanità è stata infatti infettata dal virus chiamato “Verme del Diavolo”, causa della trasformazione in zombie (detti Infestati) e sue temibili varianti. Sarà compito dei pochi sopravvissuti (Sterminatori) impugnare le armi e salvare la razza umana. Tralasciando la lore di fondo, la campagna di Back 4 Blood è strutturata in quattro atti principali, ognuno dei quali suddiviso in varie missioni/sezioni da completare. In particolare potremo scegliere se giocare in compagnia di altri tre amici o se giocare in modalità singola (in questo secondo caso i compagni saranno sostituiti da dei bot). Inutile dire che il nostro consiglio è senza dubbio quello di giocare in co-op così da collaborare con gli altri compagni e vivere a pieno lo spirito del gioco. Tra l’altro la decisione è quasi obbligata in quanto Turtle Rock Studios ha deciso di impedire la progressione giocando in singolo. In altre parole giocando offline i giocatori non saranno in grado di ottenere punti rifornimento, essenziali per potenziare la varie build. Una decisione che non abbiamo capito in pieno e che forse risulta un po’ fuori luogo, pur trattandosi di un titolo basato sulla cooperazione. Oltre alle modalità sopra citate avrete anche occasione di avviare una partita veloce, in cui giocare casualmente una delle missioni disponibili con un matchmaking rapido. Ovviamente, come in ogni campagna che si rispetti, anche in Back 4 Blood potrete decidere il livello di difficoltà: recluta, veterano o incubo. Inutile dire che una difficoltà maggiore vi permetterà di ottenere maggiori ricompense e monete di gioco. In ogni caso, prima di iniziare ogni partita potrete recarvi a Fort Hope, hub centrale di gioco in cui poter acquistare armi, personalizzare mazzi di carte (ne parleremo più avanti) o accedere al poligono di tiro per testare attrezzature ed equipaggiamenti.

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Spara, uccidi e potenziati!

Il gameplay di Dead 4 Blood rispecchia in tutto e per tutto quello di Left 4 Dead. Per terminare un atto dovrete infatti completare tutte le missioni che lo compongono. In altre parole ogni missione comincerà con munizioni ed energia che avevate al termine della sezione precedente. In vostro aiuto troverete però una Safe Room, grazie alla quale poter acquistare rifornimenti, cure, nuove armi o potenziare quelle già in vostro possesso. Ciò solo a patto di aver raccolto abbastanza monete durante la fase precedente. Senza amministrare i vostri risparmi non riuscirete a rifocillarvi e, come conseguenza, incontrerete maggiori difficoltà nelle sezioni successive. Tra l’altro, per poter terminare un intero atto dovrete terminare tutte le sotto missioni morendo un massimo di tre volte. Al termine delle vite, dovrete ricominciare da capo l’intero atto. Tra una missione e l’altra potrete comunque salvare ed uscire dal gioco, continuando in un secondo momento. Inutile dire che questo sistema incentiva notevolmente la rigiocabilità del gioco, obbligando il giocatore a fare sempre del suo meglio, anche grazie ad alcuni eventi che modificano lo svolgimento di ogni missione.

Oltre alle tante razze di zombie infatti, ognuna delle quali dotata di poteri particolari, il gioco prevede l’attivazione di eventi scriptati ogni qual volta venga compiuta una determinata azione. Ci è capitato ad esempio di abbassare ponti, attivare macchinari o disturbare dei corvi. Tutte azioni che hanno richiamato un’orda di zombie, complicando notevolmente il nostro cammino. Ad agevolare la nostra strada troveremo casse e bauli che conterranno armi ed equipaggiamenti vari (medikit, granate etc). Presenti, tra le altre cose, boss fight che aggiungono un po’ di pepe in più al classico gameplay. Passando al sistema di mira vero e proprio non possiamo che ritenerci soddisfatti: Back 4 Blood rispecchia in tutto e per tutto il buon Left 4 Dead e gli FPS in generale. Il feeling delle armi è decisamente buono, così come la sensazione che si prova nel colpire i nemici. Insieme alla classica arma principale potremo contare su un’arma secondaria, su un esplosivo e su altri accessori di varia natura (medi-kit, antidolorifici, filo spinato, kit di strumenti per aprire porte o casse speciali).

Per evitare partite ripetitve, Turtle Rock Studios ha inoltre inserito particolari bonus passivi, selezionabili attraverso un sistema di carte, di cui parleremo in maniera più approfondita nel prossimo paragrafo.

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Scegli il tuo mazzo

Come detto poco sopra, Back 4 Blood inserisce un sistema di carte decisamente strutturato, utile per attivare bonus passivi all’inizio di ogni partita. Ogni giocatore potrà infatti creare mazzi personalizzati, composti da un totale di 15 carte. Ogni carta riporterà un bonus da utilizzare in partita ma, per vostra sfortuna, non avrete subito accesso all’intero mazzo. All’inizio di ogni livello otterrete solamente la prima carta del mazzo mentre le altre saranno selezionate di volta in volta sulla base dell’ordine assegnato. Oltre a dover scegliere attentamente i bonus di ogni carta, dovrete quindi selezionare con cura il posizionamento di ognuna di esse, in modo che possano tornarvi utili nel momento del bisogno.

Durante la partita potrete scovare o acquistare carte aggiuntive che potrete scegliere o meno di equipaggiare sostituendo quelle già in vostro possesso. Tra l’altro, ottenendo punti rifornimento, potrete acquistare nuove carte attraverso le linee di rifornimento e combinarle fra di loro per ottenere mazzi sempre più potenti. In contrapposizione alle carte giocatore troviamo le carte corruzione che, sostanzialmente, si identificano come delle sfide/missioni secondarie da svolgere all’interno di ogni livello. Trattandosi di carte totalmente casuali, ogni partita risulterà diversa dall’altra. Vi verrà chiesto ad esempio di sconfiggere un determinato boss o di terminare una sezione in un periodo di tempo prestabilito. Il raggiungimento di ogni carta corruzione vi premierà con delle preziose monete aggiuntive.

L’intero sistema di carte si è rivelato abbastanza funzionale anche se nei primi momenti di gioco ci è sembrato piuttosto macchinoso e di difficile interpretazione. Ad aumentare la rigiocabilità del gioco troviamo anche gli Sterminatori stessi. Potrete infatti selezionare fino ad un massimo di 8 personaggi, ognuno dei quali dotato di particolari vantaggi e di un’arma secondaria unica. Se ad esempio Walker è dotato di una Glock 23 e ha bonus su danni e salute di squadra, Holly impugna una mazza chiodata e ha vantaggi per quanto riguarda la resistenza. Risulta chiaro quindi che la squadra dovrà essere composta da Sterminatori con abilità completamente diverse, così da facilitare le cose durante la vostra avventura. A tal riguardo vi consigliamo di creare mazzi distinti per ogni personaggio giocabile, in modo da creare build del tutto personalizzate e sicuramente più efficaci.

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Non solo co-op

Anche se la campagna co-op rappresenta il fulcro di Back 4 Blood, Turtle Rock Studios ha anche inserito la modalità PvP “Sciame”. Si tratta di una componente competitiva in cui due squadre da quattro giocatori si sfidano tra di loro: 4 Infestati contro 4 Sterminatori.

Dopo l’esperienza di Evolve, il team californiano ha abbandonato un gameplay asimmetrico (4vs1) per focalizzarsi su una classica modalità 4vs4. Ogni fazione sarò dotata di speciali abilità che, nel caso degli Sterminatori, risultano essere le stesse che già avete testato nel corso della campagna. A rendere il tutto più dinamico troverete altri bot che cercheranno di uccidere sia gli Sterminatori che gli Infestati. In particolare il compito di questi ultimi sarà quello di uccidere gli Sterminatori che, al contrario, dovranno cercare di sopravvivere agli attacchi zombie. Ogni Infestato potrà contare su un respawn illimitato, seppur condizionato da un tempo limite. Ogni sopravvissuto avrà invece un totale di due vite, al termine delle quali il giocatore muore definitivamente. Al termine del round le due squadre si invertono di ruolo. La squadra vincitrice risulterà quella che riuscirà ad uccidere gli Sterminatori nel minor tempo possibile, sempre che ci riesca.

Durante la nostra prova dobbiamo ammettere di esserci divertiti molto, segno che Turtle Rock Studios ha ben imparato dagli errori commessi con Evolve. Anche a livello di bilanciamento le due fazioni risultano piuttosto equilibrate. Proseguendo con i match infatti, gli Infestati potranno sviluppare i loro poteri mentre gli Sterminatori potranno usare i loro mazzi e potenziare i propri equipaggiamenti.

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Piovono Zombie

Dal punto di vista tecnico Back 4 Blood risulta piuttosto pulito, con una resa grafica di tutto rispetto, soprattutto per quanto riguarda Playstation 5. Anche a livello di fluidità ci troviamo su ottimi livelli. Il titolo girà infatti a 60 fps stabili, senza cali di frame rate significativi. Turtle Rock Studios ha quindi dimostrato di avere padronanza con l’Unreal Engine 4, come risulta dalla realizzazione delle mappe. Se le sezioni di ogni atto risultano, a livello di ambientazione, piuttosto simili tra loro, cambiando atto si accede ad aree completamente diverse.

Per quanto riguarda le mappe in sé per sé ci troviamo di fronte ad una costruzione pressoché lineare anche se sviluppata in più piani verticali. Per evitare orde di zombie potremo ad esempio salire scale o arrampicarsi su vagoni del treno o, ancora, attivare leve per abbassare ponti e creare strade alternative. Anche la distribuzione dei nemici risulta omogenea, rendendo il gioco difficile ma mai punitivo. Ovviamente ci saranno sezioni più ostiche ma con un po’ di sano trial and error riuscirete a scamparla. Oltre a tutto ciò non potevamo non menzionare la presenza del cross-play grazie al quale potrete giocare con i vostri compagni su tutte le piattaforme (Xbox Series X/S, Xbox One, PS5, PS4 e PC). Per quanto riguarda la longevità del gioco molto dipenderà dalla rigiocabilità che, con il deck building e con l’inserimento delle carte corruzione, sembra promettere bene. Ovviamente ci aspettiamo che Turtle Rock Studios inserisca anche nuove aree giocabili, così che la community possa rimanere presente e solida.

Punti di Forza

  • Un ottimo tributo a Left 4 Dead;
  • Rigiocabilità alle stelle;
  • Sistema di carte efficiente…

Punti di Debolezza

  • anche se troppo macchinoso da padroneggiare;
  • qualche sporadico bug.


Back 4 Dead rappresenta il successore spirituale di Turtle Rock Studios, grazie ad un gameplay completamente ispirato al franchise originale. In effetti il titolo fa tutto quello che deve fare: regalare un’esperienza divertente da giocare in co-op senza troppe pretese. Ciò ovviamente è stato reso possibile grazie ad un sistema di mira ormai consolidato e all’inserimento di tante opzioni che rendono ogni partita differente dall’altra, incentivando la rigiocabilità. Le varie abilità di ogni Sterminatore e le possibilità di costruire mazzi di carte personalizzati sono infatti alla base dell’intero gameplay. Come se non bastasse il team americano ha inserito anche una modalità PvP che porterà ulteriori ore di divertimento in questo mondo post-apocalittico. Se siete in cerca di un gioco cooperativo in cui far fuori decine di zombie, Back 4 Dead fa sicuramente al caso vostro.

Si ringrazia Warner Bros Italia per la copia review fornitaci.

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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