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[Recensione] Hades (PS4 & PS5)

Il grande successo di un gioco si vede nel momento in cui, in maniera inattesa, supera la concorrenza piazzandosi in cima alle classifiche, divenendo uno dei prodotti più desiderati in circolazione; questo è il caso di Hades, un titolo che nel 2020 ha superato il milione di copie vendute su PC (prima del porting) rivelandosi uno dei più giocati su Steam in poco tempo: ora è tempo che anche le console possano beneficiare di questo nome nel proprio catalogo.

Nel momento in cui uscì, di Hades non si parlò molto inizialmente, ma si vociferava di una piccola perla action con visuale isometrica apparentemente promettente anche se senza particolari innovazioni: ci siamo ricreduti già una volta, inserendolo anche nei nostri UAGNA AWARDS 2020 come miglior indie (eccoli qui) ed ora troviamo la conferma definitiva del genio di questo gioco; immergiamoci perciò nella recensione di Hades, l’infernale titolo che nell’ultimo anno è entrato a gamba tesa nel mondo dei videogiochi.

Versione provata: PS4 e PS5.

LA FUGA DAGLI INFERI

La mitologia greca è tra le più affascinanti che esistano grazie alla sua complessità e alle storie avvincenti dei propri protagonisti: il nostro è Zagreus, figlio di Ade e principe dell’oltretomba.

Lo scopo del giovane (sì come quello del gioco) è la fuga dagli abissi degli inferi fino alla luce divina del Monte Olimpo, obiettivo raggiungibile percorrendo la strada da casa e oltre con l’aiuto degli dei, i quali provvederanno a rifornire man mano Zagreus con doni speciali e abilità esclusive; il rapporto col padre, motivo della discordia, è tale da causare nel protagonista un senso di mancata famiglia e un ripudio verso la propria eredità.

La narrazione procedurale su cui Hades si basa, funziona a causa dell’efficacia con cui viene raccontata la storia attraverso le numerose “vite” sfruttate per i tentativi di fuga: essendo infatti il principe dell’oltretomba immortale, ad ogni morte in seguito a una fallita evasione si ritroverà nella sala principale di casa, in cui incontrerà Ade in persona pronto a sminuire le sue imprese; il percorso è diviso in 4 macro aree differenti (Tartaro, Stige, Eliseo e Asfodelo) disseminate di pericoli oltre che di personaggi di spicco della cultura greca quali Caronte, Teseo, Thanathos, Achille e molti altri, tra cui anche la madre di Zagreus: Nyx, ed ognuno di loro possiede una caratterizzazione dettagliata e dedicata alla fama del soggetto in sé.

I più temibili avversari dell’avventura proposta si vedono al cambio di ogni bioma col seguente, a indicare un blocco imposto da Ade per il figlio ribelle e ciascuno con poteri speciali differenti rispetto agli altri, comprese linee di dialogo che variano nel momento in cui la battaglia boss viene ripetuta almeno una seconda volta; la morte però ci fornirà dettagli importanti su storia e beckground dei personaggi, garantendo colpi di scena e sorprese che stupiranno i giocatori che si approcciano alla tipologia di gioco appena descritta, lasciando trasparire, oltre che una cura dedita ad ogni minimo dettaglio, un reale impegno sul messaggio che questo titolo punta, a nostro avviso, a trasmettere: ciò che conta non è quante volte ripeti le stesse scene, ma quello che apprendi dopo tutti i tentativi fatti, perciò morire spesso è sintomo di impreparazione e deve spingere il detentore del pad a trovare indizi e fare scelte strategiche che prima non avrebbe pensato di intraprendere.

L’anima di Hades si racchiude nel senso di riconoscere i propri sbagli e apprendere da questi, cosa che allo spettatore viene trasmesso con pieno successo nella nostra prova e non possiamo che esserne più che soddisfatti.

LA SOSTANZA RIMANE E SI VEDE

Il gameplay roguelike trasmette un’adrenalina fuori dal comune, è capace di catturare l’attenzione del giocatore più esperto e di far affezionare il casual player, ogni tentativo di fuga dà la possibilità di sperimentare e cambiare totalmente approccio: che si ricorra a tecniche di farming, di potenziamento delle abilità e all’acquisto di armi e oggetti; il punto forte del gameplay è l’adattamento a seconda del giocatore, ognuno può infatti apprendere nuove tattiche oppure esercitarsi in quelle che già conosce; anche dopo aver concluso, ci sono molte cose da raccogliere per essere completi al 100%.

Le meccaniche rimangono le stesse tra la versione PC e quella console, il lavoro di cambiamento si vede principalmente nell’interfaccia e nel layout dei controlli, migliorati e più intuitivi di primo impatto; per quanto riguarda le prestazioni grafiche su PS4 e Xbox One, la risoluzione rimane stabile sui 1080p (Full HD) a 60 frame per secondo e, come purtroppo annunciato in precedenza, non vi è la possibilità di sfruttare (almeno inizialmente) il cross-save, cioè il salvataggio tra diverse piattaforme, su console, come invece è stato reso disponibile poco dopo il lancio su Nintendo Switch col primo porting.

È bene rimarcare il fatto che per proseguire nell’avventura bisognerà faticare e acquisire in sé il vero e proprio concetto di “game over”. Ne vediamo tanti nel corso del gioco e ognuno potrà sembrare più frustrante del precedente finché non si apprenderà che l’anima del titolo è quella di ripetere la fuga il maggior numero di volte: solo così arriveremo a ottenere oggetti unici e abilità sempre più potenti (oltre che sbloccare linee di dialogo diverse con gli NPC), il sistema di combattimento fluido e dinamico, inoltre, è lodevole nella sua semplicità, con la giusta immersività si va a comporre il connubio più adatto ad ogni giocatore e la build che rispecchia un modo di giocare rispetto ad un altro, il tutto, per l’appunto, a vantaggio della rigiocabilità; quando completeremo il gioco, con la sconfitta del boss finale, Hades mostrerà la sua vera natura e da li sarà tutto in discesa (o in salita, dipende dai punti di vista): si andrà difatti a prendere una confidenza stretta col titolo e le sue risorse, si vorranno provare armi diverse e si punterà ad una sfida più ardua grazie alla difficoltà crescente ad ogni tentativo riuscito di fuga.

Riprendendo il discorso delle armi, queste saranno sbloccabili tramite chiavi ottenibili all’interno della dimora di Ade, nell’arena di addestramento, ed ognuna tra le 6 disponibili ci conferirà diversi poteri: inizialmemte maneggeremo la potente spada Stygius, arma a distanza ravvicinata con danno ad area e colpi veloci; successivamente sarà il turno, in ordine di chiavi richieste, dell’arco Coronacht (con colpi infiniti e danno discreto dalla lunga distanza), dello scudo Aegis (dedicato a una solidissima difesa) e della lancia Varatha (da lancio, richiamabile, e a corto/medio raggio) per poi aver la possibilità di utilizzare le due migliori e più avanzate armi per potenza e funzionalità: i Magli Gemelli Malphone (doppi pugni devastanti in forza e molto veloci) e il Rostro d’Adamante (un inaspettato fucile automatico con un secondo attacco che sfutta missili calibrati); le 3 varianti disponibili per ciascuna arma rendono poi il gioco ancora meglio vivibile.

Ciò che caratterizza il gioco è la gestione delle zone sulla mappa, ognuna diversa dalle altre ma collegata ad esse tramite porte speciali che possono venir aperte solamente sconfiggendo tutti i nemici nella stanza in cui ci si trova (generati casualmente in tipologia e numero); la stanza seguente poi conterrà un certo “premio” visualizzabile proprio sulla porta prima di accedervi e potrà essere: una chiave Ctonia (per armi), la Tenebra (cristalli per potenziamenti), moneta utilizzabile nel negozio di Caronte (in cui prendere oggetti ad utilizzo limitato, oltre che miglioramenti per ciò che già abbiamo), vita extra (che ricordiamo non essere rigenerabile sempre nella mappa) o doni degli dei.

Parlando dei regali dagli olimpici, questi saranno a tema in base alla divinità che ci offrirà il suo aiuto e appariranno secondo anche ad una certa rarità che può essere classico, raro, epico, eroico e leggendario; coloro che forniranno doni a Zagreus sono quindi: Afrodite (Debolezza ai nemici per 3 secondi per ridurre il danno che possono infliggere), Ares (i doni infliggono maledizioni e aumentano il danno), Artemide (migliora abilità di lancio e aumenta possibilità di danni critici), Atena (capacità di deviare ogni tipo di colpo), Demetra (acquisizione di abilità basate sul congelamento), Dioniso (gli attacchi infliggeranno danni costanti), Poseidone (respingimento e contraccolpo per le nostre abilità), Zeus (vari attacchi elettrici con colpi a catena), Chaos (impone una scelta fra 3 potenziamenti al costo di malus e punti vita) ed Ermes (supporto alle altre abilità).

Alcuni bonus extra sono inoltre ottenibili sotto forma di Mementi offerti a Zagreus da parte di ogni tipo di NPC presente nel gioco; per padroneggiarlo, infatti, si dovranno sfruttare questi oggetti speciali ed ottenere dei bonus fissi molto importanti per portare a compimento i tentativi di fuga, essi poi permettono anche al giocatore di gestire l’apparizione o meno delle divinità, una funzione essenziale per manovrare in maniera attiva ogni meccanica di Hades.

Questi strumenti possono essere equipaggiati (previo ottenimento tramite scambi di nettare con i personaggi sulla mappa) nell’arena in cui si troveranno anche le armi e rimarranno in mano nostra tutto il tempo del tentativo di fuga, consentendoci oltretutto di aumentarne il livello man mano che si prosegue; si tratta di tanti Mementi e perciò sarà necessario ripetere più volte la storia (alcuni si otterranno dopo aver finito la storia diverse volte), per questo motivo vi invitiamo a rimanere aggiornati nei prossimi per le guide che verranno realizzate su Hades.

Le gemme sono un ulteriore aspetto da non sottovalutare, esse potranno venir spese dall’Appaltatore dell’Ade: un’entità dedita a ristrutturare l’oltretomba su ordine di Ade e dietro, appunto, nostro pagamento; le fontane (capaci di farci recuperare vita) sono sbloccabili proprio in questi modo, recandosi nella sala di Ade dopo alcuni tentativi falliti di fuga, oltre a ciò però, la gran parte dei miglioramenti saranno solo estetici e non arricchiranno in maniera significativa il gameplay, ma lo renderanno visivamente più bello!

Un pregio non da poco è sicuramente il comparto sonoro, una colonna sonora costante e piacevole da ascoltare in combinazioni ai suoni ambientali misti a canzoni vere e proprie; insomma, una proprietà che lascia il segno e permette di ricordare momenti profondi del gioco in associazione all’ascolto della musica assegnata ai personaggi.

Certamente i difetti possono arrivare soprattutto per una grande fetta di pubblico, che potrebbe prediligere un tipo di gameplay rilassante rispetto ad uno che, come in questo caso, richiede un discreto livello di impegno e ciò è comprensibile, ma ciò nonostante, non ci sentiamo di considerare la difficoltà un grosso difetto in quanto il team di sviluppo ha puntato su questa strategia proprio per far creare ad ogni utente il proprio stile di gioco.

Quanto alla giocabilità infine, nessun neo può togliere ad Hades i propri meriti, ci ha colpiti la capacità di farci rimanere attaccati allo schermo anche dopo molti tentativi, pregio non da poco per il genere in cui si colloca il gioco, il che conferma anche per questa versione la promozione a pieni voti.

UNO SGUARDO ALLA VERSIONE PS5

Sezione a cura di A. Peroni

Grazie alla nostra avvenenza, Supergiant Games ci ha dato la possibilità di fruire di Hades anche in versione PlayStation 5, e dunque eccoci qui a discutere anche di tale iterazione del gioco.

Nella forma, ovviamente, Hades non cambia nulla. Il titolo mantiene tutte le sue feature e la sua immensa costruzione dell’esperienza di gioco, che nonostante la ripetitività diventa paradossalmente una tra le più varie in circolazione grazie alla sapiente mano degli sviluppatori che tra armi, mementi, poteri e chi più ne ha più ne metta, hanno dato forma a qualcosa in grado di cambiare nel tempo senza perdere la sua identità. Per fare un paragone con una produzione più recente, è inevitabile avvicinare Hades a Returnal, il roguelike di Housemarque che ha stupito e che è stato in grado, anche nel suo caso, di rilanciare il genere con un titolo superlativo.

Sul fronte squisitamente tecnico, Hades mantiene saldi i suoi 60fps anche su PS5, con la risoluzione portata al 4K. Nulla da eccepire, insomma, anche per questa versione del gioco, tuttavia ci sarebbe piaciuto vedere una maggiore implementazione per quanto riguarda le feature del DualSense della console Sony, brutalmente dimenticato o più probabilmente tralasciato in fase di porting del titolo. L’esperienza tattile, tra PS4 e PS5, non cambia infatti di una virgola, se non in frangenti più unici che rari che vanno a inficiare sui trigger adattivi.

PUNTI DI FORZA

  • Trama interessante, nonostante il genere
  • Gameplay molto dinamico
  • Musica perfettamente a tema
  • Buon livello di difficoltà anche per i giocatori più esperti

PUNTI DEBOLI

  • Diventa inevitabilmente ripetitivo, per definizione
  • La versione PS5 non sfrutta in alcun modo il DualSense

Come con la prima versione del gioco, il divertimento di Hades è tanto e lascia un senso di soddisfazione non appena il gioco giunge al termine, il che porta ossessivamente a ricominciare l’avventura alla ricerca di una sfida in più.

In conclusione, se già non si fosse capito in precedenza, consigliamo fortemente la prova del porting tra i più riusciti della sua categoria: il bilanciamento delle meccaniche, la difficoltà e (praticamente) tutto è al posto giusto e vi farà sentire nel miglior inferno che possiate immaginare.

Ringraziamo Supergiant Games per il codice fornito per la recensione.

Scritto da
Marco "Connor" Corazza

Videogiocatore dall'infanzia, dalla fine degli anni '90, fino ad arrivare ai titoli più recenti. Dal PC alla console, una vita basata su questo mondo, appassionato di trame fitte e giochi in team.

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