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[Recensione] Verses of Enchantment

In queste calde giornate estive non sempre si ha voglia di cimentarsi in passatempi complessi. Per chi, anche sul fronte videoludico, cerca qualcosa di non troppo impegnativo ma sicuramente ispirato consigliamo Verses of Enchantment, un gioco di carte ambientato in una landa imprecisata del XVIII Secolo. Arte, poesia e intelligenza artificiale si fondono in questo interessante titolo sviluppato da Nachtvlam, uno studio di origine belga che ha come fulcro del suo lavoro il connubio tra storia e nuove tecnologie.

Scopriamo insieme Verses of Enchantment in questa recensione, noi ci abbiamo giocato un bel po’ tra un pisolino e l’altro durante la nostra pausa estiva!

La bellezza dell’arte Neoclassica

Verses of Enchantment, nella sua semplicità, è una piccola chicca. Disponibile su Steam dal 1 agosto 2023, il gioco risulta subito d’atmosfera soprattutto grazie allo stile grafico asciutto ma efficace e grazie alle musiche di accompagnamento orecchiabili e piacevoli.

Il nostro personaggio si muove sulla mappa del mondo di gioco (sempre più ampia mano a mano che si ottengono nuove carte) grazie a degli appositi punti che si consumano ad ogni “passeggiata” tra un luogo e un altro. Si possono acquistare nuove provviste per continuare a viaggiare grazie al denaro ottenuto in ricompensa una volta che si vince una partita a carte. A ogni vittoria infatti, si può scegliere tra l’accaparrarsi una somma di denaro o una nuova carta per il proprio prezioso deck. Come in una sorta di Gioco dell’oca, se si capita sulla stessa casella di un altro personaggio c’è la possibilità di ascoltare un suo breve dialogo e di affrontarlo (anche più volte) in un combattimento a suon di carte magiche. Ogni volta che decideremo di spostarci da una “casella” all’altra della mappa però, anche i nostri avversari si muoveranno, bisognerà quindi attendere o calcolare bene le nostre mosse per intercettarli senza esaurire le provviste necessarie per il viaggio.

La particolarità di Verses of Enchantment sta nell’utilizzo costante di opere d’arte Neoclassica per rappresentare i personaggi e le carte da gioco: si tratta di quadri più o meno noti dai quali vengono estrapolati vari dettagli (il viso di un personaggio particolarmente espressivo, un oggetto) che vanno a costituire gli elementi del gioco. Per fortuna esiste anche una apprezzatissima gallery che riporta tutti i quadri utilizzati (sono davvero tantissimi), una sorta di museo digitale.

L’AI incontra la poesia

Venendo al puro gameplay, al centro di tutto sta la costruzione del proprio deck: si parte con poche carte, ma vincendo le partite potremo accaparrarcene altre ben più utili così da rendere i nostri scontri più vari e avvincenti.

Le carte si suddividono in diverse tipologie, alcune ci permetteranno semplicemente di attaccare abbassando i punti vita dell’avversario, altre invece infliggeranno status negativi o positivi: il tutto ha un tono aulico, poetico. Ogni carta infatti è riconducibile a una particolare categoria di parole che rimandano più alla sfera della passione, della natura, dell’ego, della luce o dell’oscurità (per orientarsi ci vengono in aiuto i colori). A seconda delle carte che utilizziamo l’AI crea una poesia: l’accumularsi di determinate parole della stessa categoria in un’unica poesia ci permetterà di “attivare” l’effetto di alcune carte del nostro deck.

La partita si gioca quindi a suon di cuori spezzati, fonti rinfrancanti e sospiri che, nel concreto, corrispondono a carte di diverso tipo: potremo  giocarcela ripristinando i nostri punti vita, aggiungendo carte alla nostra mano o togliendone all’avversario, infliggendo un danno costante a ogni turno eccetera.

Si tratta di un sistema semplice e immediato, che tuttavia dà le sue soddisfazioni. L’obiettivo è sempre lo stesso, sbarazzarsi dei 100 punti vita dell’avversario prima che lui faccia lo stesso a noi.

Un gioco rilassante e coinvolgente… per chi sa l’inglese

Verses of Enchantment è un roguelike di deck building immediato e senza pretese, che sa mettere sul piatto delle idee piuttosto originali e che, nel complesso, risulta molto godibile soprattutto mano a mano che si aggiungono nuove carte al proprio deck. Per gli amanti dell’arte è una chicca, le poesie che si vengono a creare turno dopo turno invece sono interessanti solo all’inizio, poi si tende semplicemente a concentrarsi sulla partita ignorando i versi scritti dal’AI. Non è certo un gioco dall’ampia longevità, ma dà comunque modo di passare una manciata di ore all’insegna del relax e del divertimento.

Purtroppo al momento il titolo è unicamente in inglese, quindi avere una buona conoscenza di questa lingua è fondamentale, soprattutto per comprendere il significato dei versi generati dall’intelligenza artificiale. Nel caso non abbiate problemi in tal senso, ve lo consigliamo senza troppe riserve.

Punti di forza:

  • Le opere artistiche sono tante e utilizzate in modo pregevole
  • Il gioco di carte è semplice ma riesce a intrattenere
  • L’ottimo sottofondo musicale

Punti deboli:

  • Non aspettatevi un gran livello di sfida o particolare varietà
  • Interamente in inglese

Siete degli appassionati d’arte? Amate la poesia e i giochi di carte? Cercate un passatempo rilassante per queste settimane estive? Verses of Enchantment potrebbe fare al caso vostro, a patto che abbiate una buona conoscenza della lingua inglese. Lo stile grafico e l’immediatezza del gameplay ci portano a consigliarvelo, noi ci abbiamo fatto svariate partite tra un pisolino estivo e l’altro.

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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