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[RECENSONE] Children of Silentown

Children of Silentown è un interessante progetto tutto italiano (un po’ come Soulstice, di cui ci siamo occupati di recente): non vi consigliamo di provarlo solo per ragioni patriottiche, ma perché si tratta di un buon punta e clicca, ricco di puzzle sui quali arrovellarsi e caratterizzato da uno stile grafico identificativo. I disegni infatti sono ad opera di Francesca Presentini, che forse molti di voi conosceranno come Fraffrog. L’artista si è occupata anche della storia, che tratta di bambini, di mostri e di vincere la paura dell’ignoto.

Scopriamo insieme nei dettagli pregi e difetti di Children of Silentown in questa recensione priva di spoiler: il titolo è in arrivo l’11 gennaio!

Versione provata: PS5

La città silenziosa, il bosco, i mostri

Silentown è, almeno a prima vista, un ridente villaggio immerso nel verde. I suoi abitanti però vivono nella paura già da diverse generazioni: impossibile avvicinarsi ai boschi che costeggiano la cittadina, poiché di notte dalla vegetazione incombono pericoli misteriosi. I mostri rapiscono le persone, le portano nel folto della foresta e allora tutto è perduto: nessuno è mai tornato dalla foresta, chi vi si addentra di notte è considerato morto dal resto dei paesani.

Di giorno, nonostante il pericolo sia minore, è comunque difficile dimenticare la paura: i manifesti ricordano le persone scomparse, gli strani suoni animaleschi che provengono dalle propaggini delle piante ricordano a tutti di correre a casa il più presto possibile.

Se la maggior parte degli adulti cerca di vivere seguendo le regole, nel modo più sicuro possibile, si sa che per i ragazzini è sempre più difficile non incuriosirsi, non lasciarsi tentare dal desiderio di saperne di più. Perché nessuno cerca le persone scomparse? Perché a volte, di notte, si sentono degli strani canti? E come sono fatti questi mostri? Sono le domande che si pone Lucy, la bambina protagonista di Children of Silentown.

Si tratta di una favola dark dalle atmosfere che ricordano lo stile di Tim Burton, a partire dai personaggi stilizzati, con grandi occhi bianchi. La trama, nella sua semplicità, riesce ad avere i suoi guizzi interessanti e a incuriosire. Insomma, che diavolo succede in quella foresta?

I puzzle, i rompicapi… la frustrazione

Children of Silentown presenta un buon livello di sfida: potrebbe sembrare troppo semplice soprattutto nelle fasi iniziali per i veterani dei punta e clicca, ma progredendo nelle circa 8 ore necessarie a terminare il titolo si scoprono puzzle sempre più complessi.

In generale nulla di troppo complicato, a parte un particolare tipo di enigma ricorrente a ingranaggi: un vero incubo. Ci vuol poco a incappare nella frustrante sensazione di non capirci nulla.

Lucy infatti non solo dovrà parlare con gli altri cittadini, trovare, combinare e utilizzare oggetti per risolvere varie situazioni, ma avrà anche a sua disposizione alcune canzoni che, come per magia, le permetteranno di leggere i pensieri dei personaggi, svelare misteri e modificare elementi dello scenario. Per rivelare le elucubrazioni dei cittadini di Silentown o aprirsi la strada, sarà infatti necessario risolvere tre tipi differenti di puzzle ricorrenti che diventano più complicati col proseguire della storia. Il gioco inserisce anche qualche enigma unico, per movimentare il tutto.

La maggior parte delle volte la soluzione è lì davanti al naso. I passaggi finali del titolo, in termini di gameplay, sono sicuramente i più interessanti: se si arriva fino alla fine è perché ormai si conoscono le logiche a menadito, è quindi possibile godersi gli ultimi puzzle e risolverli con grande soddisfazione.

Ci saremmo aspettati qualcosa di più dalla conclusione della trama invece, che lascia presagire tanto ma si perde un po’ per strada. In generale comunque Children of Silentown resta un bel progetto: lo stile grafico e le musiche sono molto piacevoli, la longevità è perfetta per intrattenere senza arrivare ad annoiare.

Punti di forza:

  • Storia basilare ma che incuriosisce
  • I disegni di Fraffrog
  • Enigmi semplici ma soddisfacenti…

Punti deboli:

  • …tranne quel dannato puzzle con gli ingranaggi!
  • Il finale della storia sembra un po’ affrettato

Children of Silentown è un punta e clicca tutto italiano, dalla storia semplice che sa incuriosire. I puzzle consistono in alcuni enigmi ricorrenti, che aumentano di difficoltà durante l’avventura, e altri rompicapi ambientali che comprendono il dialogare con i personaggi, recuperare oggetti, combinarli e utilizzarli per proseguire. Nonostante un enigma particolarmente frustrante e una trama che perde di consistenza nell’ultima parte del gioco, si tratta di un buon titolo che non arriva ad annoiare grazie anche alla sua durata contenuta. Cosa si annida davvero nei misteriosi boschi di Silentown? Dove vanno a finire le persone scomparse? Che le indagini abbiano inizio!

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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  • spero incrementano una DLC al più presto che spiega la storia della foresta, chi è la vecchia pazza (secondo me la strega che ha fatto una specie di maledizione al villaggio) perche la madre di lucy è voluta andare nella foresta (cosa o chi stava cercando?!) insomma, che facciano un DLC aggiuntivo alla time-line principale (chessò un flash-back?) qualcosa che spiega e vada a riempire i vari buchi di trama presenti ed evidenti nel gioco. tra cui alcuni finali.. soprattutto il bad ending e il normal ending (che la paura ti rende cieco, ok ci sta’ – ma essendo che il padre è cresciuto e ha vissuto e ha visto prima della figlia cos’è successo alla sorella, poteva almeno spiegare a lucy il “mistero”) il fatto che la gente tende a “perdere i ricordi o la memoria” anche questo punto va’ spiegato – una persona che ha paura ricorda benissimo!
    (anche se per difesa lo nascondi, prima o poi il brutto ricordo torna alla mente di chi lo ha vissuto) e poi come ha fatto lucy a riconoscere la madre? per lo spettatore lei è insieme ad un lupo bianco (che credeva fosse un mostro) punto. fine. – tutto questo “what if..” è molto forzato e insensato, potevano spenderci un ora in più per spiegare tante cose (anche tramite ricordi, messaggi nascosti, flash-back etc) altrimenti resta e rimane una trovata pubblicitaria x fra-frog (e me ne dispiace tanto)

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