Elon Musk ha lanciato ufficialmente Grokipedia, la nuova enciclopedia online generata da intelligenza artificiale che ambisce a diventare una versione “più libera e imparziale” di Wikipedia. Il progetto, firmato xAI, la società fondata da Musk nel 2023, si presenta come una piattaforma “costruita per cercare la verità senza censure”.
Dopo un breve momento di down, probabilmente dato da un sovraccarico dei server, Grokipedia è tornato online ed è ora disponibile. Naturalmente, questo annuncio ha generato molta curiosità e, di conseguenza, anche polemiche. Il motivo è presto detto.

Un’enciclopedia scritta dall’intelligenza artificiale
Grokipedia è interamente generata e gestita da Grok, il chatbot AI già integrato su X (ex Twitter). Ogni voce è scritta, aggiornata e contestualizzata dall’intelligenza artificiale, che attinge ai contenuti pubblici del web e alle conversazioni in tempo reale sulla piattaforma di Musk.
L’obiettivo dichiarato è creare un archivio di conoscenza “aggiornato in tempo reale e privo di filtri ideologici”. Alla prima apertura, la homepage mostrava un’interfaccia essenziale: titolo “Grokipedia v0.1”, una barra di ricerca e un contatore di circa 885.000 articoli — numeri ancora lontani dagli oltre 8 milioni di Wikipedia, ma che testimoniano l’ambizione del progetto.
La domanda, lecita da porsi è: se Grok è stato addestrato su determinati dati (e continua ad esserlo attraverso la miriade di informazioni che xAI ottiene tramite il social X), è davvero “privo di filtro ideologici”? Il buon senso ci direbbe di no.
Un punto di vista “alternativo”
Musk ha più volte accusato Wikipedia di avere una linea editoriale troppo “progressista” e di presentare i fatti attraverso una lente ideologica. Grokipedia nasce proprio come reazione a questa percezione: un’enciclopedia che, secondo Musk, mira a riportare l’equilibrio e a fondarsi su un approccio più diretto alla verità.
Tuttavia, i primi utenti che sono riusciti a esplorare il sito hanno notato toni e formulazioni più vicine alla visione del suo fondatore. Le voci trattano temi scientifici, tecnologici e politici, ma alcune definizioni mostrano un’impostazione più rigida e conservatrice rispetto alle versioni di Wikipedia.
La stessa pagina dedicata a Elon Musk, per esempio, descrive l’imprenditore come un “visionario impegnato a salvaguardare la coscienza umana e a costruire una civiltà multi-planetaria per garantire la sopravvivenza della specie”, un tono più epico che enciclopedico.
Dalla libertà d’espressione alla “libertà d’informazione”
Negli ultimi anni, Musk ha cercato di trasformare X in una piattaforma all’insegna della libertà d’espressione. Con Grokipedia, il concetto si espande: libertà anche nel modo in cui la conoscenza viene prodotta e condivisa.
Secondo le dichiarazioni diffuse nelle settimane precedenti al lancio, l’obiettivo di xAI è costruire un sistema capace di comprendere l’universo e di eliminare la propaganda e le distorsioni narrative presenti nei media tradizionali.
L’idea di un’enciclopedia alimentata da un modello linguistico è, in sé, rivoluzionaria: Grokipedia può aggiornarsi continuamente, analizzando i dati di milioni di post e articoli. Ma è anche rischiosa. I modelli di intelligenza artificiale non sono infallibili e, senza una revisione umana, possono commettere errori, amplificare fake news o interpretare male informazioni sensibili. E continuiamo a pensare che sia difficile non avere dei bias, se del testo viene prodotto (predicendo token) sulla base di dati che, da qualche umano con filtri ideologici, dovranno pur arrivare.
Una nuova tappa nel piano di Musk
Grokipedia si inserisce perfettamente nella filosofia di Musk: usare l’intelligenza artificiale non solo come strumento tecnico, ma come mezzo per ridefinire l’ecosistema informativo. Dopo aver rivoluzionato settori come l’automotive con Tesla e l’aerospaziale con SpaceX, il miliardario punta ora alla conoscenza stessa come nuovo terreno di conquista.
Che Grokipedia riesca davvero a sfidare Wikipedia è ancora tutto da vedere. Per ora, il progetto è in una fase embrionale, ma rappresenta l’ennesimo segnale di come Musk stia cercando di costruire un ecosistema AI completo, dove informazione, comunicazione e creatività convivono sotto un’unica visione: la sua. Questo è un bene? Sta a voi deciderlo.
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