Il prezzo dei videogiochi potrebbe presto raggiungere una nuova soglia critica. Secondo Greg Reisdorf, ex creative director del comparto multiplayer di Call of Duty, l’arrivo di titoli venduti a 100 dollari è ormai inevitabile: non resta che attendere chi farà il primo passo, e quel momento potrebbe essere più vicino del previsto.
Il tema è al centro del dibattito da mesi, in un contesto in cui l’attuale generazione ha già assorbito lo standard dei tripla A a 80 euro e sta iniziando a confrontarsi con listini da 90 euro, come dimostrano alcuni giochi fisici annunciati per Nintendo Switch 2. In uno scenario segnato dalla crisi del mercato videoludico e dall’aumento costante dei costi di sviluppo, il prossimo “scalino” sembra dunque essere quello dei 100 dollari, che in Europa potrebbe tradursi in un prezzo superiore ai 100 euro.
“Prima o poi arriverà il gioco da 100 dollari, solo che nessuno vuole essere il primo a farlo”, ha dichiarato Reisdorf in una recente intervista. “Tutti gli editori stanno aspettando. The Outer Worlds era stato etichettato con un prezzo di 80 dollari senza che nemmeno il team di sviluppo ne fosse a conoscenza”.
Il riferimento è alla decisione iniziale di Microsoft di lanciare The Outer Worlds 2 a 80 dollari, un primo esperimento per Xbox Game Studios poi rapidamente accantonato. Dopo le forti polemiche, il prezzo è infatti tornato allo standard dei 70 dollari.
Secondo Reisdorf, il candidato ideale a inaugurare l’era dei videogiochi da 100 dollari sarebbe Grand Theft Auto VI. “Sono sicuro che GTA 6 potrebbe farlo e avere comunque un successo strepitoso. Tutti sarebbero entusiasti, perché sarà un prodotto di qualità”, ha affermato.
L’ex director sottolinea come titoli di questa portata offrano un’enorme quantità di contenuti, dal single player al multiplayer, fino al supporto online continuo. “Si ottiene ciò per cui si paga. GTA Online è mastodontico, con server e infrastrutture che comportano costi elevati per essere mantenuti”.
Se un colosso come GTA 6 dovesse riuscire nell’impresa, lo standard dei 100 dollari potrebbe rapidamente diffondersi anche ad altre serie di punta, come Call of Duty. Un’ipotesi che apre interrogativi pesanti sul futuro del mercato e sulla sostenibilità dei prezzi per i giocatori, sempre più chiamati a fare i conti con un’industria in trasformazione.
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