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Citadel 1×05, recensione

Scadendo in qualche cliché di troppo, Citadel va avanti. O meglio, vanno avanti le questioni relative ai vari personaggi, perché, a conti fatti, la trama è ormai ferma da un paio di episodi, quinta puntata compresa. E ora la fase di stallo, che vuole tenere a galla la narrazione con continui colpi di scena, sta iniziando a stancare.

Sì perché il buon Mason Kane (Richard Madden) si ritrova come lo spettatore, o addirittura peggio, a rimbalzare di fronte ai continui cambi di prospettiva, l’idea che chi gli sta accanto non sia chi dice di essere, e che la sua amnesia forzata sia solo un pretesto per continuare a confondergli le idee. A fronte di questo episodio, anche noi in effetti ci siamo chiesti se Citadel non ci stia di nuovo prendendo in giro: Manticore è la vera minaccia? Cosa nasconde l’agenzia? E cosa nasconde soprattutto Bernard (Stanley Tucci)?

La serie continua a mantenere il suo fascino, ha abbastanza potenziale da interessarci nonostante lo scivolone, ma la parte centrale si sta inevitabilmente arenando verso un’ossessiva ricerca del plot twist. L’ultimo riguarda Nadia (Priyanka Chopra Jonas), che in effetti si sapeva da tempo avesse qualcosa da nascondere. Per ora, l’ennesima rivelazione sul passato degli agenti di Citadel non rappresenta una forzatura narrativa, quanto piuttosto un’esagerazione in termini di gestione della storia. E l’episodio, incredibile ma vero, si chiude con un altro ribaltone che promette grandi cose.

Il fatto è che il quinto episodio non è stato in grado di gestire i pochi risvolti davvero significativi della storia, scivolando su una buccia di banana. C’è una morte, abbastanza significativa per quello che ci è stato raccontato finora, ma davvero possiamo dire di essere sorpresi per l’uscita di scena di questo personaggio? L’impressione è che, con o senza di esso, la storia sarebbe andata esattamente nello stesso modo.

Appuntamento alla prossima settimana, quando, speriamo, Citadel tornerà sui binari giusti.

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Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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