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5 cose che vogliamo da Call of Duty: Black Ops Cold War | Speciale

Ormai ci siamo, mancano circa 24 ore all’attesissimo reveal di Call of Duty: Black Ops Cold War che coinvolgerà Warzone con un evento speciale (qui trovate tutti i dettagli).

Con questo nuovo capitolo del popolare franchise di Activision, tornerà in scena Treyarch, software house molto cara ai giocatori per aver creato una delle saghe più intriganti e appassionanti del mondo degli sparatutto, oltre che aver dato i natali a quella famosa modalità Zombies che da anni tiene incollati una folta community sempre in spasmodica attesa di sapere quale direzione prenderà questo franchise.

Nonostante il reveal di Black Ops Cold War non sia ancora avvenuto, conosciamo parecchi dettagli sul gioco, dall’ambientazione storica alla presenza di una sorta di ecosistema condiviso tra le tre modalità di gioco, alle quali si affiancherà poi anche Warzone che, inevitabilmente, proseguirà il suo ciclo vitale anche con COD 2020 e sulle console di nuova generazione.

Voi, però, ci conoscete. Siamo fan di vecchia data di Call of Duty, lo abbiamo visto nascere e crescere, e abbiamo soprattutto visto il percorso evolutivo di Treyarch che ci ha lasciato con l’amaro in bocca su Black Ops 4, per quello che poteva essere quel titolo e per quello che invece non ha saputo essere. Con il cuore ricolmo di speranze, abbiamo deciso non tanto di dare fiducia incondizionata alla software house di Santa Monica – quella no, va conquistata – quanto invece di raccogliere un po’ di idee e parlarvi di 5 cose di cui Call of Duty: Black Ops Cold War, secondo noi, non potrà fare a meno. Per bissare il grande successo di Modern Warfare, certo, ma anche e soprattutto per non ripetere gli stessi e gravi errori di Black Ops 4, ancora oggi ricordato come un grosso anello debole della catena della serie.

UNA DIREZIONE E UN SUPPORTO BEN DEFINITI

Cominciamo con quella che è forse la “componente”, per così dire, più importante tra tutte. Il metro di paragone di questo nuovo Black Ops Cold War non è solamente il reboot di Modern Warfare del 2019 che ha rilanciato con grandi risultati il nome del brand, ma anche e ovviamente il precedente targato Treyarch: Black Ops 4. Annunciato nella primavera del 2018 con tanti paroloni e molte aspettative, ecco che nella classica finestra autunnale – in realtà alcune settimane prima del previsto, per non scontrarsi con un certo Red Dead Redemption II – Black Ops 4 arriva sul mercato comprensivo di una classica modalità multiplayer, il ritorno dell’amata variante survival Zombie (ne parleremo successivamente) e la prima battle royale della storia di Activision, Blackout. Nonostante alcune critiche e dubbi, che come ogni anno accompagnano il lancio di un nuovo capitolo della serie Call of Duty, la partenza di Black Osp 4 è stata incoraggiante, e per i giocatori si prospettava un futuro decisamente roseo.

Poi, succede qualcosa. Qualcosa che evidentemente va oltre la nostra comprensione, qualcosa che non è ben chiaro, qualcosa che però, in poche parole, devasta il divenire di Black Ops 4. Secondo report mai confermati da Activision ma che sono stati confermati da più fonti, e soprattutto mai smentiti dai diretti interessati, all’inizio del 2019 il colosso americano inizia a sorvegliare duramente Sledgehammer Games, al lavoro su Call of Duty 2020. Il gioco, dopo i primi test, non convince i vertici dell’azienda, che decide di affiancare Raven come co-sviluppatore. Passano ancora un paio di mesi e niente da fare, COD 2020 proprio non piace. All’inizio della primavera, ecco quindi che in casa Treyarch arriva una comunicazione che rovina completamente i piani della software house, a meno di 6 mesi dal lancio del loro ultimo gioco: Black Ops 4 può essere lasciato in disparte, la priorità ora è quella di mettere una pezza al videogioco del 2020 ed evitare di farsi trovare impreparati.

Una scelta obbligata per Activision, evidentemente. Il lancio di Call of Duty è un momento troppo importante per le casse della società, e ritrovarsi con nuovi passi falsi come Infinite Warfare non è contemplato. Il problema, semmai, è un altro: con questa decisione, Black Ops 4 è stato letteralmente lasciato al suo destino. Al di là delle classiche mappe multigiocatore e delle restanti 3 mappe Zombie già pianificate, l’organizzazione di Treyarch e del gioco intero subiscono un durissimo colpo. La campagna promozionale sembra arrestarsi – ricordiamo i reveal trailer dei nuovi contenuti pubblicati addirittura dopo il lancio di questi – le innovazioni si contano sulle dita di una mano, e il personale ormai sottodimensionato deve fare gli straordinari per non perdere la faccia, come dimostrano le cutscene realizzate a fumetti “in stop motion” per la grande conclusione della Storia Etere. Come era facile prevedere, e come è giusto che sia, la seconda parte del ciclo vitale di Black Ops 4 è stata caratterizzata da tante critiche e tanti giocatori delusi, se poi pensiamo che la modalità sulla quale Treyarch e Activision più puntavano, Blackout, ha avuto un trattamento davvero pessimo. C’è ben poco da aggiungere o da specificare, quello che pretendiamo da Call of Duty: Black Ops Cold War è chiaro: una direzione e un supporto ben definiti, e senza ripensamenti improvvisi.

UNA CAMPAGNA AVVINCENTE E INTRIGANTE

La presenza di una campagna single player è ormai certa, ma non era così scontata fino a poche ore fa. Basti pensare che su Black Ops 4 Treyarch decise di farne a meno, nonostante esistano prove che dimostrano come questa campagna fosse in fase di sviluppo – poi abbandonata per passare alla creazione di Blackout su ordine di Activision. Quello che chiediamo, però, non è una semplice storia ambientata nella Guerra Fredda e nelle più disparate location, tra operazioni segrete e altre decisamente meno.

Call of Duty: Black Ops, il primo capitolo della saga Treyarch, viene riconosciuto universalmente come un notevole passo avanti nella realizzazione e rappresentazione di una storia, quella di Alex Mason, capace di sorprendere dall’inizio alla fine. I giocatori della serie, fino a quel momento, erano ormai abituati a proposte standard: una guerra mondiale (o qualcosa di molto simile), con eserciti di varie nazioni che vengono chiamati a vincere battaglie in ogni dove. Certo, con l’avvento di Modern Warfare si iniziò a dare molta più personalità ai protagonisti, in modo tale che il giocatore potesse appassionarsi a loro. Con Black Ops, però, le cose si fecero molto più profonde, diverse e mature. Il mistero dei numeri e del Nova 6, i grandi intrighi internazionali, il forte legame con figure e fatti storici che finalmente esulavano dalla solita, trita e ritrita Seconda Guerra Mondiale. Un thriller, più che un videogioco di dura e cruda azione. Fu grazie anche a questo che Black Ops si impose sin da subito come un marchio fenomenale e fondamentale, e dopo tutti questi anni è giunto il meritato momento per i giocatori di assaporare una nuova grande esperienza di questo tipo.

MODALITÀ ZOMBIES RICCA

Voi lo sapete, qui su Uagna.it e UAGNA TV siamo grandi appassionati della modalità Zombies. L’essenza stessa del nostro canale YouTube prese forma grazie a classici come Kino der Toten e Five, per poi ovviamente espandersi all’intero mondo dei videogiochi nel corso degli anni. La speciale modalità survival ideata da Treyarch nel lontano World at War, però, ci è sempre rimasta nel cuore, come dimostra il lancio alcuni giorni fa del nostro progetto più ambizioso, LA STORIA ZOMBIE 4 – IL FILM, che conclude la lunghissima catena di eventi della Storia Etere.

Ora, non siamo tanto qui a discutere di cosa accadrà in termini di storyline su Black Ops Cold War, quanto piuttosto a quale direzione, secondo noi, deve prendere lo sviluppo di questo particolare contenuto. Già sapendo che gli Zombie torneranno a infestare Call of Duty 2020 dopo l’anno (meritato) di pausa su Modern Warfare, ciò che più ci preme di questo discorso è il supporto che la modalità avrà sul nuovo videogioco della serie. Poco importa se questa sarà incentrata sulla Storia Caos introdotta su Black Ops 4, o se proporrà qualcosa di inedito, o se ancora riuscirà in qualche modo a riportare in scena i personaggi della Storia Etere che, in via teorica, sono però ormai sepolti.

Quello che chiediamo da questa nuova modalità Zombies di Black Ops Cold War è qualità, tanta qualità, ma anche quantità. E amore, soprattutto, verso questa esperienza che ha fatto innamorare milioni di videogiocatori e che durante il già citato travagliato sviluppo e supporto di Black Ops 4 è stata trascurata per fin troppo tempo. All’epoca di Black Ops 2, con un Jason Blundell sulla pedana di lancio e un team concentrato sulla volontà di stupire, la modalità Zombies si arricchì di novità e varianti come Trasformato e Dolore, quest’ultima in particolar modo ancora oggi molto apprezzata dai giocatori. Nonostante le numerose richieste, Dolore non è più stata riproposta come variante della modalità Zombies, che si è successivamente limitata a esperimento come Assalto (potenzialmente interessante, ma totalmente superflua) e Gauntlet (idem con patate) su Black Ops 4. Ottima l’idea, già dai tempi di Black Ops 3, di dare ai giocatori un nuovo significato alla progressione e all’esperienza tramite un sistema di livelli, ma suvvia, qualcosa di più può essere fatto. Ne va della sopravvivenza di una community messa a dura prova negli ultimi tempi, ancor di più se pensiamo al solo caso italiano.

MOD E CUSTOM MAP SU CONSOLE

Una richiesta un po’ particolare, è vero, ma chi segue assiduamente la modalità Zombies di Call of Duty sa per quale motivo la richiesta della compatibilità delle mod e delle custom map su console è un grande desiderio per tutti i giocatori.

Sin dai tempi di Call of Duty: World at War, con l’esordio della prima modalità Zombies, Treyarch ha messo a disposizione un editor per realizzare custom map che i giocatori potessero condividere, installare e giocare insieme agli amici, il tutto esclusivamente su PC. Nonostante tutte le limitazioni dell’epoca, la sempre florida community di World at War ha creato alcune clamorose custom map della modalità Zombies, alcune delle quali condivise dagli stessi sviluppatori sbalorditi dalla bravura dei giocatori che decidevano di mettersi alla prova.

L’editor è stato escluso per i successivi due giochi (in realtà esistono alcune mod, alcune delle quali molto carine), ma è tornato in gran spolvero con Call of Duty: Black Ops 3, con il quale i giocatori PC si sono letteralmente sbizzarriti e hanno creato alcune ambientazioni fenomenali come Frigid, Wanted, Operation Loucher, Lost Place e Das Herrenhaus, oltre ad alcuni remake e omaggi a vecchie custom map e altri celebri videogiochi – citiamo il remake di Cheese Cube Unlimited e Mario 64: Shadow World, una intera custom map ambientata nell’universo di Super Mario 64 con tanto di lungo e complesso easter egg. Una community che, ancora oggi, a 5 anni dall’uscita di Black Ops 3 e a più di 10 dall’uscita del primo editor, continua ancora oggi a creare quelli che possono essere definiti tranquillamente capolavori.

E i giocatori console, in tutto questo? Restano, purtroppo, a guardare. Treyarch e Activision, nonostante le continue pressioni da parte dei giocatori, non hanno mai aperto le porte delle mod e delle custom map a PS3, Xbox 360, PS4 e Xbox One, lasciando a bocca asciutta i giocatori che si limitano ancora oggi a osservare queste creazioni solamente tramite YouTube. È vero, pubblicare contenuti creati dagli utenti su PS Store e Xbox Store non è cosa semplice. A oggi, i videogiochi che lo permettono si contano sulle dita di una mano. Ma con PlayStation 5 e Xbox Series X alle porte, Black Ops Cold War potrebbe essere l’occasione giusta per fare alla community un bel regalo.

OTTIMIZZAZIONE

L’ultimo punto non riguarda desideri su contenuti o particolari modalità, ma una speranza: una maggiore ottimizzazione per il prossimo gioco della serie. Negli ultimi anni, Call of Duty ha intrapreso una pericolosa strada, quella dell’espansione, in termini di GB occupati, che ormai sta raggiungendo dati allarmanti. Call of Duty: Modern Warfare, per il quale è richiesto anche il download della battle royale Warzone, ha da alcune settimane superato l’incredibile e per certi versi assurda quota di 200 GB di spazio occupato su console e PC, mandando in crisi i sistemi di molti giocatori. Basti pensare che chi ancora possiede i primi modelli di PS4 e Xbox One si ritrova praticamente in ginocchio: l’hard disk da 500 GB viene per metà occupato da Modern Warfare, una situazione quasi intollerabile per alcuni giocatori.

Se la tendenza continuerà, Black Ops Cold War rischia di presentarsi su PC e console attuali e di nuova generazione con richieste esorbitanti, dai 250 ai 300 GB di spazio occupati – ricordiamo che Warzone sarà molto probabilmente incluso nel pacchetto, di nuovo. Considerando che una console come PlayStation 5 avrà circa 800 GB di memoria sul suo SSD, occuparne un terzo (o più) solamente per un unico videogioco non sarebbe una grande mossa, e non farebbe certamente piacere ai giocatori. La parola d’ordine, necessariamente, deve essere ottimizzazione. Call of Duty non ha mai brillato in questo, ma è il momento di fare un passo avanti. Anche perché, in chiusura, una delle tecnologie della prossima generazione sarà il ray tracing. Quanto potrebbe pesare su un gioco come Call of Duty, che già di per sé richiede ingenti quantità di memoria?

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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