Per gli assetati di originalità e di titoli insoliti anche il Game Pass di Microsoft può essere una fonte dalla quale attingere, dalla quale emerge una piccola gemma capace di sorprendere con forza. Blue Prince, titolo d’esordio dello studio americano Dogubomb, è una di queste scoperte: una miscela affascinante di esplorazione, puzzle e costruzione spaziale, incastonata in un’atmosfera misteriosa e surreale. Con un’impostazione narrativa intrigante e meccaniche di gioco fuori dagli schemi, il gioco riesce a trasformare ogni sessione in una nuova e stimolante sfida mentale. E ora che è disponibile su Game Pass, non avete più scuse per non tuffarvi in questa elegante villa maledetta.
Un testamento, un mistero, una villa viva
La premessa di Blue Prince è tanto semplice quanto suggestiva, nonché un richiamo a tantissimi gialli e thriller: Simon P. Jones riceve in eredità la tenuta Mount Holly da un lontano parente scomparso. Ma non basta firmare qualche scartoffia per entrare in possesso della proprietà: Simon dovrà raggiungere un’enigmatica stanza numero 46, situata all’estremità della magione. Solo così il lascito diventerà davvero suo. Ma da quello che sappiamo Mount Holly conta solo 45 stanze…
Mount Holly difatti non è una villa qualsiasi. È un labirinto vivo e mutevole, pieno di enigmi, percorsi tortuosi, stanze segrete e misteriosi meccanismi. Ogni passo conta: letteralmente. All’inizio della partita abbiamo a disposizione 50 mosse (chiamate “passi”), ognuna consumata entrando in una nuova stanza. Una volta esauriti, dovremo tornare al punto di partenza per “dormire”, con una spiacevole conseguenza: la mappa si resetta completamente. E la villa cambia forma.
Si tratta di una meccanica che crea una tensione costante tra l’esplorazione e la pianificazione: ogni movimento va calcolato, ogni deviazione può significare un fallimento. La frustrazione è reale, ma anche l’adrenalina e la soddisfazione di una strategia ben riuscita.
Architetti dell’ignoto
Il cuore del gameplay è la costruzione del percorso: Mount Holly si divide in una griglia 5×9, e sta al giocatore decidere in quale direzione costruire la prossima stanza. Ogni volta che si apre una porta, si scelgono tre possibili opzioni di stanze (i famosi blueprints, capito il gioco di parole, no?): ognuna con colori, funzioni e geometrie diverse. Alcune conducono ad altri corridoi, altre sono vicoli ciechi, altre ancora contengono enigmi o oggetti speciali.
I colori non sono solo decorativi: ogni tonalità indica una categoria funzionale. I blu sono stanze di passaggio, i verdi ospitano vegetazione, i gialli sono negozi o utility room, i rossi spesso celano trappole, e così via. Col tempo, il giocatore impara a riconoscere pattern, a prevedere comportamenti e a usare strategicamente le stanze per aprire nuove possibilità.
Ma c’è di più: alcune stanze sono collegate tramite sistemi elettrici o idraulici. Accendere la luce in una stanza può sbloccare una porta in un’altra. Usare un oggetto in un punto può avere effetto a diverse celle di distanza. È un puzzle ambientale costante, in cui ogni dettaglio può fare la differenza.
Puzzle, strumenti e misteri
A rendere Blue Prince ancora più stimolante è la presenza di enigmi ambientali che richiedono spirito d’osservazione, intuito logico e talvolta anche un po’ di matematica. Si tratta di sfide che raramente vengono spiegate chiaramente: spetta al giocatore interpretare, collegare, sperimentare. E prendere appunti, sì, e proprio come nei vecchi giochi d’avventura preparatevi ad armarvi di penna e taccuino!
Per fortuna, a Simon non mancano strumenti per aiutarsi. Durante l’esplorazione si possono raccogliere chiavi, carte magnetiche, diari, monete, diamanti e oggetti come pale, rilevatori di metallo, martelli o dadi magici per rimescolare le opzioni dei blueprint. Alcuni oggetti sbloccano aree speciali, altri permettono di aggirare ostacoli, altri ancora offrono vantaggi come 20 passi bonus o accesso a scorciatoie come il misterioso Apple Orchard.
Nonostante la natura casuale della generazione delle stanze, il gioco premia l’intuizione e la memoria. Una stanza visitata più volte può rivelare nuovi dettagli o cambiare significato grazie a un oggetto trovato più avanti. Un aspetto che avvicina Blue Prince ai metroidvania, ma con una forte componente roguelike.
Una bellezza inquieta, ma essenziale
Dal punto di vista tecnico, Blue Prince adotta una grafica essenziale, ma affascinante. L’ambiente è visto in prima persona, con stanze disegnate in stile bozzetto, colori pastello e animazioni semplici ma funzionali. Le atmosfere sono rese con cura: il silenzio ovattato della villa è interrotto solo da suoni ambientali e da una colonna sonora eterea, talvolta inquietante, che contribuisce al senso di mistero e isolamento.
L’unico vero difetto tecnico riguarda le cutscene e i tempi di caricamento, a volte inspiegabilmente lunghi anche su hardware moderno. Inoltre, le note scritte a mano lasciate nella villa possono risultare difficili da leggere a causa del font ornamentale e della mancanza di una trascrizione digitale. Nulla di insormontabile, ma un piccolo inciampo in un gioco altrimenti molto curato.
La pazienza ripaga
Blue Prince non è per tutti. Non è un action frenetico, né una narrazione guidata. È un’esperienza lenta, riflessiva, a tratti criptica. È perfetta per chi ama la scoperta, gli enigmi ambientali, le regole nascoste da decifrare. Per chi si diverte a costruire mappe a mano, a disegnare percorsi, a sbagliare e riprovare ancora.
Il gioco richiede pazienza, determinazione e occhio per i dettagli. E proprio per questo è anche straordinariamente appagante. Ogni passo verso la stanza 46 è un piccolo trionfo, ogni nuova connessione scoperta che vi farà gridare: “Eureka!”.
Inoltre, raggiungere la stanza non è la fine, ma solo l’inizio di una nuova fase dell’avventura. Il gioco offre contenuti post-endgame, segreti aggiuntivi e sfide secondarie, spingendo il giocatore più curioso a continuare a esplorare anche dopo i titoli di coda.
Entrate a Mount Holly grazie al Game Pass
Essere incluso nel catalogo di Xbox Game Pass è un’opportunità d’oro per Blue Prince. È il titolo ideale da tenere installato e affrontare con calma, magari tra un tripla-A e l’altro, oppure nelle serate in cui si cerca qualcosa di diverso, di stimolante, di profondamente personale.
Se non avete paura di perdervi in un dedalo di enigmi e corridoi, se volete sentirvi, anche solo per un momento, architetti del mistero, allora non esitate: Blue Prince vi aspetta. E su Game Pass, il biglietto d’ingresso a Mount Holly è già compreso.
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