Far Cry è un iconico franchise action open world di Ubisoft, ideato da Crytek nel 2004.
La serie presenta ambientazioni soprattutto legate all’epoca contemporanea e per lo più in contesti rurali, nei quali il giocatore deve combattere contro uno o più despoti o dittatori che controllano la regione. Pur essendo ambientati nel medesimo universo narrativo, la serie Far Cry è antologica, e i giocatori vengono chiamati ad aiutare i civili e i più deboli attraverso dinamiche action e stealth, lasciando la libertà di scegliere il proprio approccio.
In questa caldissima e afosa estate che sembra ricordare in qualche modo l’isola di Far Cry 3, abbiamo pensato: perché non tornarci? O meglio, abbiamo deciso di omaggiare il franchise ricordando le mirabolanti avventure dei suoi protagonisti tra isole tropicali, montagne innevate e vaste praterie controllate da sette religiose militarizzate, realizzando una massacrante classifica della serie dal gioco peggiore al gioco migliore. Siete pronti?
9. Far Cry: New Dawn
Anno di uscita: 2019
Piattaforme: PS4, Xbox One, PC
New Dawn è stato un esperimento del quale non si salva quasi nulla. Il gioco partiva come rivisitazione in chiave post-apocalittica di Far Cry 5, cosa che poteva essere sinonimo di successo vista l’ottima accoglienza ricevuta dal suo predecessore. E invece, Ubisoft ha fatto di New Dawn (la nostra recensione) uno strano ibrido con altri suoi franchise, un po’ come nel caso degli action GDR di Assassin’s Creed o del fallimentare Ghost Recon: Breakpoint.
Far Cry: New Dawn è senza dubbio il capitolo più debole dell’intero brand. Il paesaggio distrutto dalle armi nucleari mancava di un vero significato, e non si trova nulla di memorabile dalle macerie del mondo antico. Tanto, troppo crafting e un gameplay che ha snaturato l’essenza di Far Cry, quella cioè di dare la libertà massima all’utente. Volete liberare un avamposto in una regione remota? Se non avete un livello abbastanza alto, non potete, perché neppure un headshot può eliminare un nemico più forte di voi. L’esatta contraddizione del principio di Far Cry. Neppure la storia ha esaltato il gioco, lasciandolo allo status di brutto ricordo.
8. Far Cry 6
Anno di uscita: 2021
Piattaforme: PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC, Stadia
Per quanto immenso, ricco di contenuti, sempre folle ed esplosivo, Far Cry 6 è un gioco non certo all’altezza dei fasti della serie (la nostra recensione). Ubisoft propone l’ennesimo gioco in perfetta continuità con i suoi predecessori. Anche troppa continuità, a dire il vero. Neppure la presenza dell’enorme Giancarlo Esposito, attore di Breaking Bad e The Mandalorian, riesce a tenere alto il nome di Far Cry 6, anche perché la sua presenza a schermo ha una durata quasi insignificante.
Se già il quinto capitolo era visto da alcuni come un campanello d’allarme, vista la scarsa sensazione di novità, con Far Cry 6 si assiste a una totale mancanza di idee, un riciclo ossessivo di dinamiche e addirittura situazioni dai precedenti giochi, come l’incendio della piantagione di tabacco che ricorda altre missioni praticamente identiche in Far Cry 3, 4 e 5. Il sesto capitolo principale rimane uno degli esempi più eclatanti della solita abitudine di Ubisoft di riconfezionare vecchi giochi con modifiche estetiche e un mondo ancora più ampio – ma non per questo vivo. Persino i DLC hanno completamente fallito, riproponendo il ritorno degli storici villain in nuove salse. Arrivare alla fine di Far Cry 6, purtroppo, è difficile: la noia rischia di sopraggiungere molto presto.
7. Far Cry 2
Anno di uscita: 2008
Piattaforme: PS3, Xbox 360, PC
Far Cry 2 è stato senza dubbio uno dei più coinvolgenti titoli dell’intera serie, introducendo anche alcune interessanti dinamiche ambientali e survival. Ambientato in un immaginario paese dell’Africa orientale inghiottito dalla guerra civile, la trama del gioco segue un mercenario incaricato di uccidere lo Sciacallo, un trafficante di armi che infiamma il conflitto. Il problema? Moltissime delle sue dinamiche erano davvero acerbe, e Ubisoft saprà sistemarle solo con il terzo capitolo.
È con Far Cry 2 che si assiste a una prima vera sperimentazione da parte di Ubisoft, tant’è che il gioco è probabilmente il più particolare e divisivo tra tutte le voci principali della serie. Con la sua spinta più decisa verso situazioni realistiche, Far Cry 2 è una sorta di unicum nel franchise di Ubisoft, che da quel momento in poi adotterà invece uno stile molto più fantasioso e spesso psichedelico. Le qualità di Far Cry 2 vennero esaltate al tempo dalla stampa specializzata, molto meno dai giocatori, anche se per il vero salto di qualità i giocatori dovettero attendere ancora un po’.
6. Far Cry Primal
Anno di uscita: 2016
Piattaforme: PS4, Xbox One, PC
Sulla carta, Far Cry: Primal è spettacolare (la nostra recensione). Il gioco prendeva l’esperienza della serie e la portava nella preistoria, senza un gran bisogno di una trama fantasiosa o troppe novità. I giocatori si immedesimavano in un uomo delle caverne pronto a sfidare le forze della natura, facendo affidamento solo sulle proprie capacità.
In definitiva, però, Primal non ottenne grandi apprezzamenti, soprattutto per l’eccessiva sensazione di essere un Far Cry 4 con nuove skin – in effetti è così, se pensiamo che la mappa di gioco è letteralmente la stessa. Se non altro, un buon tentativo di esportare il concept di Far Cry in altre epoche, un po’ come è stato fatto sempre da Ubisoft con Assassin’s Creed, ma niente più di questo. L’esperimento più riuscito tra gli spin-off della serie, a parte uno che troveremo più sopra.
5. Far Cry 5
Anno di uscita: 2018
Piattaforme: PS4, Xbox One, PC, Stadia
Sebbene non abbia rivoluzionato davvero nulla nel concept di Far Cry, rimasto ancorato alla formula di incredibile successo del terzo capitolo, Far Cry 5 (la nostra recensione) rappresenta probabilmente la più completa esperienza del franchise di Ubisoft. Il migliore di tutta la saga? No, questo no, ma siamo comunque di fronte a un gioco che ha saputo prendere tutti gli elementi più interessanti dei capitoli precedenti per amalgamarli insieme per bene. Tutto di Far Cry 5 è spettacolare e perfettamente contestualizzato. L’inquietante famiglia Seed, capitanata dal predicatore Joseph, è intimidatoria e ricorrente, e soprattutto una minaccia tangibile che ha effetti anche sulla popolazione e sul mondo di gioco.
A proposito del mondo di gioco, l’America rurale immaginata dallo studio di Montreal è uno splendido incubo, un fantasioso viaggio nella location fittizia di Hope County che in realtà è una critica sociale non indifferente alla realtà degli Stati Uniti – la setta Eden’s Gate di Seed, il grande nemico del gioco, è ispirata alla vera Heaven’s Gate, ricordata per il tragico suicidio di massa del 1997. Dando le armi in mano ai folli cultori del mondo del giudizio, il titolo aveva un sapore tutto nuovo rispetto al suo predecessore, e sul fronte gameplay si evidenziavano alcune piccole ma importanti novità che arricchivano un’offerta già immensa di suo.
4. Far Cry 3: Blood Dragon
Anno di uscita: 2013
Piattaforme: PS3, Xbox 360, PC
Molti spin-off della serie Ubisoft arrivati dopo, dovrebbero rigiocare Blood Dragon e prendere appunti su come si rielabora in maniera perfetta il concept di Far Cry: non va snaturato ma neppure copiato, non va offeso ma neppure seguito passo per passo, così come l’ambientazione. Il gioco, nato come psichedelica espansione a base di neon e anni ’80 per Far Cry 3, è una delle produzioni Ubisoft più amate dell’epoca, capace di gratificare i giocatori di fronte a basi nemiche da far saltare in aria, draghi sputafuoco e una festa continua.
Paradossalmente, il difetto di Blood Dragon è l’opposto dei problemi che oggi ha Ubisoft: è stato sfruttato fin troppo poco. Nascendo come DLC di Far Cry 3, il gioco, poi ripubblicato in forma standalone, presenta una durata molto limitata, e si può completare in pochissime ore. Probabilmente chiunque, giocando a Blood Dragon, si sarà chiesto come mai l’azienda francese, sempre pronta a spremere ogni suo titolo, non ha fatto qualcosa di più. A dire il vero, erano anche altri tempi…
3. Far Cry
Anno di uscita: 2004
Piattaforme: PC (nel 2013 anche su PS3 e Xbox 360)
Il primo Far Cry è indubitabilmente invecchiato, ma del resto è un problema comune ai giochi che danno inizio a un franchise di successo. Per l’appunto, anche se col peso degli anni, Far Cry mette in mostra ancora oggi la grande idea avuta da Crytek nel dare il via a questa serie, che col tempo è stata anche resa molto più accessibile con il passaggio totale sotto il controllo di Ubisoft.
Gli aspetti grezzi del gioco mancavano le meccaniche finemente messe a punto dei capitoli successivi, e la difficoltà frustrante del gioco non ha certo aiutato, complici anche le meccaniche stealth molto proibitive nella loro prima incursione. Alcuni elementi fondanti, comunque, nacquero proprio qui: Jack Carver, ex-soldato dei Berretti Verdi, si trova sulla sua barca nei mari della Micronesia, finendo in un’isola che presto si trasformerà in un inferno. Proprio come è accaduto in molte altre occasioni della serie.
2. Far Cry 4
Anno di uscita: 2014
Piattaforme: PS3, Xbox 360, PS4, Xbox One, PC
Arrivando dopo Far Cry 3, il quarto capitolo dovette portare sulle spalle un grande peso, quello cioè di un franchise che finalmente era esploso e del quale il pubblico voleva saperne di più. Ebbene, Far Cry 4 confermava sostanzialmente tutti i pregi del suo predecessore, spostando l’attenzione da un’isola tropicale alle fredde montagne del Kyrat, nell’Himalaya. Qui lo spietato dittatore Pagan Min è la causa di una crudele guerra civile che sta coinvolgendo tutta la popolazione, e il giovane Ajay Ghale, finito suo malgrado in questa follia, resta coinvolto negli scontri più di quanto potesse pensare.
Per quanto alcune meccaniche vennero approfondite, come una maggiore attenzione ad alcune dinamiche da gioco di ruolo e la ramificazione della trama, seppur parzialmente, Far Cry 4 era insomma un titolo che ricalcava pedissequamente il suo predecessore. Forse anche troppo, ma una formula così vincente non poteva essere cambiata alla leggera – e ancora oggi è così. Pagan Min, per quanto spietato, non è però riuscito a replicare la grandezza di Vaas. Gli elementi che i giocatori avevano amato erano comunque invariati: luoghi esotici, la sopravvivenza nella natura, la libertà per i giocatori di completare le missioni attraverso approcci diversi.
1. Far Cry 3
Anno di uscita: 2012
Piattaforme: PS3, Xbox 360, PC
Far Cry 3 si avvicina di molto alla definizione di capolavoro, essendo stato capace di mettere in piedi una struttura intrattenente e divertente oltr eogni immaginazione. La serie di Ubisoft aveva già dimostrato in varie occasioni di avere il potenziale, ma solo con Far Cry 3 questo viene realmente fatto scaturire. La sensazione di avere qualcosa di fresco, grande, divertente e innovativo era tangibile. L’isola tropicale che fa da sfondo alle vicende è un mondo tutto da scoprire e libero tanto quanto le vaste città di Grand Theft Auto, resa come un sandbox nella quale il giocatore si sentiva davvero parte di un racconto.
Gran parte di questo successo non è solo grazie all’ottimo design studiato da Ubisoft, in quel momento nel suo massimo splendore, ma anche per la presenza del villain Vaas Montenegro, agghiacciante fin dalla sua prima apparizione, con una straordinaria performance dell’attore Michael Mando nei panni del pazzo omicida. Il dolore provato dal protagonista Jason è quasi tangibile, e proprio per questo il viaggio dei giocatori all’interno di follia di Far Cry 3 è diventato un momento di fondamentale importanza nella storia dell’azienda e forse dei videogiochi, portando una formula che è piaciuta davvero a tutti.
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