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[Recensione] A Little to the Left

Avevamo già parlato di un titolo dedicato al riordino domestico, approfittandone per riflettere sul valore terapeutico dei videogiochi: Unpacking può essere definito un precedente illustre in questo campo, anche se piuttosto diverso rispetto al gioco che andiamo ad analizzare oggi. In Unpacking riordinavamo dopo dei traslochi, intuendo la storia personale della protagonista attraverso i suoi oggetti.

In A Little to the Left, l’originale puzzle game sviluppato dallo studio canadese Max Inferno, lo scopo del gioco è il medesimo: riordinare. Gli oggetti però non ci parlano di una vita in particolare e non sono da riporre in una abitazione specifica, sono cose generiche con le quali tutti noi, prima o poi, avremo a che fare.

La pratica del riordino segue logiche differenti in ogni puzzle. Si tratta di un gioco rilassante ma anche sorprendente, che parla della quotidianità di tutti utilizzando gli oggetti più banali (delle matite, dei post-it, degli attrezzi da lavoro). Andiamo quindi a scoprire A Little to the Left più nel dettaglio in questa recensione!

Versione provata: PC

A Little To The Left: una lettera d’amore per gli oggetti di casa

Annie MacMillan e Lukas Steinman sono compagni nel lavoro e nella vita: A Little to the Left è il frutto del lockdown che ha dolorosamente sconvolto la quotidianità di tutti nel mondo. Per rimettere ordine nei nostri animi agitati, serviva un titolo che sapesse appassionare ma anche rilassare, dal ritmo lento, cadenzato, che lascia tutto il tempo per essere risolto senza frenesia.

A Little to the Left si suddivide in cinque capitoli che raggruppano diversi puzzle, ognuno dedicato a un oggetto o a un gruppo di oggetti che possiamo trovare senza sforzo nelle nostre case. Il filo rosso che unisce tutto, come vi dicevamo, è il riordino. Lo schermo del computer si riempie di libri, cancelleria, conchiglie, piante, candele e altri utensili comuni, che però sono sparpagliati alla rinfusa. Sarà compito del giocatore comprendere con quale logica vanno spostati o riallineati, per poi eseguire il compito con precisione.

Ogni schermata è un nuovo puzzle statico, che resta con tutta calma in attesa dei nostri ragionamenti. Giocare ad A Little to the Left è un piacere anche per questo: nulla ci mette fretta, possiamo iniziare a pensarci su, abbandonare la partita e tornarci in seguito, oppure immergerci nel riordino e macinare un rompicapo dietro l’altro. L’importante è rilassarsi, godersi i graziosi disegni e divertirsi.

A Little to the Left: molto più di un gioco sul riordino

Se avete Unpacking o Hindsight nella vostra categoria dedicata ai “puzzle game rilassanti”, sappiate che A Little to the Left parte dalle stesse basi ma offre un livello di sfida decisamente più alto. Alcuni pannelli saranno semplicissimi da risolvere (basta far ruotare dei barattoli, disporre i libri dal più alto al più basso e così via), altre volte invece vi troverete davanti a dei rompicapi più complessi e “gustosi”. A primo impatto non è sempre facile comprendere la logica da seguire per risistemare gli oggetti, altre volte non è semplice invece capire come far quadrare il tutto.

Per questo il titolo di Max Inferno offre dei suggerimenti per ogni rompicapo, sottoforma di scarabocchio su un foglio: se deciderete di cancellare l’intero foglio per rivelarne il prezioso suggerimento sottostante, otterrete fondamentalmente la soluzione dell’enigma (potete sempre decidere di cancellare solo una piccola parte, per dare una sbirciatina).

Inoltre c’è la possibilità di saltare un particolare puzzle per tornarci in seguito, a mente fresca. Non c’è pericolo di incagliarsi o di dover cercare la soluzione su internet, tuttavia se vi capiterà di dover controllare i suggerimenti non preoccupatevi, è abbastanza normale: alcuni pannelli sono poco intuitivi.

Un problema che abbiamo riscontrato nel gameplay di A Little to the Left è che a volte pur avendo riordinato tutto (ma proprio tutto) nel modo corretto, il livello comunque non si conclude. Potrebbe esserci qualcosa di non perfettamente allineato (talvolta serve una precisione millimetrica), ma un bel reset del quadro ci ha permesso di risolvere la situazione.

Procedendo con i livelli, vi accorgerete che alcune logiche si ripetono, ma cambiano gli oggetti, le situazioni e il numero di cose da sistemare.

Per movimentare alcuni enigmi, Max Inferno ha deciso di inserire un piccolo, morbido disturbatore: il gatto di casa si impegnerà a suon di zampate a spostare ciò che avete già allineato, distruggendo il vostro bel lavoro con un colpo di coda. Ma in fondo, noi lo amiamo anche per questo.

A Little to the Left: un gioiellino da mostrare

Nella sua semplicità, A Little to the Left è un gioco che riesce sempre a stupire. Offre una manciata di ore di intrattenimento, senza strafare, ma la voglia di scoprire l’enigma successivo non manca mai.

I disegni sono curati al punto giusto e i colori pastello sono una vera gioia per gli occhi, perfetti per rilassarsi. Oltre ai cinque capitoli disponibili, il titolo è dotato della sezione “Riordino quotidiano”, che offre altre sfide sbloccabili a distanza di ore. Anche queste non deludono.

Il sound design aiuta a trovare la soluzione (quando si mette qualcosa al posto giusto, spesso si è premiati con un rintocco), anche se le musiche di sottofondo risultano troppo ripetitive e potrebbe sorgere la necessità di abbassarle un po’ o disattivarle mentre si ragiona.

A parte questi dettagli, A little to the Left fa venire voglia di giocare in compagnia o di proporre questo o quell’altro enigma ad amici e famigliari: chi riuscirà a ragionare nel modo giusto per giungere in fretta alla soluzione?

Punti di forza:

  • Rilassante ma mai noioso
  • Enigmi sempre stimolanti

Punti deboli:

  • Alcuni puzzle sono un po’ macchinosi
  • Musiche ripetitive

A Little to the Left nasce dalla voglia di gettare uno sguardo diverso sugli oggetti del nostro quotidiano: Max Inferno propone una serie di puzzle nei quali riordinare non significa semplicemente riporre o spostare matite, post-it, strumenti da lavoro e quant’altro: il giocatore deve prima comprendere cosa fare per poi cercare di arrivare alla soluzione pensata (e chissà se sarà quella giusta!). La logica dietro ad ogni pannello è tutta da scoprire e, anche nei casi in cui questa si ripete, è impossibile annoiarsi grazie alla varietà di oggetti e situazioni proposte. A Little to the Left è un puzzle game rilassante ma mai scontato, che invoglia a essere rigiocato anche con parenti e amici. Insomma, un ottimo lavoro per questo team di sviluppo canadese!

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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