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[Recensione] Crisis Core: Final Fantasy VII – Reunion

Era uno dei cavalli di razza di PSP, l’indimenticabile console portatile di casa Sony su cui tanti franchise trovarono fortuna. Anche Final Fantasy, dal canto suo, provò le brezza della portatile nipponica, e il risultato fu di quelli indimenticabili. Crisis Core, spin-off di FF7, è uno dei migliori prequel di uno dei migliori giochi di sempre, prendendo un universo narrativo già conosciuto e radicato nella mente dei fan e mescolandolo con dinamiche da gioco action, una novità assoluta per il franchise.

Negli anni, Crisis Core è diventato un fenomeno di culto, e in futuro sentiremo parlare nuovamente di questo “microverso” narrativo – se avete assistito al finale di Final Fantasy VII Remake, sapete di cosa stiamo parlando. Non stupisce quindi, almeno per certi versi, che Square Enix abbia deciso di riproporre Crisis Core dop ben 15 anni su console attuali e PC, per permettere a quante più persone di recuperare questo importante tassello della storia. Dall’altra parte, comunque, siamo rimasti piacevolmente colpiti dal fatto che l’azienda nipponica non si sia dimenticata di questa piccola grande opera, che fece la storia della tanto amata PSP.

Versione provata: Nintendo Switch

IL PRIMO ACTION

Crisis Core Final Fantasy VII – Reunion, come suggerisce perspicacemente il titolo, fa parte di quell’universo espanso di FF7 che Yoshinori Kitase e i suoi fedeli, tra cui quel Nomura che oggi fa il bello e il cattivo tempo in Square, decisero di espandere anni addietro con videogiochi, film e altri media. Il protagonista questa volta è Zack Fair, mercenario vivace e abile almeno quanto Cloud che, proprio come il biondo volto principale del franchise, è un SOLDIER che lavora principalmente per la distopica ShinRa. Non entreremo nei dettagli di questa nefasta megaditta, di cui certamente avete già sentito parlare e di cui continueremo a sentir parlare in futuro grazie alla seconda parte del Remake, ma quello che basta sapere è che in Crisis Core un ex SOLDIER di nome Genesis decide di ribellarsi al suo credo e alla stessa ShinRa.

Da qui segue una trama che parte al rallentatore, vista anche la presenza di innumerevoli missioni da completare (l’originale release su PSP giocava proprio anche sull’enorme longevità del titolo, al pari di esperienze con la medesima filosofia come MGS Peace Walker, la cui struttura è molto simile), regalando però successivamente colpi di scena, esplosioni narrative e personaggi memorabili, capaci di dare filo da torcere anche all’originale Final Fantasy VII di cui nasceva come una costola. L’evoluzione di Zack, il passato dei SOLDIER, Genesis e Angeal, tutti tasselli narrativi di un puzzle molto più grande che si legano a doppio filo all’universo narrativo di FF7, riuscendo a superare anche una certa superficialità di fondo che Kazushige Nojima, storico sceneggiatore del brand da poco prima degli anni 2000, ha lasciato trasparire.

Narrativamente parlando, Crisis Core non è un videogioco perfetto, e la remastered certo non va a intaccare questa componente, ma occorre ricordare appunto che si parla di un videogioco dell’era PSP incastrato all’interno di una storia più grande di lui riuscendo comunque a costruire qualcosa di importante. L’eredità della console portatile di casa Sony si riconosce anche dal già citato game design, oggi certamente superato ma all’epoca perfetto per il pubblico di riferimento: resta pervasiva l’impressione che Crisis Core fosse pensato per brevi sessioni, con i vari capitoli di cui è composta la storia nei quali a loro volta sono presenti infinite missioni secondarie da completare per salire di livello, ottenere equipaggiamenti preziosi o prepararsi a fondere le Materia e arrivare pronti alla parte successiva. Queste missioni, nella maggior parte dei casi, sono estremamente lineari e occupano pochi minuti, portando Zack a esplorare piccole zone (spesso già viste, ma ancora una volta si parla di un gioco risalente all’era PSP che faceva di queste caratteristiche virtù) e cercare forzieri e nemici.

Crisis Core non è però solo ricordato per le decine e decine di ore che ha fatto trascorrere ai suoi affezionati fan sulla piccola console Sony, ma anche per aver portato per la prima volta un gameplay action nel franchise di Final Fantasy. Il combat system di Zack abbandonava infatti il tradizionale sistema di combattimento a turni, per diventare una sorta di hack’n’slash che aveva parecchi punti in comune con Kingdom Hearts in fatto di buttons mashing, abbinando di tanto in tanto i fendenti di spada con le magie e le abilità utilizzabili attraverso le scorciatoie al costo di MP e AP. In questo senso, Crisis Core non ha certo bisogno di particolari presentazioni o spiegazioni, prendendo una formula molto basilare del combat system e adattadola a un contesto che lo accoglieva per la prima volta. Un sistema forse un po’ troppo semplice, visto oggi, ma molto adatto alla sua formula.

Questo non significa però che non siano presenti alcuni elementi curiosi e innovativi. Uno di questi è l’OMD, o Onda Mentale Digitale. Si tratta in parole povere di una slot machine, visibile in alto a sinistra sullo schermo durante il combattiento, che estrae continuamente numeri e immagini di personaggi. Ottenendo alcune particolari combinazioni, in maniera totalmente randomica, Zack ottiene bonus e buff casuali in battaglia, che vanno da costo MP 0 a invulnerabilità totale. Dall’OMD arrivano anche gli attacchi Limite e le invocazioni, introducendo un sistema che all’inizio disorienta ma funge da deterrente alla ripetitività delle azioni del giocatore, che troppo spesso potrebbe essere intenzionato a terminare gli scontri con un unico potente attacco. A dire il vero, il sistema è talmente poco invasivo che non si fa neppure caso all’OMD dopo poco, e anzi lo si considera come un bonus casuale che di tanto in tanto scende nel mondo di Zack.

LEGGI ANCHE: Crisis Core Reunion, tutti i segreti dell’OMD

TIRATO A LUCIDO

Lo abbiamo chiamato remastered in più occasioni, ma Crisis Core Reunion è nella zona d’ombra che si trova tra un certo tipo di operazioni e i remake. Come detto, la struttura di gioco non è cambiata di una virgola, ma il team di sviluppo si è occupato di prendere in prestito vari asset e design dal recente (oddio, ha già quasi tre anni, ma lasciamo perdere…) Final Fantasy VII Remake, restituendo un ottimo colpo d’occhio anche su Nintendo Switch. Le texture ad alta risoluzione sono una manna dal cielo per un gioco che non ha certo mai beneficiato di hardware performanti, ed è notevole osservare come gli sviluppatori abbiano messo tutto a nuovo pur mantenendo alla perfezione lo stile iniziale, con più luce e vitalità.

In questo senso, la versione Switch appare come una sorta di miracolo, tanto che siamo stupiti del fatto che Crisis Core Reunion non sia stato proposto in versione cloud come invece accaduto ad altri porting Square come la serie di Kingdom Hearts – con effetti pessimi. Il cloud, che ormai da molti viene vista come la soluzione finale al “problema Switch” in fatto di specifiche hardware, non è forse semplice da superare, ma la Reunion di Zack riesce nel suo intendo pur limitando la sua fruizione a 30 fps. Un compromesso accettabile, anche perché il comparto grafico, come detto poco fa, è capace di restituire un bel colpo d’occhio anche nelle fasi di combattimento.

PUNTI DI FORZA

  • Buon lavoro di pulizia e ridefinizione degli asset
  • Un tassello fondamentale dell’universo di FF7
  • Il fatto che non sia in cloud è un miracolo

PUNTI DEBOLI

  • Il game design è inevitabilmente vecchio
  • Inferiore, ovviamente, alle versioni PlayStation, Xbox e PC

Nella sua incarnazione su Nintendo Switch, Crisis Core Reunion è un piccolo miracolo tecnologico. Vero è che l’originale Crisis Core girava su PSP, dunque le richieste in termini di hardware non erano anche all’epoca particolarmente esose, tuttavia il lavoro di ammodernamento realizzato da Square Enix è prezioso per preservare questo importante titolo dell’epopea di Final Fantasy 7 che per primo aveva svoltato il franchise nel genere action in tempo reale, ben prima dei capitoli degli ultimi anni. Si tratta di un tassello molto importante anche dal punto di vista narrativo, in attesa di quello che sarà Final Fantasy VII Rebirth.

Ringraziamo Bandai Namco Italia per il codice review del gioco.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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