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[RECENSIONE] I Was a Teenage Exocolonist

La vita sulla Terra è finita, è un ricordo lontano, più lontano di un sogno inafferrabile. Gli uomini però continuano a esistere nello spazio, sfruttando ciò che da sempre li rende degli essere superiori: la capacità di adattarsi, di studiare, di apprendere, di evolversi.

Per questo in I Was a Teenage Exocolonist ci troviamo a vivere su un altro pianeta, Venturnia, un luogo affascinante, ricco di meraviglie ma anche di pericoli sconosciuti. Il gioco, sviluppato da Northway Games, è un gdr originale ed ispirato, artisticamente da non sottovalutare, nel quale potremo far crescere il nostro personaggio come vogliamo, vivere diverse avventure, stringere nuovi rapporti ed esplorare un mondo misterioso.

C’è molto da dire, ma siamo certi che alla fine di questa recensione saprete decidere se è un titolo che fa per voi o meno. Premessa doverosa: I was a Teenage Exocolonist è al momento interamente in inglese e non dispone della traduzione italiana, quindi prendetelo in considerazione solo se ciò non vi spaventa.

Versione provata: PS4.

La vita su un altro pianeta

Per comprendere a pieno l’esperienza offerta da I Was a Teenage Exocolonist dovrete mettervi il cuore in pace: serviranno almeno 2 o 3 run per esplorare un buon numero di avventure, infatti la rigiocabilità del titolo è altissima. Ogni run corrisponde a 10 anni di vita vissuta e arriva fino al ventesimo compleanno del vostro protagonista. Andremo quindi ad accompagnare il nostro alter ego in una fase molto delicata del suo sviluppo come persona, in quanto vivremo a pieno la sua adolescenza.

La storia inizia sempre con il nostro arrivo su Venturnia, un pianeta molto diverso dalla Terra in cui il tempo è scandito dal trascorrere di diverse stagioni. Su Venturnia conosceremo tanti altri personaggi che abitano nella colonia, tutti deliziosamente caratterizzati, con i quali potremo stringere rapporti più o meno importanti. Come nei dating-sim, potremo arrivare anche ad innamorarci di alcuni di questi.

Quando iniziamo la partita possiamo scegliere diverse caratteristiche del nostro personaggio, a partire dal sesso fino ad arrivare a un ipotetico amico d’infanzia e ad altri tratti caratteriali. Durante l’intera avventura il nostro scopo principale sarà quello di coltivare le nostre “skills”, ben 12 caratteristiche che spaziano dalle conoscenze di biologia a quelle di ingegneria, dall’abilità in combattimento all’empatia fino alla familiarità con la fauna locale. Insomma, ci sarà sempre un gran daffare.

Come dicevamo, avremo a disposizione ben 10 anni di vita, con ogni anno suddiviso in 13 mesi. Ogni mese potremo chiacchierare con i nostri amici e dedicarci a una specifica attività a scelta, che ci permetterà di vivere avventure e livellare le nostre skills.

Non lasciatevi ingannare dall’aspetto “puccioso” però: I Was a Teenage Exocolonist, cercando di rispecchiare la vita vera, sa essere molto crudele, infatti già dal menu iniziale potrete consultare una serie di trigger warnings che vi mettono in guardia sulle tematiche trattate. Non potremo infatti evitare di subire dei lutti importanti, così come di affrontare argomenti anche delicati, quindi giustamente Northway Games ha deciso di avvertire i propri giocatori in anticipo. In fondo si tratta di un gioco che deve appassionare e rilassare, ma è sempre bene partire preparati.

I Was a Teenage Exocolonist offre la bellezza di 29 differenti finali, quindi si tratta di una storia in continuo mutamento (ci saranno scelte da prendere e situazioni da approcciare diversamente ad ogni run a seconda delle skills e dell’esperienza che accumuliamo), con tante alternative e segretucci da scoprire.

Tra carte, amori e avventura

Ma come funziona nel concreto il gameplay? La maggior parte del tempo ci troveremo a leggere dialoghi e descrizioni, in quanto la narrazione è totalmente testuale (non c’è doppiaggio, anche se le musiche sono molto ispirate e piacevoli da ascoltare). Se non vi piace leggere e non masticate bene l’inglese ve lo ripetiamo, evitate questo titolo.

Avremo modo di rispondere e agire in maniera differente attraverso dialoghi a scelta multipla che faranno avanzare la storia in diverse direzioni. Per scegliere determinate opzioni però, dovremo aver a disposizione un numero sufficiente di punti in una determinata skill (ad esempio, se vogliamo gettarci avventatamente contro una creatura ostile, dovremo avere abbastanza punti “coraggio” per farlo).

Un altro indicatore da tenere sempre sott’occhio è quello dello stress: se questo scende a zero infatti, non potremo più proseguire con le attività ma dovremo andare a riposare saltando il mese corrente.

Per ogni attività svolta e sfida affrontata dovremo cimentarci in un semplice gioco di carte che determinerà il nostro successo o il nostro inevitabile fallimento. La chicca è che ogni carta a disposizione rappresenta un ricordo, al quale è collegato un numero e un colore a seconda del tipo di skill rappresentato. Abbiamo quindi carte blu per abilità più legate all’ingegno, carte gialle per le caratteristiche della personalità come il coraggio e l’empatia e carte rosse per ciò che è più legato alla sfera dell’azione. Per vincere bisognerà metterle in tavola e sommare il loro valore per eguagliare o superare il goal proposto dal gioco: è necessario disporle in un ordine specifico per formare diverse combo a seconda del valore numerico o del colore, ma il tutto è molto vario grazie anche a diversi “perks” e modificatori che impareremo a conoscere giocando. A volte è impossibile vincere la mano con le carte a nostra disposizione, ma è del tutto normale. Altre volte potremo vincere comunque utilizzando i nostri punti stress, se ne avremo abbastanza a disposizione. Si tratta di un giochino molto godibile e vario, che offre un livello di sfida crescente mano a mano che il nostro personaggio affronta sfide più mature.

Tra il gioco di ruolo, il gioco di carte e le meccaniche “dating-sim” I Was a Teenage Exocolonist si rivela un titolo davvero ispirato, capace di coinvolgere ampiamente il giocatore nella sua semplicità. I disegni degli ambienti e dei personaggi, seppur totalmente privi di animazioni, sono bellissimi. Vedere crescere il proprio alter ego e i propri compagni è qualcosa di commovente.

Oltre a frequentare le attività mensili, potremo scegliere inoltre di vivere delle avventure aggiuntive esplorando i dintorni della colonia: vi consigliamo vivamente di farlo, ci sono molte cose da scoprire.

Il gioco è disponibile per PC, PlayStation 4, PlayStation 5 e anche per Nintendo Switch.

Punti di forza:

  • Artisticamente è una bellezza
  • Rigiocabilità altissima
  • Dà assuefazione, se apprezzate il genere

Punti deboli:

  • L’enorme quantità di testi da leggere potrebbe annoiare, se non si è preparati
  • Non c’è l’italiano
  • Occhio ai trigger warnings

I Was a Teenage Exocolonist ci mette nei panni di un giovane personaggio che vive su un altro pianeta, Venturnia. Abbiamo modo di vivere la sua vita dai 10 ai 20 anni, crescendolo come più ci piace e sviluppandone le skills in modi differenti. Ogni attività che scegliamo di svolgere viene giocata attraverso una partita a carte, nella quale ogni carta a nostra disposizione rappresenta di fatto un ricordo importante, dai nostri primi passi fino alle esperienze con gli amici. Si tratta di un gioco profondo e artisticamente ispirato, in grado di rilassare e di essere rigiocato più e più volte per scoprirne tutti i risvolti e finali. Sconsigliato a chi non ama leggere e non mastica l’inglese, consigliatissimo a chi è in cerca di un’avventura dalle meccaniche semplici ma molto coinvolgenti.

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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