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[Recensione] Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name

Chi si sarebbe aspettato solo pochi anni fa che la serie Like a Dragon sarebbe diventata così popolare? Già a gennaio, in contemporanea con il Giappone, potremo giocare a Like a Dragon: Infinite Wealth, che è la continuazione delle avventure di Ichiban Kasuga, il nuovo protagonista introdotto nel settimo capitolo della saga. Prima di allora, però, abbiamo un’altra occasione per vestire i panni di Kazuma Kiryu, il Drago di Dojima. Com’è stato questo ritorno alle origini? La nostra recensione di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name cercherà di rispondere a questa domanda.

Versione recensita: PC

Un anello di congiunzione

Yakuza 6: The Song of Life aveva apparentemente concluso la storia di Kiryu, ma questo non gli ha impedito di apparire in piena gloria in Yakuza: Like a Dragon, e in un ruolo piuttosto importante. Tuttavia, era il nuovo protagonista, Ichiban, a rimanere sotto i riflettori e l’asse principale della trama ruotava intorno a lui. Nonostante tutto, chi tra i fan di Yakuza avrebbe disdegnato vestire i panni del Drago di Dojima ancora una volta?

I desideri degli aficionados sono stati esauditi e gli sviluppatori del Ryu Ga Gotoku Studio hanno annunciato Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name. Si tratta di una produzione più piccola e più breve e, naturalmente, un po’ più economica. Inizialmente pensato per essere un sottocapitolo di Infinite Wealth a causa della costante aggiunta di materiale e filoni di trama al suo interno, il Gaiden in fase di sviluppo si è trasformato prima in un DLC, ed infine in un gioco a sé stante. La trama si concentra su ciò che avviene tra Song of Life e Yakuza: Like a Dragon, giustificando infine la presenza di Kiryu in Infinite Wealth, dove si unirà alla squadra di Ichi.

Agente Segreto Joryu

Dopo gli eventi di Yakuza 6: The Song of Life, Kiryu è stato costretto a nascondersi. Ora tutti quanti, compresi i suoi amati ragazzini dell’orfanotrofio di Okinawa, pensano che il leggendario yakuza sia morto. Noi sappiamo bene che così non è, e che Kazuma si nasconde in un tempio buddista gestito dalla fazione Daidoji, per la quale svolge occasionalmente semplici incarichi come agente segreto, adottando il nome in codice Joryu. Tuttavia, il passato non tarda a reclamarlo e la sua vita sarà di nuovo in pericolo.

La trama è composta esattamente da cinque capitoli e si può facilmente finire tutto in una decina di ore circa, mentre se decidessimo di sbloccare tutti gli obiettivi, si possono ipotizzare circa 30 ore di gioco. Non stiamo quindi parlando del monte ore mastodontico che richiedono gli altri capitoli principali della saga, dove soltanto nell’ultimo episodio, Yakuza: Like a Dragon, avevamo impiegato 113 ore per ottenere il trofeo di platino. Ma Like a Dragon Gaiden è presentato come un capitolo di raccordo a prezzo ridotto, quindi la longevità inferiore alla media degli altri Yakuza è pienamente giustificata.

La storia principale, come da tradizione, viene talvolta interrotta introducendo alcune attività secondarie come parte delle missioni principali, ma The Man Who Erased His Name non va mai fuori contesto. All’inizio, la trama sembra procedere con il freno a mano tirato, ma già dopo pochi minuti i colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro, lasciandoci col fiato sospeso. La battaglia col boss finale è una delle migliori del suo genere nell’intera storia dello studio e le scene di intermezzo finali, senza spoilerare troppo, sono commoventi.

Ritorno al passato

Il più grande svantaggio di Like a Dragon Gaiden è che fa largo uso di asset provenienti da altri capitoli, ma potremmo tranquillamente affermare che si tratta di un aspetto tradizionale della saga. In pratica sono state utilizzate tutte le vecchie risorse, le ambientazioni e le meccaniche familiari, ma su scala molto più ridotta. The Man Who Erased His Name è semplicemente una sorta di “Yakuza in versione light”, dove c’è fondamentalmente meno di tutto. Ritornano il karaoke, le corse con le macchinine e un mucchio di altri minigame, come ad esempio i classici titoli Sega nelle sale giochi. Non mancano nemmeno le hostess dei cabaret club, presentate questa volta in versione carne (tanta) e ossa (poche).

Fortunatamente, ci sono anche diverse novità, e ognuna di esse è stata realizzata al meglio. Kiryu è diventato un agente segreto, per cui in battaglia, come James Bond, fa uso di gadget folli. Possiamo attirare i nemici con delle corde, lanciare una sigaretta esplosiva ai loro piedi, evocare droni o usare scarpe infiammabili. Se queste meccaniche non ci piacciono, possiamo passare al volo allo stile Dragon of Dojima, che è semplicemente lo stile classico di Kiryu, reso più fluido e leggermente modificato con l’introduzione di qualche nuova mossa.

Possiamo utilizzare tutte queste abilità nel Colosseo, che si trova in una delle nuove ambientazioni, un parco a tema galleggiante chiamato Castello, dove prenderemo parte a numerose sfide. Ci sono i classici scontri uno contro uno, ma il contenuto più divertente è risultato essere la cosiddetta Hell Team Rumble. Qui creiamo la nostra squadra, guadagniamo livelli e partecipiamo a battaglie a squadre. E aspettate, il meglio deve ancora venire: possiamo scegliere i personaggi che comporranno il nostro team! Ad esempio, se avete appena effettuato il pre-ordine, potrete controllare Majima, Saejima o Daigo Dojima. E queste sono solo alcune delle caratteristiche principali! Il Colosseo offre anche la sua serie di missioni secondarie, in cui dobbiamo sconfiggere i cosiddetti Quattro Re, e ogni battaglia successiva è più difficile della precedente.

La bellezza di Sotenbori by night

A differenza di Like a Dragon: Ishin, in cui il Ryu Ga Gotoku Studio per la realizzazione del remake aveva utilizzato l’Unreal Engine 4, Like a Dragon Gaiden è stato prodotto con l’ultima iterazione del  Dragon Engine, il che rende la qualità ancora più sorprendente.

Di notte le ambientazioni sono davvero belle e le cut-scene sono semplicemente eccezionali. Si avverte un salto di qualità tecnico, soprattutto nei filmati, dove l’ambient occlusion e l’illuminazione sono spettacolari. Nei momenti giocabili invece Like a Dragon Gaiden non si discosta molto qualitativamente dal precedente capitolo. Sulla nostra configurazione di prova, che monta un Ryzen 7 1700, 16gb di ram, una 3070ti e un NVME, e utilizza come sistema operativo Windows 10 2H22 a 64 bit, ad una risoluzione di 2560×1080 The Man Who Erased His Name supera gli 80fps al secondo con tutte le opzioni al massimo, ed il colpo d’occhio è davvero notevole. Inoltre Like a Dragon Gaiden si comporta ottimamente anche su Steam Deck, dove risulta verificato e con un profilo settato a medio regge tranquillamente i 60fps.

Segnaliamo che così come gli ultimi capitoli, Yakuza: Like a Dragon e Like a Dragon: Ishin! anche il Gaiden è tradotto completamente in italiano, e propone anche il doppiaggio in inglese. Noi vi consigliamo ad ogni modo di godere del nuovo capitolo della storia di Kiryu in giapponese, visto che la qualità delle voci è decisamente superiore e il doppiaggio in originale contribuisce all’atmosfera della storia.

Verso la ricchezza infinita!

Se siete fan della serie e non siete ancora riuscite a fare a meno delle avventure di Kiryu, non pensateci nemmeno a privarvi di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name. La trama è sicuramente all’altezza, ed è l’anello di congiunzione degli ultimi capitoli e al contempo un ottimo ponte verso l’imminente Like a Dragon: Infinite Wealth. Sempre a proposito di quest’ultimo, vale la pena di dire che Like a Dragon Gaiden comprende una demo integrata di Like a Dragon 8, che possiamo sbloccare dopo aver completato il gioco.

8.8
Review Overview
Riassunto

Like a Dragon Gaiden è un ottimo intermezzo della saga di Kiryu, e ci conduce dal sesto capitolo all'imminente ottavo, Like a Dragon: Infinite Wealth. Un'ottima opzione per i fan che sentono la mancanza della serie Yakuza nella sua formula classica di beat'em-up.

Pro
Grande trama con un finale incredibilmente toccante Sistema di combattimento classico migliorato La boss fight finale è una delle migliori della storia della serie Colonna sonora molto buona
Contro
Evidente riciclo di asset (anche più del solito) Tempo di gioco relativamente breve, ma giustificato dal prezzo ridotto
  • Concept & Trama9
  • Gameplay9
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico9
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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